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Ioannes Paulus PP. II
Ecclesia in Oceania

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La vita dei ministri ordinati

49. Sin dal Concilio Vaticano II, il sacerdote si è trovato ad affrontare cambiamenti, sviluppi e sfide della società contemporanea. I Padri del Sinodo hanno preso atto «della perseverante fedeltà e dell'impegno dei sacerdoti nel loro ministero sacerdotale. Tale fedeltà colpisce anche di più se si tiene conto che è vissuta in un mondo di incertezze, di isolamento, di frenetica attività e, talvolta, di indifferenza e di apatia. Riconosciamo che la fedeltà dei sacerdoti è una forte testimonianza della compassione di Cristo per tutto il suo Popolo, e per questo li lodiamo».(162)

La vita del sacerdote è assolutamente modellata sull'esempio di Cristo, che ha dato se stesso affinché tutti avessero la vita in pienezza. Mediante il sacerdozio ordinato, la presenza di Cristo è resa visibile in mezzo alla comunità. Questo non significa, tuttavia, che i sacerdoti siano esenti da debolezze umane o dal peccato. Pertanto, ogni sacerdote ha bisogno di una continua conversione e apertura allo Spirito per approfondire il suo affidamento sacerdotale in fedeltà a Cristo. «Per preservare questa fedeltà, il Sinodo invita il clero a rinnovare gli sforzi per modellare la propria vita di preghiera su quella di Cristo e ad adottare uno stile di vita che rifletta la vita di Cristo, fatta di semplicità, di fiducia nel Padre, di generosità verso i poveri e di identificazione con quelli che non hanno potere».(163)

Il Sinodo era conscio dell'erosione della identità sacerdotale, in particolare della denigrazione del celibato sacerdotale in un mondo influenzato da valori che sono contrari alle richieste del Vangelo. Il celibato sacerdotale è un mistero profondo radicato nell'amore di Cristo, ed esige una relazione con lui e con il suo Corpo, la Chiesa, che sia radicale, amorevole, capace di abbracciare tutto. Il celibato è il dono di Dio a quanti sono chiamati a vivere la vita cristiana come sacerdoti, ed è una grande grazia per la Chiesa intera, una testimonianza del dono totale di sé per amore del Regno. I valori perenni del celibato evangelico e della castità dovrebbero essere difesi e spiegati dalla Chiesa nelle culture che non li hanno mai conosciuti e nelle società contemporanee, nelle quali essi sono poco compresi o apprezzati. Un ulteriore approfondimento del mistero cristiano del celibato aiuterà quanti hanno accolto tale dono a viverlo più fedelmente e più serenamente.(164)

Il Concilio Vaticano II ha insegnato che «i sacerdoti, costituiti mediante il Sacramento nell'ordine del Presbiterato, sono tutti legati tra loro da un'intima fraternità sacramentale; ma in modo speciale formano un unico Presbiterio nella Diocesi al cui servizio sono ascritti sotto il proprio Vescovo».(165) Infatti, i sacerdoti insieme con il loro Vescovo costituiscono una comunità unica, spesso chiamata presbyterium. In maniera speciale la communio del presbyterium trova espressione liturgica nel rito dell'Ordinazione sacerdotale e nella concelebrazione dell'Eucaristia insieme con il Vescovo, in modo speciale nella Messa Crismale del Giovedì Santo. I sacerdoti malati, anziani e pensionati hanno un posto speciale nel presbyterium. Quale segno del riconoscimento della Chiesa per la loro fedeltà, ad essi si dovrà provvedere sempre assistenza e sostentamento adeguati. I ministri consacrati che lasciano le responsabilità dirette per andare in pensione dovrebbero percepire di avere ancora un posto rispettato all'interno del presbyterium.(166)

La communio del presbyterium ha anche altri aspetti pratici. «I sacerdoti hanno bisogno della compagnia e del supporto degli altri sacerdoti e del proprio Vescovo. I Vescovi sono incoraggiati a far sentire ai loro fratelli sacerdoti che sono veramente i loro collaboratori nella vigna del Signore. Dovrebbero inoltre incoraggiare i loro sacerdoti ad aiutarsi l'un l'altro in una atmosfera fraterna al fine di costituire un clero locale diocesano forte, mediante il mutuo sostegno e un costante rinnovamento».(167) Questo sostegno nell'affetto fraterno è particolarmente importante nelle situazioni delle isole, dove molti sacerdoti provengono da società che hanno forti vincoli comunitari, e dove spesso si trovano con un posto di speciale onore a causa della loro Ordinazione e del loro rango nella società. «Trattati in questo modo dalla loro gente, a loro è richiesto di servire. Hanno quindi bisogno di un forte supporto per stabilire le proprie tradizioni e il proprio stile di vita di sacerdoti diocesani».(168)

La vita di Vescovi, sacerdoti e diaconi esige una continua formazione e occasioni per rinnovare lo zelo nella divina vocazione. I Padri Sinodali hanno raccomandato che ci siano appropriate opportunità spirituali, pastorali, intellettuali e ricreative, per aumentare la capacità di servire in maniera efficace e per impegnarsi con forza nella missione lungo gli anni. Il Sinodo ha delineato alcuni aspetti della formazione permanente: «A tutti si ricorda che l'adempimento dei loro doveri quotidiani comprende tutto ciò che è necessario per sostenere e arricchire la vita spirituale: celebrazione dell'Eucaristia, lettura quotidiana e studio della Bibbia, preghiera dell'Ufficio Divino, l'avvicinamento di altre fonti per la predicazione e l'insegnamento, l'ascolto delle confessioni, la lettura di libri e di riviste teologiche; si dovrà fare uno sforzo personale per partecipare ai ritiri, alle conferenze, come pure prendersi un periodo annuo di permesso, anche se ciò implica una assenza nell'esercizio dei compiti pastorali; la formazione permanente esige che tutti i sacerdoti continuino a sviluppare le proprie capacità di annuncio del messaggio evangelico, in modo che questo possa essere compreso dal loro popolo; la formazione permanente non è soltanto intellettuale, ma anche spirituale, umana e pastorale. I Vescovi sono invitati ad organizzare nella propria Diocesi la formazione permanente in conformità ai principi sopra descritti; saranno pure previsti dei congedi di studio e di rinnovamento spirituale per tutto il clero».(169) I Padri sinodali hanno espresso il desiderio di offrire cura pastorale ai loro sacerdoti con l'apertura ai loro bisogni in qualsiasi circostanza; inoltre, si sono manifestati sensibili alla situazione di quanti hanno lasciato il sacerdozio.

In alcune parti dell'Oceania, abusi sessuali da parte di sacerdoti e di religiosi sono stati causa di grandi sofferenze e di danno spirituale per le vittime. E stato pure un grave danno alla vita della Chiesa ed è divenuto un ostacolo all'annuncio del Vangelo. I Padri del Sinodo hanno condannato ogni genere di abusi sessuali come pure ogni forma di abuso di potere, sia all'interno della Chiesa che più in generale nella società. L'abuso sessuale all'interno della Chiesa è una profonda contraddizione all'insegnamento ed alla testimonianza di Gesù Cristo. I Padri sinodali hanno espresso le loro scuse incondizionate alle vittime per il dolore e la delusione causati loro.(170) La Chiesa in Oceania è alla ricerca di giuste procedure per rispondere alle lagnanze in tale ambito, ed è impegnata in modo inequivocabile nel provvedere alla cura compassionevole ed efficace per le vittime, le loro famiglie, l'intera comunità e i colpevoli stessi.




162) Propositio 36.



163) Ibid.



164) Cfr Propositio 35.



165) Decr. sulla vita e sull'apostolato dei presbiteri Presbyterorum ordinis, 8.



166) Cfr Propositio 36.



167) Propositio 33.



168) Ibid.



169) Propositio 34.



170) Cfr Propositio 43.






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