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Ioannes Paulus PP. II Redemptionis donum IntraText CT - Lettura del testo |
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Partecipazione all'annientamento di Cristo
10. La finalità interiore dei consigli evangelici conduce alla scoperta di altri aspetti ancora, che ne mettono in rilievo lo stretto rapporto con l'economia della redenzione. Si sa che questa trova il suo punto culminante nel mistero pasquale di Gesù Cristo, nel quale vengono uniti l'annientamento mediante la morte e la nascita a una nuova vita mediante la risurrezione. La pratica dei consigli evangelici contiene in sé un profondo riflesso di questa dualità pasquale: l'inevitabile annientamento di ciò che in ognuno di noi è il peccato e il suo retaggio e la possibilità di rinascere ogni giorno a un bene più profondo, nascosto nell'anima umana. Questo bene si manifesta sotto l'azione della grazia, alla quale la pratica della castità, della povertà e dell'obbedienza rende particolarmente sensibile l'anima dell'uomo. L'intera economia della redenzione si realizza proprio mediante questa sensibilità alla misteriosa azione dello Spirito Santo che è l'artefice diretto di ogni santità. Su questa via la professione dei consigli evangelici schiude in ognuno e in ognuna di voi, cari fratelli e sorelle, un ampio spazio alla «creatura nuova», che emerge nel vostro «io» umano proprio dall'economia della redenzione e, attraverso questo «io» umano, anche nelle dimensioni interpersonali e sociali. Al tempo stesso, pertanto, emerge nell'umanità, quale parte del mondo creato da Dio: di quel mondo, che il Padre amò «di nuovo» nel Figlio eterno, Redentore del mondo.
Di questo Figlio dice san Paolo che «pur essendo di natura divina... spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini» (Fil 2,6-7). La caratteristica dell'annientamento contenuta nella pratica dei consigli evangelici, dunque, è caratteristica completamente cristocentrica. E perciò anche il Maestro di Nazaret indica esplicitamente la croce come condizione per seguire le sue orme. Colui che un giorno disse a ognuno e a ognuna di voi «Seguimi», ha detto anche: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (= cammini sulle mie orme). E ciò diceva a tutti i suoi ascoltatori, non solo ai discepoli. La legge della rinuncia appartiene, dunque, all'essenza stessa della vocazione cristiana. Tuttavia, essa in modo speciale appartiene all'essenza della vocazione legata alla professione dei consigli evangelici. A coloro che si trovano sulla via di questa vocazione parleranno con un linguaggio comprensibile anche quelle difficili espressioni, che leggiamo nella lettera ai Filippesi: per lui «ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui» (Fil 3,8-9).
Rinuncia, quindi - riflesso del mistero del Calvario -, per «trovarsi» più pienamente in Cristo crocifisso e risorto; rinuncia, per riconoscere in lui fino in fondo il mistero della propria umanità e confermarlo sulla via di quel mirabile processo, del quale lo stesso apostolo scrive in un altro luogo: «Se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno» (2Cor 19,11). In questo modo l'economia della redenzione trasferisce la potenza del mistero pasquale sul terreno dell'umanità, docile alla chiamata di Cristo alla vita in castità, in povertà e in obbedienza, ossia alla vita secondo i consigli evangelici.