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Ioannes Paulus PP. II Ecclesia in Oceania IntraText CT - Lettura del testo |
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L'esperienza
9. E stato provvidenziale che l'Assemblea sinodale iniziasse nella solennità di Cristo Re, quando la Chiesa celebra Gesù come il Signore, nel quale il Regno di Dio è fondato in tutto il mondo e nella storia intera. Durante il periodo dell'Assemblea, divenne sempre più chiaro che era Cristo a fare strada, era lui a regnare in mezzo all'Assemblea. Le liturgie di apertura e di conclusione hanno annoverato segni e simboli tratti dalle culture delle isole del Pacifico, come espressioni di fede e di rispetto. In una miscela unica, queste cerimonie hanno manifestato l'unità nella diversità della fede e del culto cattolici; e hanno mostrato in modo mirabile come la fede cattolica raggiunga i più lontani lidi del Grande Oceano e come tutti trovino la loro casa nella Chiesa cattolica. Come simbolico scambio di doni, le liturgie hanno espresso la profonda communio fra la Chiesa di Roma e le Chiese locali dell'Oceania. I Vescovi hanno portato la loro vasta gamma di esperienze e di tesori culturali e, a loro volta, si sono rafforzati nel vincolo della communio locale e universale, cosa che per loro è stata una grande consolazione ed incoraggiamento per il futuro.
Le caratteristiche distintive della Chiesa in Oceania hanno reso opportuno convocare un'Assemblea Sinodale separata. I Vescovi dell'Oceania sono organizzati in quattro Conferenze, che formano insieme la Federazione delle Conferenze dei Vescovi cattolici dell'Oceania (F.C.B.C.O). Il numero dei Vescovi è relativamente piccolo, cosa che ha permesso al Sinodo di riunire insieme tutti i Vescovi attivi, i quali rappresentavano tutte le Chiese particolari. Per molti partecipanti fu una reale scoperta dei doni religiosi, delle culture e delle storie dei popoli dell'Oceania. Essi divennero così maggiormente coscienti delle grazie spesso nascoste o non riconosciute che il Signore ha elargito alla sua Chiesa: anche questo è stata sorgente di grande incoraggiamento. Il dialogo e il discernimento del Sinodo hanno aperto gli occhi del cuore e dell'anima per scoprire cosa può essere fatto per vivere la fede cristiana in modo più pieno ed efficace. Vi sono state molte ragioni per lodare e ringraziare Dio per i tesori scoperti o nuovamente valorizzati.
Per i Vescovi, l'Assemblea è stata un'esperienza di fraternità e di communio attorno alla Sede di Pietro. Essendosi svolta in Vaticano, essa ha permesso a tutti i partecipanti di «sentirsi a casa» insieme con il Vescovo di Roma; inoltre, ha permesso al Vescovo di Roma di «sentirsi a casa» accanto a loro e di udire quanto essi hanno apprezzato questa esperienza unica di universalità della Chiesa. Il senso di unità e di fedeltà ha consentito di superare le grandi distanze geografiche e culturali tra Roma e l'Oceania, e tale esperienza è stata uno dei doni che Cristo nella sua bontà ha elargito durante il Sinodo.
Anche tra di loro i Vescovi hanno sperimentato un nuovo e più grande senso di identità e di communio. Molti di loro sono separati da grandi distanze e la comunicazione regolare non è facile. Per la Chiesa tutta, la diversità di culture in Oceania è una sfida costante a lavorare per una maggiore unità. I Vescovi vogliono rafforzare la loro communio ed aiutare i popoli dell'Oceania a collaborare in maniera più efficace. Le Chiese locali di questa regione del mondo sono una parte unica della Chiesa universale, e, stando così le cose, esse comprendono di potere e di dovere contribuire con i loro doni speciali alla Chiesa tutta. Prego che, attraverso il Sinodo, i Vescovi dell'Oceania sentano più che mai di appartenere l'uno all'altro ed anche di appartenere pienamente, con le loro Chiese particolari, alla Chiesa universale, alla quale recano uno speciale arricchimento.(13)
E stato significativo che l'Assemblea sinodale si sia svolta durante la preparazione immediata del Grande Giubileo dell'Anno 2000. La Bolla che annunciava il Giubileo, Incarnationis mysterium, fu promulgata durante il periodo del Sinodo,(14) e l'Assemblea stessa fu un'opportunità per la Chiesa in Oceania di prepararsi per il dono dell'Anno Santo. Certamente l'Assemblea ha aiutato le Chiese del Pacifico a celebrare il Giubileo con un nuovo impegno a portare riconciliazione e pace, più coscienti che mai che «la Chiesa, avendo ricevuto da Cristo il potere di perdonare in suo nome, è nel mondo la presenta viva dell'amore di Dio che si china su ogni umana debolezza per accoglierla nell'abbraccio della sua misericordia».(15) Sarebbe uno splendido frutto del Giubileo se la Chiesa in Oceania, rinsaldata in molti modi dall'esperienza del Sinodo, continuasse a dar esecuzione alle intuizioni e agli appelli del Giubileo sulla linea suggerita dalla Lettera apostolica Novo millennio ineunte. Come il Giubileo ha proclamato le profondità infinite della misericordia di Dio rivelata in Cristo, così ha smosso nuove energie per il compito di affrontare le sfide che il Sinodo ha identificato e discusso.(16) «Nell'amore che perdona [egli] anticipa i cieli nuovi e la terra nuova»: (17) possa la visione del nuovo cielo e della nuova terra mai cessare di attirare i popoli dell'Oceania più intensamente a questa novità di vita!