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Pontificio Consiglio per la Famiglia
Sessualità umana

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  • VI - I passi nella conoscenza
    • Le fasi principali dello sviluppo del fanciullo
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Le fasi principali dello sviluppo del fanciullo

77. È importante che i genitori abbiano riguardo delle esigenze dei loro figli nelle diverse fasi dello sviluppo. Tenendo conto che ogni bambino deve ricevere una formazione individualizzata, essi possono adattare le tappe dell'educazione all'amore ai bisogni particolari di ogni figlio.


1. 'Gli anni dell'innocenza'

78. Dall'età di cinque anni circa fino alla pubertà - il cui inizio è da porsi nella manifestazione delle prime modificazioni nel corpo del ragazzo o della ragazza (effetto visibile di una incrementata produzione di ormoni sessuali) - si dice che il bambino è nella fase descritta, secondo le parole di Giovanni Paolo II, come "gli anni dell'innocenza"106. Questo periodo di tranquillità e di serenità non deve mai essere disturbato da un'informazione sessuale non necessaria. In questi anni, prima che sia evidente uno sviluppo fisico sessuale, è normale che gli interessi del bambino siano rivolti ad altri aspetti della vita. È scomparsa la sessualità istintiva rudimentale del bambino piccolo. I bambini e le bambine di questa età non sono particolarmente interessati ai problemi sessuali e preferiscono frequentare bambini del proprio sesso.
Per non disturbare questa importante fase naturale della crescita, i genitori riconosceranno che una cauta formazione all'amore casto in questo periodo deve essere indiretta, in preparazione della pubertà, allorché l'informazione diretta sarà necessaria.

79. In questa fase di sviluppo, il bambino si trova normalmente a proprio agio con il corpo e le sue funzioni. Egli accetta il bisogno di modestia nel modo di vestire e nel comportamento. Pur essendo consapevole delle differenze fisiche fra i due sessi, il bambino in crescita mostra in genere poco interesse per le funzioni genitali. La scoperta delle meraviglie del creato, che accompagna questa epoca, e le esperienze in tal senso in casa e a scuola, dovranno anche essere orientate verso le fasi della catechesi e l'approccio ai sacramenti, che avviene all'interno della comunità ecclesiale.

80. Tuttavia, questo periodo della fanciullezza non è privo del suo significato in termini di sviluppo psico-sessuale. Il bambino o la bambina che cresce apprende, dall'esempio degli adulti e dall'esperienza familiare, 'cosa significhi essere una donna o un uomo'. Certamente non si dovrebbero scoraggiare le espressioni di tenerezza naturale e di sensibilità da parte dei ragazzi, né, viceversa, si dovrebbero escludere le ragazze da attività fisiche vigorose. D'altra parte, però, in alcune società soggette a pressioni ideologiche, i genitori dovranno guardarsi anche da un'opposizione esagerata nei confronti di quella che viene definita una "stereotipizzazione dei ruoli".
Non si dovrebbero ignorare o minimizzare le effettive differenze fra i due sessi e, in un ambiente familiare sano, i bambini impareranno che è naturale che a queste differenze corrisponda una certa diversità fra i normali ruoli familiari e domestici rispettivamente degli uomini e delle donne.

81. Durante questa fase, le ragazze svilupperanno in genere un interesse materno per i bambini piccoli, per la maternità e per la cura della casa. Assumendo costantemente come modello la maternità della Santissima Vergine Maria, dovrebbero essere incoraggiate a valorizzare la propria femminilità.

82. Un ragazzo, in questa fase, è ad uno stadio di sviluppo relativamente tranquillo. Questo rappresenta spesso il periodo più facile per stabilire un buon rapporto con il padre. In questo tempo, egli dovrebbe apprendere che la sua mascolinità, anche se deve essere considerata come un dono divino, non è un segno di superiorità rispetto alle donne, ma una chiamata di Dio ad assumere certi ruoli e responsabilità. Il fanciullo dovrebbe essere scoraggiato dal diventare eccessivamente aggressivo o troppo preoccupato della prodezza fisica come garanzia della propria virilità.

83. Tuttavia, nel contesto dell'informazione morale e sessuale, possono sorgere in questa fase della fanciullezza diversi problemi. Oggi, in alcune società, vi sono tentativi programmati e determinati di imporre 'un'informazione sessuale prematura ai fanciulli'.
In questo stadio dello sviluppo, tuttavia, essi non sono ancora in grado di comprendere pienamente il valore della dimensione affettiva della sessualità. Non possono comprendere e controllare l'immagine sessuale in un contesto adeguato di principi morali e, quindi, non possono integrare un'informazione sessuale prematura con la responsabilità morale. Tale informazione tende così a infrangere il loro sviluppo emozionale ed educativo e a disturbare la serenità naturale di questo periodo di vita. I genitori dovrebbero escludere con gentilezza ma con fermezza i tentativi di violare l'innocenza dei figli, perché tali tentativi compromettono lo sviluppo spirituale, morale ed emotivo delle persone che stanno crescendo e che hanno diritto a tale innocenza.

84. Un ulteriore problema sorge allorché i fanciulli ricevono una prematura informazione sessuale da parte dei mass-media o di coetanei che sono stati fuorviati o che hanno ricevuto un'educazione sessuale precoce. In questa circostanza i genitori avranno la necessità di cominciare ad impartire un'informazione sessuale accuratamente limitata, di solito per correggere un'informazione immorale errata o per controllare un linguaggio osceno.

85. Non infrequenti sono le violenze sessuali nei confronti dei bambini. I genitori devono proteggere i loro figli, anzitutto educandoli a una forma di modestia e di riserbo nei confronti di persone estranee; inoltre, impartendo un'adeguata informazione sessuale, senza però anticipare dettagli e particolarità che li potrebbero turbare e spaventare.

86. Come nei primi anni di vita, anche durante la fanciullezza i genitori dovrebbero incoraggiare nei figli lo spirito di collaborazione, obbedienza, generosità e abnegazione, nonché favorire le capacità di autoriflessione e di sublimazione. Infatti, è caratteristico di questo periodo di sviluppo l'essere attratti da attività intellettuali: e l'intellettualizzazione consente di acquisire la forza e la capacità di controllare la realtà circostante e, in un prossimo futuro, anche gli istinti che provengono dal corpo, così da trasformarli in attività intellettuali e razionali.
Il ragazzo indisciplinato o viziato è incline a una certa immaturità e debolezza morale nel futuro, perché la castità è difficile da mantenere se una persona sviluppa abitudini egoiste o disordinate e non è in grado di comportarsi con gli altri con interesse e rispetto. I genitori devono presentare standard obiettivi di ciò che è giusto o sbagliato, creando un contesto morale sicuro per la vita.


2. 'La pubertà'

87. La pubertà, che costituisce la fase iniziale dell'adolescenza, è un momento in cui i genitori sono chiamati a essere particolarmente attenti 'all'educazione cristiana dei figli': è il momento della scoperta di se stessi "e del proprio universo interiore, momento di progetti generosi, momento in cui zampillano il sentimento dell'amore, gli impulsi biologici della sessualità e il desiderio di stare insieme, momento di una gioia particolarmente intensa, connessa con la scoperta inebriante della vita. Spesso, però, è anche l'età degli interrogativi più profondi, delle ricerche ansiose e perfino frustranti, di una certa diffidenza verso gli altri con dannosi ripiegamenti su se stessi, l'età talvolta delle prime sconfitte e delle prime amarezze"107.

88. I genitori devono essere particolarmente attenti all'evoluzione dei propri figli e alle loro trasformazioni fisiche e psichiche, decisive nella maturazione della personalità. Pur senza rivelare ansia, paura e ossessiva preoccupazione, tuttavia non consentiranno che la codardia e la comodità blocchino il loro intervento. Logicamente è un momento importante nell'educazione al valore della castità, il che si tradurrà anche nel modo d'informare sulla sessualità. In questa fase, la domanda educativa riguarda anche l'aspetto della genitalità e ne richiede perciò la presentazione, sia sul piano dei valori sia su quello della realtà globalmente intesa; ciò implica, inoltre, la comprensione del contesto relativo alla procreazione, al matrimonio e alla famiglia, contesto che deve essere tenuto presente in un'autentica opera di educazione sessuale108.

89. I genitori prendendo spunto dalle trasformazioni che le figlie e i figli sperimentano nel proprio corpo, sono allora tenuti a dare 'spiegazioni più dettagliate sulla sessualità', ogni qualvolta che - vigente un rapporto di fiducia e di amicizia - le ragazze si confidino con la propria madre e i ragazzi con il proprio padre. Tale rapporto di fiducia e di amicizia va instaurato già nei primi anni di vita.

90. Compito importante dei genitori è accompagnare l'evoluzione fisiologica delle figlie aiutandole ad accogliere con gioia 'lo sviluppo della femminilità' nel senso corporeo, psicologico e spirituale109. Normalmente si potrà parlare, perciò, anche dei cicli di fertilità e del loro significato; non sarà però ancora necessario, a meno che non venga esplicitamente richiesto, dare spiegazioni in dettaglio circa l'unione sessuale.

91. È molto importante che anche gli adolescenti di sesso maschile siano aiutati a comprendere le tappe dello sviluppo fisico e fisiologico degli organi genitali, prima che debbano attingere queste notizie dai compagni di gioco o da persone non bene ispirate. La presentazione dei fatti fisiologici della pubertà maschile va fatta in una luce di serenità, di positività e di riserbo, nel contesto della prospettiva matrimonio-famiglia-paternità. L'istruzione sia delle adolescenti che degli adolescenti dovrà pertanto comprendere anche una circostanziata e sufficiente informazione sulle caratteristiche somatiche e psicologiche dell'altro sesso verso il quale si dirige maggiormente la curiosità.
In questo ambito, può essere di aiuto ai genitori il supporto informativo del medico coscienzioso e così pure dello psicologo, senza disgiungere tali informazioni dal riferimento alla fede e all'opera educativa del sacerdote.

92. 'Attraverso un dialogo fiducioso e aperto', i genitori potranno non solo guidare le 'figlie' ad affrontare ogni perplessità emotiva, ma anche sostenere il valore della castità cristiana nella considerazione dell'altro sesso. L'istruzione sia delle ragazze che dei ragazzi deve mirare ad evidenziare la bellezza della maternità e la meravigliosa realtà della procreazione, come pure il profondo significato della verginità. In questo modo, verranno aiutati ad opporsi alla mentalità edonista oggi largamente presente e, in particolare, a prevenire, in un periodo così decisivo, quella "mentalità contraccettiva" disgraziatamente molto diffusa e con la quale le figlie dovranno fronteggiarsi più tardi, nel matrimonio.

93. Durante la pubertà, lo sviluppo psichico ed emotivo del ragazzo può renderlo vulnerabile alle fantasie erotiche e porgli la tentazione di fare esperienze sessuali. I genitori dovranno essere vicini ai figli, correggendo la tendenza a utilizzare la sessualità in modo edonista e materialistico. Essi, perciò, richiameranno loro il dono di Dio, ricevuto per cooperare con lui a "realizzare lungo la storia la benedizione originaria del Creatore, trasmettendo nella generazione l'immagine divina da uomo a uomo"; e li rafforzeranno così nella consapevolezza che la "fecondità è il frutto e il segno dell'amore coniugale, la testimonianza viva della piena donazione reciproca degli sposi"110. In questo modo i figli impareranno anche il rispetto dovuto alla donna. L'opera di informazione e di istruzione dei genitori è necessaria, infatti, non perché altrimenti i figli non potrebbero conoscere le realtà sessuali, ma perché le conoscano nella giusta luce.

94. In maniera 'positiva e prudente' i genitori realizzeranno quanto chiesero i Padri del Concilio Vaticano II: "I giovani devono essere adeguatamente e tempestivamente istruiti, soprattutto in seno alla propria famiglia, sulla dignità dell'amore coniugale, sulla sua funzione, sulle sue espressioni; così che, formati nella stima della castità, possano ad età conveniente passare da un onesto fidanzamento alle nozze"111.
Questa informazione positiva sulla sessualità sarà sempre inserita in un progetto formativo, tale da creare quel contesto cristiano in cui devono essere date tutte le informazioni sulla vita e sull'attività sessuale, sull'anatomia e sull'igiene. Perciò le dimensioni spirituali e morali dovranno essere sempre prevalenti ed avere due finalità speciali: la presentazione dei comandamenti di Dio come cammino di vita e la formazione di una retta coscienza.
Gesù, al giovane che lo interroga su ciò che deve fare per ottenere la vita eterna risponde: "se tu vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti" (Mt 19,17); e dopo aver elencato quelli che riguardano l'amore per il prossimo, li riassume nella formulazione positiva: "ama il prossimo tuo come te stesso" (Mt 19,19). Presentare i comandamenti come dono di Dio (scritti dal dito di Dio, cfr. Es 31,18) ed espressione dell'Alleanza con lui, confermati da Gesù con il suo stesso esempio, è molto importante perché l'adolescente non li disgiunga dal loro rapporto con una vita interiormente ricca e liberata dagli egoismi112.

95. La formazione della coscienza richiede, come punto di partenza, che si venga illuminati sul progetto di amore che Dio ha per ogni singola persona, sul valore positivo e liberante della legge morale e sulla consapevolezza tanto della fragilità indotta dal peccato quanto anche dei mezzi della grazia che corroborano l'uomo nel suo cammino verso il bene e la salvezza.
"Presente nell'intimo della persona, la coscienza morale" - che è il "nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo" come afferma il Concilio Vaticano II113 - "le ingiunge, al momento opportuno, di compiere il bene e di evitare il male. Essa giudica anche le scelte concrete, approvando quelle che sono buone, denunciando quelle cattive. Attesta l'autorità della verità in riferimento al Bene supremo, di cui la persona umana avverte l'attrattiva ed accoglie i comandi"114.
Infatti "la coscienza morale è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto"115. Pertanto la formazione della coscienza richiede l'illuminazione circa la verità e il piano di Dio e non va confusa con un vago sentimento soggettivo o con l'opinione personale.

96. Nel rispondere alle 'domande dei figli', i genitori dovranno offrire argomenti ben ragionati sul grande valore della castità e mostrare la debolezza intellettuale e umana delle teorie che ispirano condotte permissive ed edonistiche; risponderanno con chiarezza, senza dare eccessiva importanza alle problematiche patologiche sessuali né alla falsa impressione che la sessualità sia una realtà vergognosa o sporca, dal momento che è un grande dono di Dio, il quale ha posto nel corpo umano la capacità di generare, partecipandoci così il suo potere creatore. Anzi, sia nella Scrittura (cfr. Ct 1-8; Os 2; Ger 3,1-3; Ez 23, ecc.) che nella tradizione mistica cristiana116 si è sempre guardato l'amore coniugale come un simbolo e un'immagine dell'amore di Dio per gli uomini.

97. Poiché durante la pubertà un ragazzo o una ragazza sono particolarmente vulnerabili ad 'influenze emotive', i genitori hanno il compito, attraverso il dialogo e il loro stile di vita, di aiutare i figli a resistere agli influssi negativi che arrivano dall'esterno e potrebbero portarli a sottovalutare la formazione cristiana sull'amore e sulla castità. A volte, particolarmente nelle società travolte dalle spinte consumistiche, i genitori dovranno - senza farlo troppo notare - aver cura dei rapporti dei loro figli con ragazzi dell'altro sesso. Anche se accettate socialmente, ci sono abitudini nel parlare e nel costume che sono moralmente scorrette e rappresentano un modo di banalizzare la sessualità, riducendola a un oggetto di consumo. I genitori devono allora insegnare ai loro figli il valore della modestia cristiana, della sobrietà nel vestire, della necessaria autonomia verso le mode, caratteristica di un uomo o di una donna con personalità matura117.


3. 'L'adolescenza nel progetto di vita'

98. L'adolescenza rappresenta, nello sviluppo del soggetto, il periodo della progettazione di sé e perciò della scoperta della propria vocazione: tale periodo tende ad essere oggi - sia per ragioni fisiologiche che per motivi socio-culturali - più prolungato nel tempo che nel passato. I genitori cristiani devono "formare i figli alla vita, in modo che ciascuno adempia in pienezza il suo compito secondo 'la vocazione ricevuta da Dio'"118. Si tratta di un impegno di somma importanza, che costituisce in definitiva il culmine della loro missione di genitori. Se ciò è sempre importante, lo diventa in maniera particolare in questo periodo della vita dei figli: "Nella vita di ciascun fedele laico ci sono 'momenti particolarmente significativi e decisivi' per discernere la chiamata di Dio: ...tra questi ci sono 'i momenti dell'adolescenza e della giovinezza'"119.

99. È molto importante che i giovani non si ritrovino soli nel discernere 'la vocazione personale'. Sono rilevanti e talora decisivi, il consiglio dei genitori e il sostegno di un sacerdote o di altre persone adeguatamente formate - nelle parrocchie, nelle associazioni e nei nuovi e fecondi movimenti ecclesiali, ecc. - che siano in grado di aiutarli a scoprire il senso vocazionale dell'esistenza e le varie forme della chiamata universale alla santità, poiché il "'seguimi' di Cristo si può ascoltare lungo una diversità di cammini, tramite i quali procedono i discepoli e i testimoni del Redentore"120.

100. Per secoli, il concetto di vocazione era stato riservato esclusivamente al sacerdozio e alla vita religiosa. Il Concilio Vaticano II, ricordando l'insegnamento del Signore - "siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt 5,48) - ha rinnovato l'appello universale alla santità121: "questo forte invito alla santità - scrisse poco dopo Paolo VI - può essere considerato come l'elemento più caratteristico di tutto il magistero conciliare e, per così dirlo, il suo ultimo fine"122; e ribadisce Giovanni Paolo II: "Sull'universale vocazione alla santità ha avuto parole luminosissime il Concilio Vaticano II. Si può dire che proprio questa sia stata la consegna primaria affidata a tutti i figli e le figlie della Chiesa da un Concilio voluto per il rinnovamento evangelico della vita cristiana123. Questa consegna non è una semplice esortazione morale, bensì 'un'insopprimibile esigenza del mistero della Chiesa'"124.
Dio chiama alla santità tutti gli uomini e, per ciascuno di essi, ha dei piani ben precisi: una 'vocazione personale' che ognuno deve riconoscere, accogliere e sviluppare. A tutti i cristiani - sacerdoti e laici, sposati o celibi -, si applicano le parole dell'Apostolo delle genti: "eletti di Dio, santi e amati" (Col 3,12).

101. È quindi necessario che non manchi mai nella catechesi e nella formazione impartita dentro e fuori della famiglia, non solo l'insegnamento della Chiesa sul valore eccelso della verginità e del celibato125, ma anche sul senso vocazionale del matrimonio, che non può mai essere considerato da un cristiano soltanto come avventura umana: "Sacramento grande in Cristo e nella Chiesa", dice san Paolo (Ef 5,32). Dare ai giovani questa ferma convinzione, di portata trascendentale per il bene della Chiesa e dell'umanità, "dipende in gran parte dai genitori e dalla vita familiare che costruiscono nella propria casa"126.

102. I genitori devono sempre adoperarsi per dare 'l'esempio e la testimonianza', con la propria vita, della fedeltà a Dio e della fedeltà dell'uno all'altro nell'alleanza coniugale. Ma il loro esempio è particolarmente decisivo nell'adolescenza periodo in cui i giovani cercano 'modelli vissuti e attraenti di condotta'. Siccome in questo tempo i problemi sessuali si fanno spesso più evidenti, i genitori devono anche aiutarli ad amare la bellezza e la forza della castità con consigli prudenti, mettendo in luce il valore inestimabile che per viverla possiedono la preghiera e la ricezione frequente e fruttuosa dei sacramenti, in particolare la confessione personale. Devono, inoltre, essere in grado di dare ai loro figli, secondo le necessità, una spiegazione positiva e serena dei punti fermi della morale cristiana come, per esempio, l'indissolubilità del matrimonio e i rapporti tra amore e procreazione, nonché l'immoralità dei rapporti prematrimoniali, dell'aborto, della contraccezione e della masturbazione. Circa queste ultime realtà immorali, che contraddicono il significato della donazione coniugale, giova ricordare ancora che: "'Le due dimensioni dell'unione coniugale', quella unitiva e quella procreativa, 'non possono essere separate artificialmente' senza intaccare la verità intima dell'atto coniugale stesso"127. Al riguardo sarà per i genitori un aiuto prezioso la conoscenza approfondita e meditata dei documenti della Chiesa che trattano questi problemi128.

103. In particolare, la 'masturbazione' costituisce un disordine grave, illecito in se stesso che non può essere moralmente giustificato, anche se "l'immaturità dell'adolescenza, che può talvolta prolungarsi oltre questa età, lo squilibrio psichico, o l'abitudine contratta possono influire sul comportamento, attenuando il carattere deliberato dell'atto, e far sì che, soggettivamente, non ci sia sempre colpa grave"129. Gli adolescenti vanno quindi aiutati a superare tali manifestazioni di disordine che sono espressione spesso dei conflitti interni e dell'età e non raramente di una visione egoistica della sessualità.

104. Una particolare problematica, che può manifestarsi nel processo di maturazione-identificazione sessuale, è quella della 'omosessualità', che d'altronde si diffonde sempre più nelle culture urbanizzate. È necessario che questo fenomeno venga presentato con equilibrio di giudizio, alla luce dei documenti della Chiesa130. I giovani richiedono di essere aiutati a distinguere i concetti di normalità e di anomalia, di colpa soggettiva e di disordine oggettivo, evitando di indurre ostilità, e d'altro canto chiarendo bene l'orientamento strutturale e complementare della sessualità in relazione alla realtà del matrimonio, della procreazione e della castità cristiana. "L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile"131. Bisogna distinguere la tendenza che può essere innata e gli atti di omosessualità che "sono intrinsecamente disordinati"132 e contrari alla legge naturale133.
Molti casi, specialmente quando la pratica di atti omosessuali non si è strutturata, possono giovarsi positivamente di un'appropriata terapia. In ogni modo, le persone che sono in questa condizione devono essere accolte con rispetto, dignità e delicatezza, evitando ogni forma di ingiusta discriminazione. I genitori, da parte loro, quando avvertissero nei figli, in età infantile o adolescenziale, l'apparire di tale tendenza o dei relativi comportamenti, si facciano aiutare da persone esperte e qualificate per portare tutto l'aiuto possibile.
Per la maggior parte delle persone omosessuali, tale condizione costituisce una prova. "Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione"134. "Le persone omosessuali sono chiamate alla castità"135.

105. La consapevolezza del significato positivo della sessualità, in ordine all'armonia e allo sviluppo della persona, nonché in relazione alla vocazione della persona nella famiglia, nella società e nella Chiesa, rappresenta sempre l'orizzonte educativo da proporre nelle tappe dello sviluppo adolescenziale. Non si deve mai dimenticare che il disordine nell'uso del sesso tende a distruggere progressivamente 'la capacità di amare della persona', facendo del piacere - invece che del dono sincero di sé - il fine della sessualità e riducendo le altre persone a oggetti della propria gratificazione: così esso indebolisce sia il senso del vero amore tra l'uomo e la donna - sempre aperto alla vita - sia la stessa famiglia e induce successivamente al disprezzo della vita umana che potrebbe essere concepita, considerata allora come un male che minaccia in certe situazioni il piacere personale136. "La banalizzazione della sessualità", infatti, "è tra i principali fattori che stanno all'origine del disprezzo della vita nascente: solo un amore vero sa custodire la vita"137.

106. Bisogna anche ricordare come nelle società industrializzate gli adolescenti siano interiormente interessati, e talora turbati, non soltanto per i problemi di 'identificazione di sé', di scoperta del proprio piano di vita, e per le difficoltà di raggiungere un'integrazione della sessualità in una personalità matura e ben orientata, ma anche per problemi di accettazione di sé e del proprio corpo. Sorgono ormai ambulatori e centri specializzati per l'adolescenza spesso caratterizzati da intenti puramente edonistici. Una sana cultura del corpo, che porti all'accettazione di sé come dono e come incarnazione di uno spirito chiamato all'apertura verso Dio e verso la società, dovrà accompagnare la formazione in questo periodo altamente costruttivo, ma anche non privo di rischi.
Di fronte alle proposte di aggregazione edonistica che vengono fatte, specialmente nelle società del benessere, è poi sommamente importante presentare ai giovani gli ideali della solidarietà umana e cristiana e le modalità concrete di impegno nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali e nel volontariato cattolico e missionario.

107. In questo periodo sono molto importanti le 'amicizie'. Secondo le condizioni e le usanze sociali del luogo in cui si vive, l'adolescenza è un periodo in cui i giovani godono di più autonomia nei rapporti con gli altri e negli orari della vita di famiglia. Senza togliere loro una giusta autonomia, i genitori devono sapere dire di no ai figli quando è necessario138 e al contempo coltivare il gusto nei propri figli per ciò che è bello, nobile e vero. Devono anche essere sensibili all'autostima dell'adolescente, che può attraversare una fase di confusione e di minor chiarezza sul senso della dignità personale e delle sue esigenze.

108. Attraverso i consigli dettati dall'amore e dalla pazienza, i genitori aiuteranno i giovani ad allontanarsi da un 'eccessivo rinchiudersi in se stessi' e insegneranno loro - quando sia necessario - a camminare contro le abitudini sociali tendenti a soffocare il vero amore e l'apprezzamento per le realtà dello spirito: "Siate sobri e restate in guardia! Il diavolo, vostro avversario, si aggira, come leone ruggente, in cerca di chi divorare. Resistetegli, fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono patite anche da tutti i vostri fratelli sparsi per il mondo. Il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati in Gesù Cristo all'eterna sua gloria, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, forti, incrollabili" (1Pt 5,8-10).


4. 'Verso l'età adulta'

109. Non è nell'intento di questo documento aprire il discorso sulla preparazione prossima ed immediata al matrimonio, esigenza della formazione cristiana, particolarmente raccomandata dalla necessità dei tempi e ricordata dalla Chiesa139. Si deve tener presente, tuttavia, che la missione dei genitori non cessa con il raggiungimento della maggiore età del figlio, che peraltro varia secondo le diverse culture e legislazioni. Momenti particolari e significativi per i giovani sono anche quelli dell'ingresso nel mondo del lavoro o della scuola superiore, allorché essi entrano in contatto - talora brusco, ma che può anche diventare benefico - con modelli diversi di condotta e con occasioni che rappresentano una vera e propria sfida.

110. I genitori, mantenendo aperto un dialogo fiducioso e capace di promuovere il senso di responsabilità nel rispetto della legittima e necessaria autonomia, costituiranno sempre un punto di riferimento per i figli, sia con il consiglio sia con l'esempio, affinché il processo di ampia socializzazione consenta loro il raggiungimento di una personalità matura ed integrata interiormente e socialmente. In modo particolare, si dovrà avere premura che i figli non cessino, ma anzi intensifichino, il rapporto di fede con la Chiesa e con le attività ecclesiali; che sappiano scegliere maestri di pensiero e di vita per il loro futuro; e che siano anche in grado di impegnarsi in campo culturale e sociale come cristiani, senza paura di professarsi tali e senza perdere il senso e la ricerca della propria vocazione.
Nel periodo che porta al 'fidanzamento' e alla scelta di quell'affetto preferenziale che può condurre alla formazione di una famiglia, il ruolo dei genitori non dovrà concretarsi in semplici divieti e tanto meno nell'imporre le scelte del fidanzato o della fidanzata, ma, piuttosto, essi dovranno aiutare i figli a definire quelle condizioni che sono necessarie perché possa esistere un vincolo serio, onesto e promettente, nonché li sosterranno nel cammino di una chiara testimonianza di coerenza cristiana nel rapporto con la persona dell'altro sesso.

111. Dovranno evitare di avallare la diffusa mentalità secondo cui alle figlie devono essere fatte tutte le raccomandazioni in tema di virtù e sul valore della verginità, mentre ai figli ciò non sarebbe da chiedere, come se per loro tutto fosse lecito.
Per una coscienza cristiana e per una visione del matrimonio e della famiglia, in ordine ad ogni tipo di vocazione, vale la raccomandazione di san Paolo ai Filippesi: "Quanto c'è di vero, nobile, giusto, puro, amabile, lodevole; quanto c'è di virtuoso e merita plauso, questo attiri la vostra attenzione" (Fil 4,8).




106 Familiaris consortio, n. 37.



107 Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Catechesi tradendae, 16 ottobre 1979: AAS 71 (1979), p. 1309, n. 38.



108 In diverse culture tale atteggiamento positivo è ben radicato e la pubertà viene celebrata con "riti di passaggio" o forme d'iniziazione alla vita adulta. I cattolici, sotto la guida attenta della Chiesa, possono assumere ciò che c'è di buono e vero in queste usanze, purificandole da tutto quanto sia inadeguato o immorale.



109 Cfr. Mulieris dignitatem, nn. 17 ss.



110 Familiaris consortio, n. 28; cfr. anche Gaudium et spes, n. 50.



111 Gaudium et spes, n. 49



112 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2052 ss.



113 Gaudium et spes, n. 16.



114 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1777.



115 Ibid., n. 1778.



116 Cfr. Santa Teresa, Poesie, 5-9; San Giovanni della Croce, Poesie, 10.



117 Cfr. Orientamenti educativi sull'amore umano, n. 90.



118 Familiaris consortio, n. 53.



119 Christifideles laici, n. 58.



120 Giovanni Paolo II, Lettera apostolica ai giovani del mondo, Parati semper, 31 marzo 1985: AAS 77 (1985), p. 602, n. 9.



121 Cfr. Lumen gentium, cap. V.



122 Paolo VI, Motu proprio Sanctitatis clarior, 19 marzo 1969: AAS 61 (1969), p. 149.



123 Vedasi, in particolare, il capitolo V della Lumen gentium, 39-42, che tratta dell'universale chiamata alla santità nella Chiesa.



124 Christifideles laici, n. 16.



125 Cfr. Tertulliano, De exhortatione castitatis, 10: CChL 2, 1029-1030; San Cipriano, De habitu virginum, 3 e 22: CSEL 3/1, 189 e 202-203; Sant'Atanasio, De virginitate: PG 28, 252-281; San Giovanni Crisostomo, De virginitate: SCh 125; Pio XII, Esortazione apostolica Menti nostrae, 23 settembre 1950: AAS 42 (1950), p. 682; Giovanni XXIII, Discorso ai partecipanti al Primo Congresso internazionale su "Le vocazioni agli stati di perfezione nel mondo d'oggi", promosso dalla Sacra Congregazione dei Religiosi, 16 dicembre 1961: AAS 54 (1962), p. 33; Lumen gentium, n. 42; Familiaris consortio, n. 16.



126 Giovanni Paolo II, Omelia alla Messa di Limerick (Irlanda), ottobre 1979.



127 Lettera alle famiglie Gratissimam sane, n. 12.



128 Oltre alla Gaudium et spes, nn. 47-52, l'Humanae vitae e la Familiaris consortio, hanno a loro disposizione altri importanti documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede come Persona humana e La cura pastorale delle persone omosessuali, ottobre 1986, e della Congregazione per l'Educazione Cattolica, Orientamenti educativi sull'amore umano, insieme all'insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2331-2400, nn. 2514-2533.



129 Persona humana, n. 9.



130 Documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede: Persona humana e La cura pastorale delle persone omosessuali; Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2357-2359.



131 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357.



132 Persona humana, n. 8.



133 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357.



134 Ibid., n. 2358.



135 Ibid., n. 2359.



136 Ciò, assieme alla consapevolezza della particolare forza della libido - secondo quanto ha messo in rilievo lo studio della psiche umana -, aiuta a capire l'insegnamento della Chiesa sul carattere grave d'ogni uso disordinato del sesso: "secondo la tradizione cristiana..., e come riconosce anche la retta ragione, l'ordine morale della sessualità comporta per la vita umana valori così elevati, che ogni violazione diretta di tale ordine è - per il loro oggetto - grave" (Persona humana, n. 10). Si noti che la Chiesa insegna il carattere grave per l'oggetto dell'atto, ma non esclude la mancanza di colpa grave dovuta all'imperfezione del volere; anzi, nello stesso numero di Persona humana chiarisce che in questo campo è particolarmente possibile tale imperfezione.



137 Evangelium vitae, n. 97.



138 Basti pensare agli abusi spesso esistenti in alcune discoteche anche tra ragazzi minori di 16 anni.



139 Cfr. Familiars consortio, n. 66.






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