Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Congregazioni per l'Educazione Cattolica e per il Clero
Ratio fund. instit. - Directorium pro minist. et vita diac. permanent.

IntraText CT - Lettura del testo

  • I - Ratio fundamentalis institutionis diaconorum permanentium (Congregaz. per l'Educazione Cattolica)
    • Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanenti
      • Introduzione
        • 2. Il riferimento a una sicura teologia del diaconato
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze


2. Il riferimento a una sicura teologia del diaconato


3. L'efficacia della formazione dei diaconi permanenti dipende in gran parte dalla concezione teologica sul diaconato che la sottende. Essa infatti offre le coordinate per determinare e orientare l'itinerario formativo e, allo stesso tempo, traccia la meta verso cui tendere.
La quasi totale scomparsa del diaconato permanente nella Chiesa d'Occidente per più di un millennio ha reso certamente più difficile la comprensione della profonda realtà di questo ministero. Tuttavia, non si può dire per ciò stesso che la teologia del diaconato sia senza alcun riferimento autorevole, in completa balìa delle differenti opinioni teologiche. I riferimenti esistono, e sono molto chiari, anche se esigono di essere ulteriormente sviluppati e approfonditi. Qui di seguito ne vengono richiamati alcuni ritenuti più importanti, senza avere per questo alcuna pretesa di completezza.

La prospettiva ecclesiologica e cristologica


4. Innanzi tutto bisogna considerare il diaconato, come ogni altra identità cristiana, all'interno della Chiesa, intesa come mistero di comunione trinitaria in tensione missionaria. È questo un riferimento necessario nella definizione dell'identità di ogni ministro ordinato, anche se non prioritario, in quanto la sua verità piena consiste nell'essere una partecipazione specifica e una ripresentazione del ministero di Cristo 37. È per questo che il diacono riceve l'imposizione delle mani ed è sostenuto da una specifica grazia sacramentale che lo innesta nel sacramento dell'ordine 38.

La specifica conformazione a Cristo


5. Il diaconato viene conferito mediante una speciale effusione dello Spirito (ordinazione), che realizza in chi la riceve una specifica conformazione a Cristo, Signore e servo di tutti. Nella Lumen gentium, n. 29, si precisa, citando un testo delle Constitutiones Ecclesiae Aegyptiacae, che l'imposizione delle mani al diacono non è "ad sacerdotium sed ad ministerium" 39, cioè, non per la celebrazione eucaristica, ma per il servizio. Questa indicazione, insieme con il monito di san Policarpo, pure ripreso dalla Lumen gentium, n. 29 40, delinea l'identità teologica specifica del diacono: egli, come partecipazione dell'unico ministero ecclesiastico, è nella Chiesa segno sacramentale specifico di Cristo servo. Suo compito è di essere "interprete delle necessità e dei desideri delle comunità cristiane" e "animatore del servizio, ossia della diakonia" 41, che è parte essenziale della missione della Chiesa.

La "materia" e la "forma" del sacramento


6. Materia dell'ordinazione diaconale è l'imposizione delle mani del Vescovo; la forma è costituita dalle parole della preghiera di ordinazione, che si articola nei tre passaggi dell'anamnesi, dell'epiclesi e dell'intercessione 42. L'anamnesi (che ripercorre la storia della salvezza incentrata in Cristo) si rifà ai "leviti", richiamando il culto, e ai "sette" degli Atti degli Apostoli, richiamando la carità. L'epiclesi invoca la forza dei sette doni dello Spirito perché l'ordinando sia in grado di imitare Cristo come "diacono". L'intercessione esorta a una vita generosa e casta.
La forma essenziale per il sacramento è l'epiclesi, che consiste nelle parole: "Ti supplichiamo, o Signore, effondi in loro lo Spirito santo, che li fortifichi con i sette doni della tua grazia, perché compiano fedelmente l'opera del ministero". I sette doni hanno origine da un passo di Isaia 11,2, recepito dalla versione ampliata che ne hanno dato i Settanta. Si tratta dei doni dello Spirito dati al Messia, che vengono partecipati ai nuovi ordinati.

Carattere e grazia sacramentale specifica


7. In quanto grado dell'ordine sacro, il diaconato imprime il carattere e comunica una grazia sacramentale specifica. Il carattere diaconale è il segno configurativo-distintivo impresso indelebilmente nell'anima che configura chi è ordinato a Cristo, il quale si è fatto diacono, cioè servo di tutti 43. Esso porta con sé una specifica grazia sacramentale, che è forza, vigor specialis, dono per vivere la nuova realtà operata dal sacramento. "Quanto ai diaconi, la grazia sacramentale dà loro la forza necessaria per servire il popolo di Dio nella diaconia della liturgia, della Parola e della carità, in comunione con il Vescovo e il suo presbiterio" 44. Come in tutti i sacramenti che imprimono il carattere, la grazia ha una virtualità permanente. Fiorisce e rifiorisce nella misura in cui è accolta e riaccolta nella fede.

La relazione con i Vescovi e i presbiteri


8. Nell'esercizio della loro potestà, i diaconi, essendo partecipi a un grado inferiore del ministero ecclesiastico, dipendono necessariamente dai Vescovi, che hanno la pienezza del sacramento dell'ordine. Inoltre, essi sono posti in una speciale relazione con i presbiteri, in comunione con i quali sono chiamati a servire il popolo di Dio 45.

L'incardinazione

Da un punto di vista disciplinare, con l'ordinazione diaconale, il diacono è incardinato nella Chiesa particolare o nella Prelatura personale al cui servizio è stato ammesso, oppure, come chierico, in un Istituto religioso di vita consacrata o in una Società clericale di vita apostolica 46. L'istituto dell'incardinazione non rappresenta un fatto più o meno accidentale, ma si caratterizza come legame costante di servizio a una concreta porzione di popolo di Dio. Esso implica l'appartenenza ecclesiale a livello giuridico, affettivo e spirituale e l'obbligo del servizio ministeriale.




37 Cfr. Giovanni Paolo II, Esort. ap. postsinodale Pastores dabo vobis (25 marzo 1992), 12: AAS 84 (1992), pp. 675-676.



38 Cfr. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium 28; 29.



39 Il Pontificale Romanum - De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, Typis Polyglottis Vaticanis 1990, p. 101, cita al n. 179 dei "Praenotanda", relativi all'ordinazione dei diaconi, l'espressione "in ministerio Episcopi ordinantur" tratta dalla Traditio apostolica, 8 (SCh, 11bis, pp. 58-59), ripresa dalle Constitutiones Ecclesiae Aegyptiacae III, 2: F.X. Funk (ed.), Didascalia et Constitutiones Apostolorum, II, Paderbornae 1905, p. 103.



40 "Siano misericordiosi, attivi; camminino nella verità del Signore il quale si è fatto servo di tutti" (san Policarpo, Epist. ad Philippenses, 5, 2: F.X. Funk, Patres Apostolici, I, Tubingae 1901, pp. 300-302).



41 PaoloVI, Lett. ap. Ad pascendum, Introduzione: l. c., pp. 534-538.



42 Cfr. Pontificale Romanum - De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, n. 207: ed. cit., pp. 115-122.



43 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1570.



44 Ivi, n. 1588.



45 Cfr. Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Christus Dominus 15.



46 Cfr. CIC, can. 266.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License