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Ioannes Paulus PP. II
Ecclesia in Africa

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Che cosa è diventata l'Africa?

 

39. Poco meno di trent'anni fa, non pochi paesi africani si rendevano indipendenti rispetto alle potenze coloniali. Questo ha suscitato grandi attese per quanto riguarda lo sviluppo politico, economico, sociale e culturale dei popoli africani. Benché «in alcuni paesi la situazione interna, purtroppo, non si sia ancora consolidata, e la violenza abbia avuto o abbia ancora talvolta il sopravvento, ciò non può dar luogo ad una condanna generale che coinvolga tutto un popolo o tutta una nazione o, peggio ancora, tutto un continente».47

 

40. Ma qual è la situazione reale d'insieme del continente africano oggi, specialmente dal punto di vista della missione evangelizzatrice della Chiesa? I Padri sinodali, in proposito, si sono posti innanzitutto una domanda: «In un continente saturo di cattive notizie, in che modo il messaggio cristiano costituisce una "buona novella" per il nostro popolo? In mezzo ad una disperazione che invade ogni cosa, dove sono la speranza e l'ottimismo che il Vangelo reca con sé? L'evangelizzazione promuove molti di quei valori essenziali che tanto mancano al nostro continente: speranza, pace, gioia, armonia, amore e unità».48

Dopo aver sottolineato, giustamente, che l'Africa è un immenso continente con situazioni molto diverse e che occorre per questo evitare di generalizzare sia nel valutare problemi che nel suggerire soluzioni, l'Assemblea sinodale ha dovuto con dolore rilevare: «Una situazione comune è, senza dubbio, il fatto che l'Africa sia piena di problemi: in quasi tutte le nostre nazioni c'è una miseria spaventosa, cattiva amministrazione delle scarse risorse disponibili, instabilità politica e disorientamento sociale. Il risultato è sotto i nostri occhi: squallore, guerre, disperazione. In un mondo controllato dalle nazioni ricche e potenti, l'Africa è praticamente divenuta un'appendice senza importanza, spesso dimenticata e trascurata da tutti».49

 

41. Per molti Padri sinodali l'Africa di oggi può essere paragonata a quell'uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico; egli cadde nelle mani dei briganti che lo spogliarono, lo percossero e se ne andarono lasciandolo mezzo morto (cfr Lc 10, 30-37). L'Africa è un continente in cui innumerevoli esseri umani — uomini e donne, bambini e giovani — sono distesi, in qualche modo, sul bordo della strada, malati, feriti, impotenti, emarginati e abbandonati. Essi hanno un bisogno estremo di buoni Samaritani che vengano loro in aiuto.

Da parte mia, auspico che la Chiesa continui pazientemente ed instancabilmente la sua opera di buon Samaritano. In effetti per un lungo periodo regimi, oggi scomparsi, hanno posto a dura prova gli Africani ed hanno indebolito la loro capacità di reazione: l'uomo ferito deve ritrovare tutte le risorse della propria umanità. I figli e le figlie dell'Africa hanno bisogno di presenza comprensiva e di sollecitudine pastorale. Occorre aiutarli a raccogliere le proprie energie, per porle al servizio del bene comune.

 




47 Paolo VI, Messaggio Africae terrarum (29 ottobre 1967), 6: AAS 59 (1967), 1076.

 



48 Relatio ante disceptationem (11 aprile 1994), 2: L’Osservatore Romano, 13 aprile 1994, p. 4.

 



49 Ibid., 4, l. c.

 






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