VI - I passi nella conoscenza
64. Ai genitori compete particolarmente l'obbligo di far conoscere ai figli i 'misteri della vita umana', perché la famiglia "è l'ambiente migliore per assolvere l'obbligo di assicurare una graduale educazione della vita sessuale. La famiglia possiede una carica affettiva adatta a fare accettare senza traumi anche le realtà più delicate e ad integrarle armonicamente in una personalità ricca ed equilibrata"94. Questo compito primario della famiglia, che abbiamo ricordato, comporta per i genitori il diritto a che i loro figli non siano obbligati a scuola ad assistere a corsi su questa materia che siano in disaccordo con le proprie convinzioni religiose e morali95. È infatti compito della scuola non sostituirsi alla famiglia ma, piuttosto, "assistere e completare l'opera dei genitori, fornendo ai fanciulli e ai giovani una valutazione della sessualità come valore e compito di tutta la persona creata, maschio e femmina, a immagine di Dio"96. In merito ricordiamo quanto insegna il Santo Padre nella 'Familiaris consortio': "la Chiesa si oppone fermamente a una certa forma di informazione sessuale, avulsa dai principi morali, così spesso diffusa, la quale altro non sarebbe che un'introduzione all'esperienza del piacere e uno stimolo che porta a perdere la serenità - ancora negli anni dell'innocenza -, aprendo la strada al vizio"97. Occorre, perciò, proporre 'quattro principi generali' e in seguito esaminare le varie fasi di sviluppo del fanciullo.
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