Il primo annunzio di
Cristo Salvatore
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L'annunzio ha la priorità permanente nella missione: la chiesa non può sottrarsi
al mandato esplicito di Cristo, non può privare gli uomini della «buona
novella» che sono amati e salvati da Dio. «L'evangelizzazione conterrà sempre -
come base, centro e insieme vertice del suo dinamismo - anche una chiara
proclamazione che, in Gesù Cristo... La salvezza è offerta a ogni uomo, come
dono di grazia e di misericordia di Dio stesso». 72 Tutte le forme
dell'attività missionaria tendono verso questa proclamazione che rivela e
introduce nel mistero nascosto nei secoli e svelato in Cristo (Ef 3,3);
(Col 1,25) il quale è nel cuore della missione e della vita della
chiesa, come cardine di tutta l'evangelizzazione. Nella realtà complessa della
missione il primo annunzio ha un ruolo centrale e insostituibile, perché
introduce «nel mistero dell'amore di Dio, che chiama a stringere in Cristo una
personale relazione con lui» 73 e apre la via alla conversione. La fede
nasce dall'annunzio, e ogni comunità ecclesiale trae origine e vita dalla
risposta personale di ciascun fedele a tale annunzio. 74 Come
l'economia salvifica è incentrata in Cristo, così l'attività missionaria tende
alla proclamazione del suo mistero. L'annunzio ha per oggetto il Cristo
crocifisso, morto e risorto: in lui si compie la piena e autentica liberazione
dal male, dal peccato e dalla morte; in lui Dio dona la «vita nuova», divina ed
eterna. È questa la «buona novella», che cambia l'uomo e la storia dell'umanità
e che tutti i popoli hanno il diritto di conoscere. Tale annunzio va fatto nel
contesto della vita dell'uomo e dei popoli che lo ricevono. Esso, inoltre, deve
essere fatto in atteggiamento di amore e di stima verso chi ascolta, con un
linguaggio concreto e adattato alle circostanze. In esso lo Spirito è all'opera
e instaura una comunione tra il missionario e gli ascoltatori, possibile in
quanto l'uno e gli altri entrano in comunione, per Cristo, col Padre.
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Essendo fatto in unione con l'intera comunità ecclesiale, l'annunzio non è mai
un fatto personale. Il missionario è presente e opera in virtù di un mandato
ricevuto e, anche se si trova solo, è collegato mediante vincoli invisibili, ma
profondi all'attività evangelizzatrice di tutta la chiesa. 76 Gli
ascoltatori, prima o poi, intravedono dietro a lui la comunità che lo ha
mandato e lo sostiene. L'annunzio è animato dalla fede, che suscita entusiasmo
e fervore nel missionario. Come si è detto, gli Atti definiscono tale
atteggiamento con la parola parresìa, che significa parlare con franchezza e
coraggio, e questo termine ricorre anche in san Paolo: «Nel nostro Dio abbiamo
avuto il coraggio di annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte».
( [link] 1 Ts 2,2) «Pregate. . . anche per me,
perché quando apro la bocca, mi sia data una parola franca per far conoscere il
mistero del vangelo del quale sono ambasciatore in catene, e io possa
annunziarlo con franchezza come è mio dovere». ( [link] Ef 6,18)
Nell'annunziare Cristo ai non cristiani il missionario è convinto che esiste
già nei singoli e nei popoli, per l'azione dello Spirito, un'attesa anche se
inconscia di conoscere la verità su Dio, sull'uomo, sulla via che porta alla
liberazione dal peccato e dalla morte. L'entusiasmo nell'annunziare il Cristo
deriva dalla convinzione di rispondere a tale attesa, sicché il missionario non
si scoraggia né desiste dalla sua testimonianza, anche quando è chiamato a
manifestare la sua fede in un ambiente ostile o indifferente. Egli sa che lo
Spirito del Padre parla in lui ( [link] Mt 10,17);
( [link] Lc 12,11) e può ripetere con gli apostoli:
«Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito santo». ( [link] At
5,32) Egli sa che non annunzia una verità umana, ma la «Parola di
Dio», la quale ha una sua intrinseca e misteriosa potenza. ( [link] Rm
1,16) La prova suprema è il dono della vita, fino ad accettare la
morte per testimoniare la fede in Gesù Cristo. Come sempre nella storia
cristiana, i «martiri», cioè i testimoni, sono numerosi e indispensabili al
cammino del vangelo. Anche nella nostra epoca ce ne sono tanti: vescovi
sacerdoti, religiosi e religiose, laici, a volte eroi sconosciuti che danno la
vita per testimoniare la fede. Sono essi gli annunziatori ed i testimoni per
eccellenza.
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