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Ioannes Paulus PP. II Ecclesia in Oceania IntraText CT - Lettura del testo |
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Sanità
34. Gesù curò i malati e confortò gli afflitti. Come Risorto, continua il ministero della guarigione e della consolazione attraverso coloro che recano la misericordia di Dio alle persone deboli e sofferenti. Un simile ministero della Chiesa in Oceania è per molte persone la prova più visibile e tangibile dell'amore di Dio. La missione messianica della misericordia,(119) del sanare e del perdonare deve essere continuata senza grettezza e perseguita in modi nuovi che corrispondano ai bisogni odierni.
La storia della sanità in Oceania dimostra lo stretto legame fra questa e la missione della Chiesa e come essa copra ogni aspetto curativo, inclusa la fornitura dei servizi medici più semplici nei luoghi più remoti. La Chiesa è stata fra le prime istituzioni a prendersi cura di quanti erano abbandonati dagli altri, come, ad esempio, i lebbrosi ed i sofferenti di HIVAIDS; essa amministra, inoltre, ospedali di formazione, dove gli operatori sanitari vengono preparati in maniera eccellente. A causa dell'attuale crisi nella fornitura e nel finanziamento di cure mediche in Oceania, alcune istituzioni stanno attraversando serie difficoltà, ma non si può permettere che ciò ponga a repentaglio l'impegno fondamentale della Chiesa in quest'area.
L'insegnamento della Chiesa circa la dignità della persona umana e la santità della vita deve essere spiegato ai responsabili delle leggi e delle decisioni dei tribunali, specialmente considerando che i loro giudizi hanno conseguenze sulla sanità, sull'amministrazione degli ospedali e la fornitura di servizi medici. Oggi gli ospedali e le istituzioni sanitarie cattolici sono in prima linea nella promozione che la Chiesa fa della vita umana dal momento del concepimento sino alla morte naturale. I Padri sinodali hanno riconosciuto lo zelo delle congregazioni religiose che hanno fondato il sistema sanitario cattolico in Oceania. La Chiesa e la società intera debbono loro un debito immenso di gratitudine. La loro presenza negli ospedali deve continuare, accanto a laici preparati ad operare con i diversi Istituti di vita consacrata secondo lo spirito del loro carisma. Queste persone permettono al Vangelo della vita di essere proclamato in modo non ambiguo in una società spesso confusa riguardo ai valori morali. I Padri del Sinodo hanno raccomandato che, per contrastare l'influenza di una «cultura della morte», ogni cristiano sia spinto a recare il proprio contributo perché la grande eredità del servizio sanitario cattolico non sia messa in pericolo.(120)
Le Università cattoliche hanno un ruolo guida da svolgere nella formazione di professionisti medici capaci di applicare l'insegnamento cattolico alle nuove sfide che costantemente si presentano in campo medico. In ogni possibile maniera si devono promuovere le associazioni di medici cattolici, di infermiere e di operatori sanitari e, là dove non esistono, esse dovrebbero essere istituite. Gli amministratori e il personale delle istituzioni cattoliche necessitano di formazione nell'applicazione dei principi morali cattolici alla loro vita professionale, e questo è un compito delicato, dato che alcuni di quelli che sono coinvolti nell'attività in ospedali cattolici non conoscono a sufficienza tali principi o non sono d'accordo con essi. Quando l'insegnamento cattolico è presentato in maniera appropriata, tuttavia, queste persone sperimentano spesso la pace che deriva dal vivere in armonia con la verità e cooperano prontamente.
La fede nella Croce redentrice di Cristo offre nuovo significato alla malattia, alla sofferenza e alla morte. I Padri sinodali hanno indicato la necessità di sostenere quanti possiedono o amministrano strutture che recano la compassione di Cristo a quanti soffrono, in modo particolare alle persone disabili, agli ammalati di HIVAIDS, agli anziani, ai morenti, agli indigeni e a quanti vivono in aree isolate.(121) I Padri hanno mostrato particolare sensibilità per quanti offrono tali servizi nelle zone più remote, come la giungla, le piccole isole o l'"interno" australiano. Lavorando spesso con poche risorse e poco sostegno economico, con il loro zelo essi offrono una testimonianza forte dell'amore di Dio per il povero, il malato e l'abbandonato. Quanti operano in ospedali, prendendosi cura degli anziani od offrendo altre forme di cure sanitarie agli ultimi dei loro fratelli e sorelle (cfr Mt 25, 40), sappiano che la Chiesa stima grandemente la loro dedizione e la loro generosità, e li ringrazia per essere nella prima linea della carità cristiana.