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Ioannes Paulus PP. II
Ecclesia in Oceania

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Il Vangelo e la cultura

Inculturazione

16. I Padri Sinodali hanno sottolineato di frequente l'importanza dell'inculturazione per una vita autenticamente cristiana in Oceania. Il processo di inculturazione è la maniera graduale mediante la quale il Vangelo è incarnato nelle varie culture. Occorre tener presente che alcuni valori culturali devono essere trasformati e purificati, se si vuole che trovino posto in una cultura genuinamente cristiana. D'altra parte, in varie culture i valori cristiani attecchiscono facilmente. L'inculturazione nasce dal rispetto sia del Vangelo che della cultura nella quale esso è annunciato e accolto. Tale processo in Oceania iniziò quando gli immigrati portarono la fede cristiana dalle loro terre di provenienza. Per i popoli indigeni dell'Oceania, l'inculturazione significò un nuovo dialogo tra il mondo che avevano conosciuto e la fede alla quale erano pervenuti. Il risultato è che l'Oceania offre molti esempi di espressioni culturali specifiche nelle aree della teologia, della liturgia e nell'uso di simboli religiosi.(41) I Padri del Sinodo hanno visto un'ulteriore inculturazione della fede cristiana come la via principale per la pienezza della communio ecclesiale.

L'autentica inculturazione della fede cristiana è fondata sul mistero dell'Incarnazione: «Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo unico Figlio» (Gv 3, 16). Il Figlio di Dio assunse la carne, «nato da donna» (Gal 4, 4) in uno specifico tempo e luogo. Per preparare un evento così rilevante, Dio scelse un popolo con una cultura distinta, e ne guidò la storia sul cammino verso l'Incarnazione. Ciò che Dio fece tra il popolo prescelto rivelò cosa voleva fare a favore di tutta l'umanità, di ogni popolo e di ogni cultura. La Scrittura ci racconta la storia di Dio che agisce in mezzo al suo popolo; soprattutto ci racconta la storia di Gesù Cristo, mediante il quale Dio stesso entrò nel mondo e nelle sue molteplici culture. In tutto ciò che disse e fece, ma specialmente nella sua Morte e Risurrezione, Gesù rivelò l'amore divino per l'umanità. Dal profondo della storia umana, la vicenda di Gesù parla non soltanto alle persone del suo tempo e della sua cultura, ma anche a quelle di ogni epoca e cultura. Egli è per sempre il Verbo fatto carne per il mondo; è il Vangelo che fu portato in Oceania; è il Vangelo che ora occorre sia nuovamente annunciato.

Il Verbo fatto carne non è estraneo ad alcuna cultura e deve essere predicato a tutte le culture. «Il processo di incontro e confronto con le culture è un'esperienza che la Chiesa ha vissuto sin dagli inizi della predicazione del Vangelo».(42) Come il Verbo fatto carne è entrato nella storia e ha dimorato tra di noi, così il Vangelo entra profondamente nella vita e nella cultura di quanti odono, ascoltano e credono. L'inculturazione, l'«incarnazione» del Vangelo nelle varie culture, condiziona il modo stesso in cui il Vangelo è predicato, compreso e vissuto.(43) La Chiesa insegna l'immutabile verità di Dio, rivolta alla storia e alla cultura di un popolo specifico. Pertanto, in ogni cultura la fede cristiana deve essere vissuta in una maniera speciale. I Padri sinodali si sono mostrati convinti che la Chiesa, nello sforzo di presentare Gesù Cristo in maniera efficace ai popoli dell'Oceania, deve rispettare ogni cultura e mai chiedere alle persone di rinunciarvi. La Chiesa invita tutti i popoli ad esprimere la parola viva di Gesù nei modi che parlano alla loro mente e al loro cuore.(44) «Il Vangelo non è contrario a questa od a quella cultura come se, incontrandosi con essa, volesse privarla di ciò che le appartiene e la obbligasse ad assumere forme estrinseche che non le sono conformi».(45) E vitale che la Chiesa si inserisca pienamente nella cultura e dall'interno porti avanti il processo di purificazione e di trasformazione.(46)

Un'autentica inculturazione del Vangelo ha un duplice aspetto: da una parte, ogni cultura offre valori e forme positivi che possono arricchire il modo in cui il Vangelo è annunciato, compreso e vissuto; dall'altra parte, il Vangelo sfida le culture ed esige che alcuni valori e forme cambino.(47) Proprio come il Figlio di Dio è divenuto carne fuorché nel peccato (cfr Eb 4, 15), così la fede cristiana accoglie e promuove tutto ciò che è genuinamente umano e rigetta quanto è peccaminoso. Il processo di inculturazione coinvolge il Vangelo e la cultura in «un dialogo che include l'identificazione di ciò che è e di ciò che non è di Cristo».(48) Ogni cultura necessita di essere purificata e trasformata dai valori rivelati nel Mistero pasquale.(49) Così, i valori e le forme positivi che si trovano nelle culture dell'Oceania arricchiscono la maniera in cui il Vangelo è annunciato, compreso e vissuto.(50) Il Vangelo «è forma reale di liberazione da ogni disordine introdotto dal peccato e, nello stesso tempo, è chiamata alla verità piena. In questo incontro, le culture non solo non vengono private di nulla, ma sono anzi stimolate ad aprirsi al nuovo della verità evangelica per trarne incentivo verso ulteriori sviluppi».(51) Trasformate dallo Spirito di Cristo, tali culture raggiungono la pienezza della vita alla quale i loro valori più profondi hanno sempre mirato e ai quali i loro popoli hanno sempre aspirato. In realtà, senza Cristo nessuna cultura umana può diventare ciò che è veramente.




41) Cfr Propositio 1.



42) Giovanni Paolo II, Lett. enc. Fides et ratio (14 settembre 1998), 70: AAS 91 (1999), 58.



43) Cfr Propositio 2.



44) Cfr Giovanni Paolo II, Discorso agli Aborigeni (Alice Springs, 29 novembre 1986), 12: AAS 79 (1987), 978; PaoloVI, Allocuzione agli Aborigeni (Sydney, 2 dicembre 1970): AAS 63 (1971), 69.



45) Giovanni Paolo II, Lett. enc. Fides et ratio (14 settembre 1998), 71: AAS 91 (1999), 60.



46) Cfr Propositio 2.



47) Cfr ibid.



48) Propositio 4.



49) Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Ecclesia in Africa (14 settembre 1995), 61: AAS 88 (1996), 38.



50) Cfr Propositio 2.



51) Giovanni Paolo II, Lett. enc. Fides et ratio (14 settembre 1998), 71: AAS 91 (1999), 60.






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