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Ioannes Paulus PP. II Vita consecrata IntraText CT - Lettura del testo |
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III. Nella Chiesa e per la Chiesa
"È bello per noi restare qui": la vita consacrata nel mistero della Chiesa
29. Nella scena della Trasfigurazione, Pietro parla a nome degli apostoli: "È bello per noi restare qui" (Mt 17, 4). L'esperienza della gloria di Cristo, che pur gli inebria la mente e il cuore, non lo isola, ma al contrario lo lega più profondamente al "noi" dei discepoli.
Questa dimensione del "noi" ci porta a considerare il posto che la vita consacrata occupa nel 'mistero della Chiesa'. La riflessione teologica sulla natura della vita consacrata ha approfondito in questi anni le nuove prospettive emerse dalla dottrina del Concilio Vaticano II. Alla sua luce s'è preso atto che la professione dei consigli evangelici 'appartiene indiscutibilmente alla vita e alla santità della Chiesa' 52. Questo significa che la vita consacrata, presente fin dagli inizi, non potrà mai mancare alla Chiesa come un suo elemento irrinunciabile e qualificante, in quanto espressivo della sua stessa natura.
Ciò appare con evidenza dal fatto che la professione dei consigli evangelici è intimamente connessa col mistero di Cristo, avendo il compito di rendere in qualche modo presente la forma di vita che Egli prescelse, additandola come valore assoluto ed escatologico. Gesù stesso, chiamando alcune persone ad abbandonare tutto per seguirlo, ha inaugurato questo genere di vita che, sotto l'azione dello Spirito, si svilupperà gradualmente lungo i secoli nelle varie forme della vita consacrata. La concezione di una Chiesa composta unicamente da ministri sacri e da laici non corrisponde, pertanto, alle intenzioni del suo divino Fondatore quali ci risultano dai Vangeli e dagli altri scritti neotestamentari.
La nuova e speciale consacrazione
30. Nella tradizione della Chiesa la professione religiosa viene considerata come un singolare e fecondo approfondimento della consacrazione battesimale in quanto, per suo mezzo, l'intima unione con Cristo, già inaugurata col Battessimo, si sviluppa nel dono di una conformazione più compiutamente espressa e realizzata, attraverso la professione dei consigli evangelici 53.
Questa ulteriore consacrazione, tuttavia, riveste una sua peculiarità rispetto alla prima, della quale non è una conseguenza necessaria 54. In realtà, ogni rigenerato in Cristo è chiamato a vivere, con la forza proveniente dal dono dello Spirito, la castità corrispondente al proprio stato di vita, l'obbedienza a Dio e alla Chiesa, un ragionevole distacco dai beni materiali, perché tutti sono chiamati alla santità, che consiste nella perfezione della carità 55. Ma il battesimo non comporta per se stesso la chiamata al celibato o alla verginità, la rinuncia al possesso dei beni, l'obbedienza ad un superiore, nella forma propria dei consigli evangelici. Pertanto la professione di questi ultimi suppone un particolare dono di Dio non concesso a tutti, come Gesù stesso sottolinea per il caso del celibato volontario (cfr Mt 19, 10-12).
A questa chiamata corrisponde, peraltro, 'uno specifico dono dello Spirito Santo', affinché la persona consacrata possa rispondere alla sua vocazione e alla sua missione. Per questo, come testimoniano le liturgie dell'Oriente e dell'Occidente, nel rito della professione monastica o religiosa e nella consacrazione delle vergini, la Chiesa invoca sulle persone prescelte il dono dello Spirito Santo e associa la loro oblazione al sacrificio di Cristo 56.
La professione dei consigli evangelici è 'uno sviluppo anche della grazia del sacramento della Confermazione', ma va oltre le esigenze normali della consacrazione crismale in forza di un particolare dono dello Spirito, che apre a nuove possibilità e frutti di santità e di apostolato, come dimostra la storia della vita consacrata.
Quanto ai sacerdoti che fanno professione dei consigli evangelici, l'esperienza stessa mostra che 'il sacramento dell'Ordine trova una peculiare fecondità in questa consacrazione', dal momento che essa pone e favorisce l'esigenza di una appartenenza più stretta al Signore. Il sacerdote che fa professione dei consigli evangelici è particolarmente favorito nel rivivere in sé la pienezza del mistero di Cristo, grazie anche alla spiritualità peculiare del proprio Istituto e alla dimensione apostolica del relativo carisma. Nel presbitero infatti la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata convergono in profonda e dinamica unità.
Di incommensurabile valore è anche il contributo recato alla vita della Chiesa dai religiosi sacerdoti integralmente dediti alla contemplazione. Specialmente nella celebrazione eucaristica essi compiono un atto della Chiesa e per la Chiesa, al quale uniscono l'offerta di se stessi, in comunione con Cristo che si offre al Padre per la salvezza del mondo intero 57.
I rapporti fra i diversi stati di vita del cristiano
31. Le varie forme di vita in cui, secondo il disegno del Signore Gesù, si articola la vita ecclesiale presentano reciproci rapporti sui quali mette conto di soffermarsi.
Tutti i fedeli, in virtù della loro rigenerazione in Cristo, condividono una comune dignità; tutti sono chiamati alla santità; tutti cooperano all'edificazione dell'unico Corpo di Cristo, ciascuno secondo la propria vocazione e il dono ricevuto dallo Spirito (cfr Rm 12, 3-8) 58. L'uguale dignità fra tutte le membra della Chiesa è opera dello Spirito, è fondata sul Battesimo e sulla Cresitna ed è corroborata dall'Eucaristia. Ma è opera dello Spirito anche la pluriformità. È Lui che costituisce la Chiesa in una comunione organica nella diversità di vocazioni, carismi e ministeri 59.
Le vocazioni alla vita laicale, al ministero ordinato e alla vita consacrata si possono considerare paradigmatiche, dal momento che tutte le vocazioni particolari, sotto l'uno o l'altro aspetto, si richiamano o si riconducono ad esse, assunte separatamente o congiuntamente, secondo la ricchezza del dono di Dio. Esse, inoltre, sono al servizio l'una dell'altra, per la crescita del Corpo di Cristo nella storia e per la sua missione nel mondo. Tutti nella Chiesa sono consacrati nel Battesimo e nella Cresima, ma il ministero ordinato e la vita consacrata suppongono ciascuno una distinta vocazione ed una specifica forma di consacrazione, in vista di una missione peculiare.
Alla missione dei 'laici', dei quali è proprio "cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio" 60, è fondamento adeguato la consacrazione battesimale e cresimale, comune a tutti i membri del Popolo di Dio. I 'ministri ordinati', oltre a questa consacrazione fondamentale, ricevono quella dell'Ordinazione per continuare nel tempo il ministero apostolico. 'Le persone consacrate', che abbracciano i consigli evangelici, ricevono una nuova e speciale consacrazione che, senza essere sacramentale, le impegna a fare propria nel celibato, nella povertà e nell'obbedienza la forma di vita praticata personalmente da Gesù, e da Lui proposta ai discepoli. Pur essendo, queste diverse categorie, manifestazione dell'unico mistero di Cristo, i laici hanno come caratteristica peculiare, anche se non esclusiva, la secolarità, i pastori la ministerialità, i consacrati la speciale conformazione a Cristo vergine, povero, obbediente.
Lo speciale valore della vita consacrata
32. In questo armonioso insieme di doni, a ciascuno dei fondamentali stati di vita è affidato il compito di esprimere, nel suo proprio ordine, l'una o l'altra dimensione dell'unico mistero di Cristo. Se nel far risuonare l'annuncio evangelico all'interno delle realtà temporali ha 'una particolare missione la vita laicale', nell'ambito della comunione ecclesiale 'un insostituibile ministero è svolto da coloro cbe sono costituiti nell'Ordine sacro', in modo speciale dai Vescovi. Questi hanno il compito di guidare il Popolo di Dio con l'insegnamento della Parola, l'amministrazione dei Sacramenti e l'esercizio della sacra potestà a servizio della comunione ecclesiale, che è comunione organica, gerarchicamente ordinata 61.
Quanto alla significazione della santità della Chiesa, 'un'oggettiva eccellenza è da riconoscere alla vita consacrata', che rispecchia lo stesso modo di vivere di Cristo. Proprio per questo, in essa si ha una manifestazione particolarmente ricca dei beni evangelici e un'attuazione più compiuta del fine della Chiesa che è la santificazione dell'umanità. La vita consacrata annuncia e in certo modo anticipa il tempo futuro, quando, raggiunta la pienezza di quel Regno dei cieli che già ora è presente in germe e nel mistero 62, i figli della risurrezione non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli di Dio (cfr Mt 22, 30).
In effetti, l'eccellenza della castità perfetta per il Regno 63, a buon diritto considerata la "porta" di tutta la vita consacrata 64, è oggetto del costante insegnamento della Chiesa. Essa peraltro tributa grande stima alla vocazione al matrimonio, che rende i coniugi "testimoni e cooperatori della fecondità della madre Chiesa, in segno e in partecipazione di quell'amore, col quale Cristo ha amato la sua Sposa e si è dato per lei" 65.
In questo orizzonte comune a tutta la vita consacrata, si articolano vie distinte tra loro ma complementari. I religiosi e le religiose 'integralmente dediti alla contemplazione' sono in modo speciale immagine di Cristo che prega sul monte 66. Le persone consacrate di 'vita attiva' lo manifestano mentre "annuncia il regno di Dio alle folle, o risana i malati e i feriti e converte a miglior vita i peccatori o benedice i fanciulli e fa del bene a tutti" 67. Un particolare servizio all'avvento del Regno di Dio rendono le persone consacrate negli 'Istituti secolari', che uniscono in una specifica sintesi il valore della consacrazione e quello della secolarità. Vivendo la loro consacrazione nel secolo e a partire dal secolo 68, esse "si sforzano di permeare ogni realtà di spirito evangelico per consolidare e far crescere il Corpo di Cristo" 69. Partecipano a tal fine alla funzione evangelizzatrice della Chiesa mediante la personale testimonianza di vita cristiana, l'impegno perché le realtà temporali siano ordinate secondo Dio, la collaborazione nel servizio della comunità ecclesiale, secondo lo stile di vita secolare che è loro proprio 70.
Testimoniare il Vangelo delle Beatitudini
33. Compito peculiare della vita consacrata è di 'tener viva nei battezzati la consapevolezza dei valori fondamentali del Vangelo', testimoniando "in modo splendido e singolare che il mondo non può essere trasfigurato e offerto a Dio senza lo spirito delle Beatitudini" 71. In tal modo la vita consacrata fa continuamente emergere nella coscienza del Popolo di Dio l'esigenza di rispondere con la santità della vita all'amore di Dio riversato nei cuori dallo Spirito Santo (cfr Rm 5, 5), rispecchiando nella condotta la consacrazione sacramentale avvenuta per opera di Dio nel Battesimo, nella Cresima o nell'Ordine. Occorre infatti che dalla santità comunicata nei sacramenti si passi alla santità della vita quotidiana. La vita consacrata, con il suo stesso esistere nella Chiesa, si pone al servizio della consacrazione della vita di ogni fedele, laico e chierico.
D'altra parte, non si deve dimenticare che i consacrati ricevono anch'essi dalla testimonianza propria delle altre vocazioni un aiuto a vivere integralmente l'adesione al mistero di Cristo e della Chiesa nelle sue molteplici dimensioni. In virtù di tale reciproco arricchimento, diventa più eloquente ed efficace la missione della vita consacrata: indicare come meta agli altri fratelli e sorelle, tenendo fisso lo sguardo sulla pace futura, la beatitudine definitiva che è presso Dio.
Immagine viva della Chiesa-Sposa
34. Particolare rilievo ha, nella vita consacrata, il significato sponsale, che rimanda all'esigenza della Chiesa di vivere nella dedizione piena ed esclusiva al suo Sposo, dal quale riceve ogni bene. In questa dimensione sponsale, propria di tutta la vita consacrata, è soprattutto la donna che ritrova singolarmente se stessa, quasi scoprendo il genio speciale del suo rapporto con il Signore.
Suggestiva è, al riguardo, la pagina neotestamentaria che presenta Maria con gli Apostoli nel cenacolo in attesa orante dello Spirito Santo (cfr At 1, 13-14). Vi si può vedere un'immagine viva della Chiesa-Sposa, attenta ai cenni dello Sposo e pronta ad accogliere il suo dono. In Pietro e negli altri Apostoli emerge soprattutto la dimensione della fecondità, quale si esprime nel ministero ecclesiale, che si fa strumento dello Spirito per la generazione di nuovi figli mediante la dispensazione della Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la cura pastorale. In Maria è particolarmente viva la dimensione dell'accoglienza sponsale, con cui la Chiesa fa fruttificare in sé la vita divina attraverso il suo totale amore di vergine.
La vita consacrata è sempre stata vista prevalentemente nella parte di Maria, la Vergine sposa. Da tale amore verginale proviene una particolare fecondità, che contribuisce al nascere e al crescere della vita divina nei cuori 72. La persona consacrata, sulle tracce di Maria, nuova Eva, esprime la sua spirituale fecondità facendosi accogliente alla Parola, per collaborare alla costruzione della nuova umanità con la sua incondizionata dedizione e la sua viva testimonianza. Così la Chiesa manifesta pienamente la sua maternità sia attraverso la comunicazione dell'azione divina affidata a Pietro, sia attraverso la responsabile accoglienza del dono divino, tipica di Maria.
Il popolo cristiano, per parte sua, trova nel ministero ordinato i mezzi della salvezza, nella vita consacrata lo stimolo a una piena risposta d'amore in tutte le varie forme di diaconia 73.