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Ioannes Paulus PP. II
Redemptionis donum

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III - Consacrazione

 

La professione è un'espressione più perfetta del battesimo

 

7. La vocazione, cari fratelli e sorelle, vi ha condotti alla professione religiosa, grazie alla quale siete stati consacrati a Dio mediante il ministero della Chiesa e, al tempo stesso, siete stati incorporati nella vostra famiglia religiosa. Perciò la Chiesa pensa a voi, prima di tutto, come a persone «consacrate»: consacrate a Dio in Gesù Cristo come proprietà esclusiva. Questa consacrazione determina il vostro posto nella vasta comunità della Chiesa, del popolo di Dio. Al tempo stesso, essa introduce nella missione universale di questo popolo una speciale risorsa di energia spirituale e soprannaturale: una particolare forma di vita, di testimonianza e di apostolato, in fedeltà alla missione del vostro istituto, alla sua identità e al suo patrimonio spirituale. La missione universale del popolo di Dio si radica nella missione messianica di Cristo stesso - profeta, sacerdote e re -, alla quale tutti partecipano in diversi modi. La forma di partecipazione propria delle persone «consacrate» corrisponde alla forma del vostro radicamento in Cristo. Della profondità e della forza di questo radicamento decide proprio la professione religiosa.

Essa crea un nuovo legame dell'uomo con Dio uno e trino, in Gesù Cristo. Questo legame cresce sul fondamento di quel vincolo originale che è contenuto nel sacramento del battesimo. La professione religiosa «ha le sue profonde radici nella consacrazione battesimale, e ne è un'espressione più perfetta» («Perfectae Caritatis», 5). In tal modo essa diventa, nel suo contenuto costitutivo, una nuova consacrazione: la consacrazione e la donazione della persona umana a Dio, amato sopra ogni cosa. L'impegno, assunto mediante i voti, di attuare i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza secondo le disposizioni proprie delle vostre famiglie religiose, quali sono determinate nelle rispettive costituzioni, rappresenta l'espressione di una totale consacrazione a Dio e, insieme, il mezzo che porta alla sua pratica attuazione. Di qui prendono anche forma la testimonianza e l'apostolato proprio delle persone consacrate. Tuttavia, bisogna cercare la radice di questa consacrazione consapevole e libera, e della conseguente donazione di sé come proprietà a Dio, nel battesimo, sacramento che ci conduce al mistero pasquale come vertice e centro della redenzione compiuta da Cristo.

Pertanto, per mettere pienamente in risalto la realtà della professione religiosa, bisogna rifarsi alle vibranti parole di Paolo nella lettera ai Romani: «O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo... così anche noi possiamo camminare in una vita nuova»; «Il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché... noi non fossimo più schiavi del peccato»; «Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù» (Rm 6,3-4.6.11).

La professione religiosa - sulla base sacramentale del battesimo in cui si radica - è una nuova «sepoltura nella morte di Cristo»: nuova mediante la consapevolezza e la scelta; nuova mediante l'amore e la vocazione; nuova mediante l'incessante «conversione». Tale «sepoltura nella morte» fa sì che l'uomo, «sepolto insieme a Cristo», «cammini come Cristo in una vita nuova». In Cristo crocifisso trovano il loro fondamento ultimo sia la consacrazione battesimale, sia la professione dei consigli evangelici, la quale - secondo le parole del Vaticano II - «costituisce una speciale consacrazione». Essa è ad un tempo morte e liberazione. San Paolo scrive: «Consideratevi morti al peccato«; al tempo stesso, tuttavia, chiama questa morte «liberazione dalla schiavitù del peccato». Soprattutto, però, la consacrazione religiosa costituisce, sulla base sacramentale del santo battesimo, una nuova vita «per Dio in Gesù Cristo». Ecco che così, unitamente alla professione dei consigli evangelici, in modo molto più maturo e più consapevole viene «deposto l'uomo vecchio» e, nello stesso modo, «viene rivestito l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera», per adoperare ancora le parole della lettera agli Efesini.

 




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