1.
Rivelazione della
misericordia
«Dio ricco di misericordia»
( [link] Ef 2,4) è colui che
Gesù Cristo ci ha rivelato come Padre: proprio il suo Figlio, in se stesso, ce
l'ha manifestato e fatto conoscere. ( [link] Gv
1,18) ( [link] Eb 1,1) Memorabile al riguardo è il momento
in cui Filippo, uno dei dodici apostoli, rivolgendosi a Cristo, disse:
«Signore, mostraci il Padre e ci basta»; e Gesù così gli rispose: «Da tanto
tempo sono con voi, e tu non mi hai conosciuto...? Chi
ha visto me, ha visto il Padre». ( [link] Gv
14,8) Queste parole furono pronunciate durante il discorso di addio,
al termine della cena pasquale, a cui seguirono gli eventi di quei santi giorni
durante i quali doveva una volta per sempre trovar conferma il fatto che «Dio,
ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti
rivivere con Cristo». ( [link] Ef
2,4)
Seguendo la dottrina del
Concilio Vaticano II e aderendo alle particolari necessità dei tempi in cui
viviamo, ho dedicato l'enciclica Redemptor hominis alla verità intorno
all'uomo, che nella sua pienezza e profondità ci viene
rivelata in Cristo. Un'esigenza di non minore importanza, in questi tempi
critici e non facili, mi spinge a scoprire nello stesso Cristo ancora una volta
il volto del Padre, che è «misericordioso e Dio di ogni
consolazione». Si legge infatti nella costituzione
Gaudium et spes: «Cristo, che è il nuovo Adamo... svela... pienamente l'uomo
all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione»: egli lo fa «proprio
rivelando il mistero del Padre e del suo amore». Le parole citate attestano
chiaramente che la manifestazione dell'uomo, nella piena dignità della sua
natura, non può aver luogo senza il riferimento - non soltanto concettuale, ma
integralmente esistenziale a Dio. L'uomo e la sua vocazione suprema si svelano
in Cristo mediante la rivelazione del mistero del Padre e del suo amore.
È per
questo che conviene ora volgerci
a quel mistero: lo suggeriscono molteplici esperienze della Chiesa e dell'uomo
contemporaneo; lo esigono anche le invocazioni di tanti cuori umani, le loro
sofferenze e speranze, le loro angosce ed attese. Se è vero che ogni uomo, in
un certo senso, è la via della Chiesa, come ho affermato nell'enciclica
Redemptor hominis, al tempo stesso il Vangelo e tutta la tradizione ci indicano costantemente che dobbiamo percorrere questa via
con ogni uomo cosi come Cristo l'ha tracciata, rivelando in se stesso il Padre
e il suo amore. In Gesù Cristo ogni cammino verso l'uomo, quale
è stato una volta per sempre assegnato alla Chiesa nel mutevole contesto dei
tempi, è simultaneamente un andare incontro al Padre e al suo amore. Il
Concilio Vaticano II ha confermato questa verità a misura dei nostri tempi.
Quanto più la missione
svolta dalla Chiesa si incentra sull'uomo, quanto più
è, per cosi dire, antropocentrica, tanto più essa deve confermarsi e
realizzarsi teocentricamente, cioè orientarsi in Gesù Cristo verso il Padre.
Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono
state e continuano ad essere propense a dividere e
perfino a contrapporre il teocentrismo e l'antropocentrismo, la Chiesa invece,
seguendo il Cristo, cerca di congiungerli nella storia dell'uomo in maniera
organica e profonda. E questo è anche uno dei principi
fondamentali, e forse il più importante, del magistero dell'ultimo Concilio. Se dunque nella fase attuale della storia della Chiesa, ci
proponiamo come compito preminente di attuare la dottrina del grande Concilio,
dobbiamo appunto richiamarci a questo principio con fede, con mente aperta e
col cuore. Già nella citata mia enciclica ho cercato di rilevare che
l'approfondimento e il multiforme arricchimento della coscienza della Chiesa,
frutto del medesimo Concilio, deve aprire più
ampiamente il nostro intelletto ed il nostro cuore a Cristo stesso. Oggi
desidero dire che l'apertura verso Cristo, che come Redentore del mondo rivela
pienamente l'uomo all'uomo stesso, non può compiersi altrimenti che attraverso
un sempre più maturo riferimento al Padre ed al suo amore.
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