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Congregazioni per l'Educazione Cattolica e per il Clero Ratio fund. instit. - Directorium pro minist. et vita diac. permanent. IntraText CT - Lettura del testo |
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2. Il periodo propedeutico Le finalità 41. Con l'ammissione tra gli aspiranti al diaconato inizia un periodo propedeutico, che dovrà avere una congrua durata. È un periodo in cui gli aspiranti saranno introdotti a una più approfondita conoscenza della teologia, della spiritualità e del ministero diaconali e saranno invitati a un più attento discernimento della loro chiamata. I formatori 42. Responsabile del periodo propedeutico è il direttore per la formazione che, a seconda dei casi, potrà affidare gli aspiranti a uno o più tutori. È auspicabile che, dove le circostanze lo permettono, gli aspiranti formino una loro comunità, con un proprio ritmo di incontri e di preghiera che preveda anche momenti comuni con la comunità dei candidati. Il direttore per la formazione verificherà che ogni aspirante sia accompagnato da un direttore spirituale approvato e prenderà contatti con il parroco di ciascuno (o altro sacerdote) per programmare il tirocinio pastorale. Inoltre, avrà cura di prendere contatti con le famiglie degli aspiranti coniugati per sincerarsi della loro disponibilità ad accettare, condividere e accompagnare la vocazione del loro congiunto. Il programma 43. Il programma del periodo propedeutico, di norma, non dovrebbe prevedere lezioni scolastiche, ma incontri di preghiera, istruzioni, momenti di riflessione e di confronto orientati a favorire l'obiettività del discernimento vocazionale, secondo un piano ben strutturato. Già in questo periodo si abbia cura di coinvolgere, per quanto possibile, anche le spose degli aspiranti. Il discernimento 44. Gli aspiranti, sulla base dei requisiti richiesti per il ministero diaconale, siano invitati a operare un discernimento libero e consapevole, senza lasciarsi condizionare da interessi personali o pressioni esterne di qualsiasi tipo 80. Alla fine del periodo propedeutico, il direttore per la formazione, dopo aver consultato l'équipe educativa e tenendo conto di tutti gli elementi in suo possesso, presenterà al Vescovo proprio (o al Superiore maggiore competente) un attestato che tracci il profilo della personalità degli aspiranti e, su richiesta, anche un giudizio di idoneità. Da parte sua, il Vescovo (o il Superiore maggiore competente) ascriverà tra i candidati al diaconato solo coloro per i quali avrà raggiunto, sia in forza della sua conoscenza personale, sia per le informazioni ricevute dagli educatori, la certezza morale dell'idoneità. |
80 Cfr. CIC, can. 1026. |
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