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Pontificio Consiglio per la Famiglia Sessualità umana IntraText CT - Lettura del testo |
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L'educazione alla castità 22. L'educazione dei figli alla castità mira a raggiungere tre obiettivi: a) conservare nella famiglia 'un clima positivo di amore, di virtù e di rispetto dei doni di Dio', in particolare del dono della vita35; b) aiutare gradatamente i figli a comprendere 'il valore della sessualità e della castità' sostenendo con l'illuminazione, l'esempio e la preghiera la loro crescita; c) aiutarli a comprendere e a scoprire 'la propria vocazione al matrimonio o alla verginità consacrata per il regno dei cieli' in armonia e nel rispetto delle loro attitudini, inclinazioni e doni dello Spirito. 23. Questo compito può essere coadiuvato da altri educatori, ma non può essere sostituito se non per gravi ragioni di incapacità fisica o morale. Su questo punto il Magistero della Chiesa si è chiaramente espresso36, in relazione a tutto il processo educativo dei figli: "Questa loro funzione educativa (dei genitori) è tanto importante che, se manca, può a stento essere supplita. Tocca infatti ai genitori creare in seno alla famiglia quell'atmosfera vivificata dall'amore e dalla pietà verso Dio e verso gli uomini, che favorisce l'educazione completa dei figli in senso personale e sociale. La famiglia è dunque la prima scuola delle virtù sociali, di cui appunto han bisogno tutte le società"37. L'educazione infatti spetta ai genitori in quanto l'opera educatrice è continuazione della generazione ed è 'elargizione della loro umanità'38 per la quale si sono impegnati solennemente nel momento stesso della celebrazione del loro matrimonio. "I 'genitori' sono i 'primi e principali educatori' dei propri figli ed hanno anche in questo campo una 'fondamentale competenza': sono 'educatori perché genitori'. Essi condividono la loro missione educativa con altre persone e istituzioni, come la Chiesa e lo Stato; ciò tuttavia deve sempre avvenire nella corretta applicazione del 'principio di sussidiarietà'. Questo implica la legittimità ed anzi la doverosità di un aiuto offerto ai genitori, ma trova nel loro diritto prevalente e nelle loro effettive possibilità il suo intrinseco e invalicabile limite. Il principio di sussidiarietà si pone, pertanto, al servizio dell'amore dei genitori, venendo incontro al bene del nucleo familiare. I genitori, infatti, non sono in grado di soddisfare da soli ad ogni esigenza dell'intero processo educativo, specialmente per quanto concerne l'istruzione e l'ampio settore della socializzazione. La sussidiarietà completa così l'amore paterno e materno, confermandone il carattere fondamentale, perché ogni altro partecipante al processo educativo non può che operare 'a nome dei genitori, con il loro consenso' e, in una certa misura, persino 'su loro incarico'"39. 24. In particolare, la proposta educativa in tema di sessualità e di amore vero, aperto al dono di sé, deve confrontarsi oggi con una cultura che è orientata al positivismo, come ricorda il Santo Padre nella 'Lettera alle famiglie': "Lo sviluppo della civiltà contemporanea è legato ad un progresso scientifico-tecnologico che si attua in modo spesso unilaterale, presentando di conseguenza caratteristiche puramente positivistiche. Il positivismo, come si sa, ha come suoi frutti l'agnosticismo in campo teorico e l''utilitarismo' in campo pratico ed etico... L'utilitarismo è una civiltà del prodotto e del godimento, una civiltà delle "cose" e non delle "persone"; una civiltà in cui le persone si usano come si usano le cose... Per convincersene, basta esaminare - precisa ancora il Santo Padre - 'certi programmi di educazione sessuale', introdotti nelle scuole, spesso nonostante il parere contrario e le stesse proteste di molti genitori"40. In tale contesto è necessario che i genitori, rifacendosi all'insegnamento della Chiesa, e con il suo sostegno, rivendichino a sé il proprio compito e, associandosi ove risulti necessario o conveniente, svolgano un'azione educatrice improntata ai veri valori della persona e dell'amore cristiano prendendo una chiara posizione che superi l'utilitarismo etico. Affinché l'educazione corrisponda alle oggettive esigenze del vero amore, i genitori devono esercitarla nella loro autonoma responsabilità. 25. Anche in relazione alla preparazione al matrimonio l'insegnamento della Chiesa ricorda che la famiglia deve rimanere la protagonista principale in tale opera educativa41. Certamente "i mutamenti sopravvenuti in seno a quasi tutte le società moderne esigono che non solo la famiglia, ma anche la società e la Chiesa siano impegnate nello sforzo di preparare adeguatamente i giovani alle responsabilità del loro domani"42. Proprio per questo, allora, acquista ancor più rilievo il compito educativo della famiglia fin dai primi anni: "'La preparazione remota' ha inizio fin dall'infanzia, in quella saggia pedagogia familiare, orientata a condurre i fanciulli a scoprire se stessi come esseri dotati di una ricca e complessa psicologia e di una personalità particolare con le proprie forze e debolezze"43. |
35 Cfr. Evangelium vitae, n. 97. 36 Cfr. Familiaris consortio, nn. 36-37. 37 Concilio Vaticano II, Dichiarazione sull'educazione cristiana Gravissimum educationis, n. 3. 38 Cfr. Lettera alle famiglie Gratissimam sane, n. 16. 39 Ibid., n. 16. 40 Ibid., n. 13 41 Cfr. Familiaris consortio, n. 66. 42 Ibid. 43 Ibid. |
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