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Pontificio Consiglio "COR UNUM"
La fame nel mondo

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  • II - Sfide di natura etica da affrontare insieme
    • Le costose deviazioni dal bene comune: le "strutture di peccato"
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Le costose deviazioni dal bene comune: le "strutture di peccato"

25. Ignorare il bene comune si accompagna ad una ricerca esclusiva e a volte esasperata di beni particolari quali il denaro, il potere, la reputazione, perseguiti per se stessi come un assoluto: essi si convertono così in idoli. E in tal modo che nascono le "strutture di peccato" 36, coacervo di luoghi e di circostanze, ove le abitudini sono perverse e tali da obbligare a dar prova di eroismo qualsiasi nuovo venuto che si rifiuti di adottarle.
Le "strutture di peccato" sono molteplici: alcune sono diffuse a livello mondiale - come per esempio i meccanismi ed i comportamenti che generano la fame - altre sono su scala molto più ridotta, ma provocano dissimmetrie tali da rendere molto più difficile la pratica del bene. Queste "strutture" determinano sempre costi elevati in termini umani: sono luoghi di distruzione del bene comune.
È meno frequente constatare quanto esse siano degradanti e costose a livello economico. Se ne possono offrire esempi sconvolgenti 37. Lo sviluppo è frenato non soltanto dall'ignoranza e dall'incompetenza, ma anche, e su vasta scala, dalle molteplici "strutture di peccato" che agiscono quale contagiosa deviazione della destinazione universale dei beni della terra verso scopi particolari e sterili.
È evidente, in effetti, che l'uomo non può sottomettere la terra e dominarla in maniera efficace adorando nel contempo falsi idoli quali il denaro, il potere e la reputazione, considerati beni a sé stanti e non strumenti per servire ogni uomo e tutti gli uomini. Cupidigia, orgoglio e vanità accecano colui che vi soccombe e che finisce per non comprendere più neppure quanto le sue percezioni siano limitate e le sue azioni autodistruttive.
La destinazione universale dei beni presuppone che denaro, potere e reputazione siano ricercati quali strumenti per:
a) costituire mezzi di produzione di beni e servizi di effettiva utilità sociale ed in grado di promuovere il bene comune;
b) condividere con i più svantaggiati che incarnano, agli occhi di tutti gli uomini di buona volontà, il bisogno di bene comune: in effetti, essi sono testimonianza vivente della carenza di tale bene. Più ancora, per i cristiani, essi sono figli amati da Dio che, tramite loro ed in loro, viene a visitarci.
L'"assolutizzazione" di queste ricchezze le spoglia, in tutto o in parte, della loro utilità per il bene comune. Il funzionamento dell'economia mondiale appare globalmente mediocre - specie in rapporto ai risultati di punta che ottengono alcuni paesi su periodi alquanto lunghi - ed estremamente costoso in termini umani (laddove funziona e laddove non funziona), in quanto è profondamente minato dal costo delle cattive abitudini, vera costrizione morale che grava sugli individui.
Invece, non appena dei gruppi di persone riescono a lavorare di comune accordo facendosi carico della collettività intera e di ogni singola persona, si registrano progressi notevoli: persone fino a quel momento poco utili, eccellono per la qualità dei loro servizi e gli esiti positivi modificano progressivamente le condizioni materiali, psicologiche e morali della vita. Si tratta in realtà degli "opposti" delle "strutture di peccato"; le si potrebbero definire "strutture del bene comune", che preparano la "civiltà dell'amore" 38. L'esperienza vissuta in queste situazioni offre una pallida idea di quello che potrebbe essere un mondo in cui gli uomini avessero più frequentemente a cuore, in tutte le loro attività e nell'esercizio di tutte le loro responsabilità, i loro interessi comuni e la sorte di ciascuno.





36 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica 'Reconciliatio et pænitentia' (1984), n. 16, AAS (1985), pp. 213-217 (in termini di peccato sociale che produce mali sociali), Lettera Enciclica 'Sollicitudo rei socialis' (1987), nn. 36-37, l. c., pp. 561-564 e Lettera Enciclica 'Centesimus annus' (1991), n. 38, l. c., p. 841. Questi documenti utilizzano anche espressioni quali "situazioni di peccato" o anche "peccati sociali", facendo sempre risalire la causa di questi peccati all'egoismo, alla ricerca del profitto ed al desiderio di potere.




37 La realizzazione dell'arma chimica, senza "ricadute", che serve solo ad attaccare o a difendersi, ne è testimonianza. A mero titolo di esempio, le 500.000 tonnellate di prodotti mortali, in grado di distruggere 60 miliardi di uomini, di cui dispone l'ex Unione Sovietica, hanno avuto un costo di produzione di 200 miliardi di dollari USA, ed altrettanto costerà distruggerle. Si tratta di risorse reali, e dunque di una perdita secca per il pianeta. Questa avventura perversa si traduce in un abbassamento del tenore di vita degli uomini (principalmente, ma non solo, nell'ex URSS) e addirittura in fame per numerose famiglie che altrimenti non l'avrebbero conosciuta.




38 Cf. PAOLO VI, 'Omelia' del Natale 1975 a conclusione dell'Anno Santo, AAS (1976), p. 145. Questo concetto è stato utilizzato per la prima volta dal Papa Paolo VI.







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