Il dominio di sé
18. "La castità richiede 'l'acquisizione del dominio di sé', che è pedagogia per la libertà umana. L'alternativa è evidente: o l'uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice"28. Ogni persona sa, anche per esperienza, che la castità richiede di rifiutare certi pensieri, parole e azioni peccaminosi, come San Paolo si è ben curato di chiarire e ricordare (cfr. Rom 1,18; 6,12-14; 1Cor 6,9-11; 2Cor 7,1; Gal 5,16-23; Ef 4,17-24; 5,3-13; Col 3,5-8; 1Ts 4,1-18; 1Tm 1,8-11; 4,12). Per questo si richiede una capacità e 'un'attitudine al dominio di sé' che sono segno di libertà interiore, di responsabilità verso se stessi e gli altri e, nello stesso tempo, testimoniano una coscienza di fede; questo dominio di sé comporta sia di evitare le occasioni di provocazione e di incentivo al peccato sia di saper superare gli impulsi istintivi della propria natura.
19. Quando la famiglia svolge un'opera di valido sostegno educativo e incoraggia l'esercizio di tutte le virtù, l'educazione alla castità risulta facilitata e priva di 'conflitti interiori', anche se in certi momenti i giovani possono avvertire situazioni di particolare delicatezza. Per alcuni, che si trovano in ambienti dove si offende e si scredita la castità, vivere in modo casto può esigere una lotta dura, talora eroica. Ad ogni modo, con la grazia di Cristo, che sgorga dal suo amore sponsale per la Chiesa, tutti possono vivere castamente anche se si trovano in circostanze poco favorevoli. Il fatto stesso che tutti siano chiamati alla santità, come ricorda il Concilio Vaticano II, rende più facile da capire che, tanto nel celibato quanto nel matrimonio, possono esserci - anzi, di 'fatto' capitano a tutti, in un modo o nell'altro, per periodi di più breve o di più lunga durata -, delle situazioni in cui siano indispensabili atti eroici di virtù29. Anche la vita di matrimonio implica, pertanto, un cammino gioioso ed esigente di santità.
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