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Pontificio Consiglio "COR UNUM"
La fame nel mondo

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  • IV - Il Giubileo dell'Anno 2000: una tappa nella lotta contro la fame
    • L'economia degradata dalla mancanza di giustizia
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L'economia degradata dalla mancanza di giustizia

57. La Lettera Apostolica 'Tertio millennio adveniente', propone alcune iniziative molto concrete per promuovere attivamente la giustizia sociale 81, ed in tal senso essa incoraggia a ricercare altre forme di risposta al problema della fame e della malnutrizione, che il Giubileo potrebbe fare proprie.
La pratica giubilare è particolarmente necessaria nell'ambito dell'economia che, lasciata a se stessa, diventa di fatto anemica, in quanto non attua più la giustizia. Ogni crisi economica, il cui effetto estremo è la penuria alimentare, si configura fondamentalmente quale crisi di giustizia, che non viene più realizzata 82.
Il popolo eletto del Vecchio Testamento lo aveva già capito ed ora sta a noi attualizzarlo. Questa crisi va analizzata oggi nel contesto del libero mercato: all'interno di ogni singolo paese, come pure nei rapporti internazionali, il libero mercato può costituire uno strumento appropriato per la distribuzione delle risorse e per un'efficace risposta ai bisogni 83. La realizzazione della giustizia sociale stabilizza lo scambio commerciale: ciascuno ha diritto di parteciparvi, pur correndo il rischio di cadere in un neo maltusianismo economico, che si limiterebbe ad una visione stereotipa della solvibilità e dell'efficacia.
Stabilito ciò, si deve constatare che la giustizia ed il mercato sono spesso analizzati come due realtà antinomiche, il che implica che la persona umana si sente libera da qualsiasi responsabilità in ordine alla giustizia sociale. L'esigenza di equità, di conseguenza, non è più di competenza dell'individuo, che soggiace con rassegnazione alle leggi del mercato: essa viene trasferita allo Stato e, più precisamente, allo Stato-provvidenza.
In linea di massima, le filosofie morali diffuse oggi sono ampiamente responsabili dello spostamento d'accento nella riflessione: si è passati dal campo del comportamento giusto, a quello della giustizia delle strutture e delle procedure, una costruzione teorica praticamente irrealizzabile. D'altronde, questa provvidenza dello Stato, ad intra ed ad extra, risulta oggi ben logora, sempre meno garante di una vera giustizia distributiva, essa stessa nociva all'efficienza delle economie nazionali. Non costituisce tutto ciò argomento di riflessione in merito al rapporto fra carenza di contributi individuali alla realizzazione di una giustizia sociale e di una sobrietà dei nostri comportamenti economici da un lato e, dall'altro, crescente inefficacia dei meccanismi di ridistribuzione, che si ripercuote a sua volta sull'efficacia globale della nostra economia?





81 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica 'Tertio millennio adveniente' (1994), n. 51: "... proponendo il Giubileo come un tempo opportuno per pensare, tra l'altro, ad una consistente riduzione - se non proprio al totale condono - del debito internazionale che pesa sul destino di molte Nazioni", l. c., p. 36.




82 Cf. a tale proposito H. HUDE, 'Ethique et Politique', capitolo XIII: "La justice sur le marché", Ed. Universitaires, Parigi 1992.




83 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Enciclica 'Centesimus annus' (1991), n. 34, l. c., pp. 835-836.







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