19. Salario e altre prestazioni sociali
Dopo aver delineato il ruolo importante, che l'impegno di
dare un'occupazione a tutti i lavoratori ha al fine di garantire il rispetto
degli inalienabili diritti dell'uomo in considerazione del suo lavoro, conviene
toccare più da vicino questi diritti, i quali, in definitiva, si formano nel
rapporto tra il lavoratore e il datore di lavoro diretto. Tutto ciò che
è stato detto finora sul tema del datore di lavoro indiretto ha come scopo di
precisare più da vicino proprio questi rapporti mediante la dimostrazione di
quei molteplici condizionamenti, nei quali essi indirettamente si formano.
Questa considerazione, però, non ha un significato puramente descrittivo; essa
non è un breve trattato di economia o di politica. Si tratta di mettere in
evidenza l'aspetto deontologico e morale. Il problema-chiave dell'etica
sociale, in questo caso, è quello della giusta remunerazione per il
lavoro che viene eseguito. Non c'è nel contesto attuale un altro modo più
importante per realizzare la giustizia nei rapporti lavoratore-datore di
lavoro, di quello costituito appunto dalla remunerazione del lavoro.
Indipendentemente dal fatto che questo lavoro si effettui nel sistema della
proprietà privata dei mezzi di produzione oppure in un sistema, nel quale
questa proprietà ha subìto una specie di «socializzazione», il rapporto tra il
datore di lavoro (prima di tutto diretto) e il lavoratore si risolve in base al
salario, cioè mediante la giusta remunerazione del lavoro che è stato eseguito.
Occorre anche rilevare come la giustizia di un sistema
socio-economico e, in ogni caso, il suo giusto funzionamento meritino, in definitiva,
di essere valutati secondo il modo in cui il lavoro umano è in quel sistema
equamente remunerato. A questo punto arriviamo di nuovo al primo principio di
tutto l'ordinamento etico-sociale, e cioè al principio dell'uso comune dei
beni. In ogni sistema, senza riguardo ai fondamentali rapporti esistenti
tra il capitale e il lavoro, il salario, cioè la remunerazione del lavoro, rimane
una via concreta, attraverso la quale la stragrande maggioranza degli
uomini può accedere a quei beni che sono destinati all'uso comune: sia beni
della natura, sia quelli che sono frutto della produzione. Gli uni e gli altri
diventano accessibili all'uomo del lavoro grazie al salario, che egli riceve
come remunerazione per il suo lavoro. Di qui, proprio il giusto salario diventa
in ogni caso la concreta verifica della giustizia di tutto il sistema
socio-economico e, ad ogni modo, del suo giusto funzionamento. Non è questa
l'unica verifica, ma è particolarmente importante ed è, in un certo senso, la
verifica-chiave.
Questa verifica riguarda soprattutto la famiglia. Una giusta
remunerazione per il lavoro della persona adulta, che ha responsabilità di
famiglia è quella che sarà sufficiente per fondare e mantenere degnamente una
famiglia e per assicurarne il futuro. Tale remunerazione può realizzarsi sia
per il tramite del cosiddetto salario familiare - cioè un salario unico
dato al capo-famiglia per il suo lavoro, e sufficiente per il bisogno della
famiglia, senza la necessità di far assumere un lavoro retributivo fuori casa
alla coniuge -, sia per il tramite di altri provvedimenti sociali, come
assegni familiari o contributi alla madre che si dedica esclusivamente alla
famiglia, contributi che devono corrispondere alle effettive necessità, cioè al
numero delle persone a carico per tutto il tempo che esse non siano in grado di
assumersi degnamente la responsabilità della propria vita.
L'esperienza conferma che bisogna adoperarsi per la
rivalutazione sociale dei compiti materni, della fatica ad essi unita e del
bisogno che i figli hanno di cura, di amore e di affetto per potersi sviluppare
come persone responsabili, moralmente e religiosamente mature e
psicologicamente equilibrate. Tornerà ad onore della società rendere possibile
alla madre - senza ostacolarne la libertà, senza discriminazione psicologica o
pratica, senza penalizzazione nei confronti delle sue compagne - di dedicarsi
alla cura e all'educazione dei figli secondo i bisogni differenziati della loro
età. L'abbandono forzato di tali impegni, per un guadagno retribuitivo fuori
della casa, è scorretto dal punto di vista del bene della società e della
famiglia, quando contraddica o renda difficili tali scopi primari della
missione materna26.
In tale contesto si deve sottolineare che, in via più
generale, occorre organizzare e adattare tutto il processo lavorativo in modo
che vengano rispettate le esigenze della persona e le sue forme di vita,
innanzitutto della sua vita domestica, tenendo conto dell'età e del sesso di
ciascuno. È un fatto che in molte società le donne lavorano in quasi tutti i
settori della vita. Conviene, però, che esse possano svolgere pienamente le
loro funzioni secondo l'indole ad esse propria, senza discriminazioni e
senza esclusione da impieghi dei quali sono capaci, ma anche senza venir meno
al rispetto per le loro aspirazioni familiari e per il ruolo specifico che ad
esse compete nel contribuire al bene della società insieme con l'uomo. La
vera promozione della donna esige che il lavoro sia strutturato in tal modo
che essa non debba pagare la sua promozione con l'abbandono della propria
specificità e a danno della famiglia, nella quale ha come madre un ruolo
insostituibile.
Accanto al salario, qui entrano in gioco ancora varie prestazioni
sociali, aventi come scopo quello di assicurare la vita e la salute dei
lavoratori e quella della loro famiglia. Le spese riguardanti le necessità
della cura della salute, specialmente in caso di incidenti sul lavoro, esigono
che il lavoratore abbia facile accesso all'assistenza sanitaria, e ciò, in
quanto possibile, a basso costo, o addirittura gratuitamente. Un altro settore,
che riguarda le prestazioni, è quello collegato al diritto al riposo: prima
di tutto, si tratta qui del regolare riposo settimanale, comprendente almeno la
Domenica, ed inoltre un riposo più lungo, cioè le cosiddette ferie una volta
all'anno, o eventualmente più volte durante l'anno per periodi più brevi.
Infine, si tratta qui del diritto alla pensione e all'assicurazione per la
vecchiaia ed in caso di incidenti collegati alla prestazione lavorativa.
Nell'ambito di questi diritti principali, si sviluppa tutto un sistema di
diritti particolari, che insieme con la remunerazione per il lavoro decidono
della corretta impostazione di rapporti tra il lavoratore e il datore di
lavoro. Tra questi diritti va sempre tenuto presente quello ad ambienti di
lavoro ed a processi produttivi, che non rechino pregiudizio alla sanità fisica
dei lavoratori e non ledano la loro integrità morale.
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