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Ioannes Paulus PP. II
Ecclesia in Oceania

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Una Chiesa di partecipazione

15. Le comunità cattoliche dell'Oceania hanno crescente fiducia circa ciò che possono offrire alla Chiesa universale e, a sua volta, la Chiesa si rallegra dei doni speciali che queste comunità recano. Molte di loro sono impegnate in attività missionarie in Oceania e oltre, nelle isole del Pacifico e in Papua Nuova Guinea, come pure nell'Asia sud orientale e in altri luoghi più lontani. Chiese particolari, fondate da missionari, a loro volta stanno inviando missionari e questo è un segno inequivocabile di maturità. Esse hanno compreso il messaggio missionario che il Papa Paolo VI inviò, insieme con i Samoani, ai cattolici del mondo: «Raccogliete l'invito a divenire gli araldi della Buona Novella della salvezza».(36) Quanto espressi come desiderio ai Vescovi della C.E.PAC. a Suva nel 1986 si è avverato, e cioè che: «Le Chiese istituite da missionari possano a loro volta inviare missionari in altre nazioni».(37) Tuttavia alcune Diocesi dell'Oceania debbono tuttora dipendere dalla solidarietà di altre Chiese particolari, e non si dovrebbe permettere che la mancanza di risorse freni la loro generosità nell'adempimento della loro missione. La condivisione delle risorse per il bene di tutti è un dovere solenne della vita cristiana e talvolta una necessità urgente della missione cristiana.

In molte isole dell'Oceania i catechisti si trovano ad assistere i ministri ordinati nel lavoro missionario o pastorale. In Australia e in Nuova Zelanda, i catechisti insegnano la fede nella comunità locale, specialmente ai bambini e ai catecumeni e «sono testimoni diretti, evangelizzatori insostituibili, che rappresentano la forza basilare delle comunità cristiane».(38) Questi operatori laici sono spesso efficaci perché vivono e agiscono vicino alle persone nella vita di tutti i giorni ed essi «hanno dato e continuano a dare un contributo realmente insostituibile alla missione della Chiesa».(39) In molte isole i catechisti non sono soltanto educati a insegnare, ma anche a guidare la comunità nella preghiera e ad evangelizzare oltre i confini della comunità cattolica. Nelle culture tradizionali spesso la fede viene meglio comunicata oralmente con dei racconti, con la predicazione, con la preghiera vocale, con canti e danze. Per guidare e sviluppare questo tipo di attività, c'è bisogno di corsi speciali, di programmazioni e di ritiri. Il compito ora è di presentare Gesù Cristo a quanti sperimentano un indebolimento della fede a causa delle pressioni della secolarizzazione e del consumismo; essi tendono a vedere la Chiesa semplicemente come una delle molte istituzioni della società moderna che influenzano il pensiero e i comportamenti delle persone. In una simile situazione, la Chiesa ha bisogno di leader e teologi ben preparati a presentare in modo convincente Gesù Cristo ai popoli dell'Oceania.

Fu una gioia udire, durante l'Assemblea, molti Vescovi parlare dei programmi di rinnovamento cristiano nelle loro Diocesi, e dell'approfondimento della fede che tali programmi offrono ai loro fedeli. Uno degli aspetti straordinari di tali programmi è il coinvolgimento di molti laici. Siamo tutti grati per i vari doni che Dio ha dato ai laici, sia uomini che donne, per adempiere alla loro missione: essa non è soltanto una chiamata all'azione e al servizio, ma anche un invito alla preghiera.(40) I laici e i loro pastori sono incoraggiati a proseguire con rinnovata energia e a predicare Gesù Cristo al loro popolo con nuova convinzione. Le comunità cattoliche in Oceania stanno già effettuando grandi sforzi per raggiungere gli altri sia nelle parole che nei fatti; i Padri sinodali hanno espresso profondo apprezzamento per tali sforzi, e forte sostegno per quanti sono pronti ad offrirsi per operare nella missione della Chiesa. Mi unisco alla preghiera affinché questi operatori della vigna del Signore trovino appagamento e gioia nel lavoro al quale Dio stesso li ha chiamati.

Vi sono molte altre sfide che attendono i membri della Chiesa, specie coloro ai quali è stata affidata una responsabilità pastorale. Coscienti dei limiti di ogni sforzo umano, i Padri del Sinodo non si sono scoraggiati, ma hanno ricordato l'assicurazione semplice e forte del Signore. Nell'inviare gli Apostoli a predicare la Buona Novella a tutte le nazioni, il Risorto dice loro: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). La promessa del Signore è stata una fonte di speranza nuova per i Vescovi mentre consideravano le molte sfide da affrontare nel tentativo di predicare Gesù Cristo, Via, Verità e Vita; essi hanno invitato tutti i cattolici dell'Oceania ad unirsi a loro in questa speranza.

 




36) Omelia nella Messa celebrata nell'isola di Upolu (Samoa Occidentale, 30 novembre 1970): AAS 63 (1971), 49.



37) N. 3: AAS 79 (1987), 932.



38) Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio (7 dicembre 1990), 73: AAS 83 (1991), 321; cfr Omelia per la beatificazione di Pietro To Rot (Port Moresby, 17 gennaio 1995), 7: AAS 87 (1995), 994.



39) Giovanni Paolo II, Discorso ai Vescovi della Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone (Port Moresby, 8 maggio 1984), 6: AAS 76 (1984), 1013.



40) Cfr Giovanni Paolo II, Discorso ai Vescovi della Nuova Zelanda (Wellington, 23 novembre 1986), 8: AAS 79 (1987), 939.






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