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Ioannes Paulus PP. II
Ecclesia in Oceania

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Il primato dell'annuncio

20. Il kerygma è la parola di Dio annunciata al fine di porre l'umanità nel giusto rapporto con Dio mediante la fede in Cristo. Vediamo all'opera la potenza del kerygma nella prima comunità di Gerusalemme: «Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (At 2, 42). Questa è l'essenza della vita della Chiesa, il frutto della prima evangelizzazione. L'adesione a Gesù Cristo si manifesta mediante la fede nella sua parola annunciata dalla Chiesa. Si chiede san Paolo: «E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati?» (Rm 10, 15); e in verità Cristo inviò gli Apostoli, la cui voce si diffuse «per tutta la terra e la parola sino ai confini del mondo» (cfr Sal 18 [19], 5). Quali «testimoni della verità divina e cattolica»,(71) i missionari in Oceania hanno viaggiato per terra e per mare, sono passati attraverso deserti e inondazioni, hanno affrontato grandi difficoltà culturali nel compimento della loro opera eccezionale. Ispirati dalla storia della nascita della Chiesa in Oceania, i Padri Sinodali hanno percepito il bisogno di una nuova e coraggiosa predicazione del Vangelo ai nostri giorni.

La Chiesa si trova ad affrontare una doppia sfida nel cercare di annunciare il Vangelo in Oceania: da una parte le religioni e le culture tradizionali, dall'altra il moderno processo di secolarizzazione. In un caso e nell'altro, il primo e più urgente dovere è l'annuncio di Cristo risorto da riproporre in un incontro personale capace di condurre l'interlocutore alla conversione del cuore e alla richiesta del Battesimo.(72) Sia che si trovi ad affrontare le religioni tradizionali o una filosofia raffinata, la Chiesa annuncia con parole e fatti «la verità che è in Gesù» (Ef 4, 21; cfr Col 1, 15-20). Alla luce di tale verità, essa offre il proprio contributo alla discussione sui valori e principi etici, che concorrono alla felicità della vita umana e alla pace della società. La fede deve essere sempre presentata in un modo razionalmente coerente, favorendone così la penetrazione in campi sempre più vasti dell'esperienza umana. La fede, infatti, ha in sé la forza di plasmare la cultura stessa penetrandone le motivazioni sin nel suo nucleo essenziale. Allertata sia dalla tradizione cristiana che dai cambiamenti culturali contemporanei, la parola della fede e della ragione deve andare di pari passo con la testimonianza della vita se si vuole che l'evangelizzazione rechi frutto. Al di sopra di tutto c'è, tuttavia, bisogno di un annuncio senza paura di Cristo, c'è bisogno di una «parresia della fede».(73)




71) Conc. Ecum. Vat.II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 25.



72) Cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Fides et ratio (14 settembre 1998), 38: AAS 91 (1999), 34.



73) Ibid., 48: l.c., 43.






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