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Pontificio Consiglio "COR UNUM"
La fame nel mondo

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  • IV - Il Giubileo dell'Anno 2000: una tappa nella lotta contro la fame
    • Diventare "provvidenza" per i propri fratelli
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Diventare "provvidenza" per i propri fratelli

55. Fondamentalmente, la pratica dei giubilei trova il suo riferimento nella Divina Provvidenza e nella storia della salvezza 78. Se si prende avvio da tale origine, le realtà della fame e della malnutrizione possono essere comprese quale conseguenza del peccato dell'uomo, come rivelato già dai primi versetti del libro della Genesi: "Yahvè dice a Caino: "Dove è Abele, tuo fratello?" Egli rispose "Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?". Yahvè riprese "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra"" (Gen 4, 9-12).
L'immagine qui evocata esprime con perfetta chiarezza il rapporto che intercorre fra il rispetto per la dignità della persona umana e la fecondità dell'ambiente ecologico, ormai macchiato e ferito. Tale rapporto ritorna come una eco nel corso di tutta la storia umana fino a costituire, verosimilmente, lo sfondo teologico dei rapporti di causalità, precedentemente analizzati a proposito della fame e della malnutrizione. Le alee naturali, a volte così sfavorevoli, appaiono amplificate dalle conseguenze della smisurata sete di potere e di profitto e dalle "strutture di peccato" che ne derivano. L'uomo, voltando le spalle all'intenzione di Dio espressa nella creazione, non riesce più a vedere se stesso, i suoi fratelli ed il suo futuro, se non attraverso una miopia che lo condanna all'esperienza dell'erranza che segna il genere umano: "... che hai fatto di tuo fratello?".





78 Cf. 'ibid'., n. 13, l.c., pp. 13-14.







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