b) Mondi e fenomeni
sociali nuovi
Le rapide e profonde trasformazioni
che caratterizzano oggi il mondo, in particolare il Sud, influiscono fortemente
sul quadro missionario: dove prima c'erano situazioni umane e sociali stabili,
oggi tutto è in movimento. Si pensi, a esempio, all'urbanizzazione e al
massiccio incremento delle città, soprattutto dove più forte è la pressione
demografica. Già ora in non pochi paesi più della metà della popolazione vive
in alcune megalopoli, dove i problemi dell'uomo spesso peggiorano anche per
l'anonimato in cui si sentono immerse le moltitudini. Nei tempi moderni
l'attività missionaria si è svolta soprattutto in regioni isolate, lontane dai
centri civilizzati e impervie per difficoltà di comunicazione, di lingua, di
clima. Oggi l'immagine della missione ad gentes sta forse cambiando: luoghi
privilegiati dovrebbero essere le grandi città, dove sorgono nuovi costumi e
modelli di vita, nuove forme di cultura e comunicazione, che poi influiscono
sulla popolazione. È vero che la «scelta degli ultimi» deve portare a non
trascurare i gruppi umani più marginali e isolati, ma è anche vero che non si
possono evangelizzare le persone o i piccoli gruppi, trascurando i centri dove
nasce, si può dire. un'umanità nuova con nuovi modelli di sviluppo. Il futuro
delle giovani nazioni si sta formando nelle città. Parlando del futuro, non si
possono dimenticare i giovani, i quali in numerosi paesi costituiscono già più
della metà della popolazione. Come far giungere il messaggio di Cristo ai
giovani non cristiani, che sono il futuro di interi continenti? Evidentemente i
mezzi ordinari della pastorale non bastano più: occorrono associazioni e
istituzioni, gruppi e centri speciali, iniziative culturali e sociali per i
giovani. Ecco un campo, dove i moderni movimenti ecclesiali hanno ampio spazio
per impegnarsi. Fra le grandi mutazioni del mondo contemporaneo, le migrazioni
hanno prodotto un fenomeno nuovo: i non cristiani giungono assai numerosi nei
paesi di antica cristianità, creando occasioni nuove di contatti e scambi
culturali, sollecitando la chiesa all'accoglienza, al dialogo, all'aiuto e, in
una parola, alla fraternità. Fra i migranti occupano un posto del tutto
particolare i rifugiati e meritano la massima attenzione. Essi sono ormai molti
milioni nel mondo e non cessano di aumentare: sono fuggiti da condizioni di
oppressione politica e di miseria disumana, da carestie e siccità di dimensioni
catastrofiche. La chiesa deve assumerli nell'ambito della sua sollecitudine
apostolica. Infine, si possono ricordare le condizioni di povertà, spesso
intollerabile, che vengono a crearsi in non pochi paesi e sono spesso
all'origine delle migrazioni di massa. La comunità dei credenti in Cristo è
provocata da queste situazioni disumane: l'annunzio di Cristo e del regno di
Dio deve diventare strumento di riscatto umano per queste popolazioni.
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