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Pontificio Consiglio per la Famiglia
Sessualità umana

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  • VII - Orientamenti pratici
    • Quattro principi operativi e le loro norme particolari
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Quattro principi operativi e le loro norme particolari

121. Alla luce di queste raccomandazioni, l'educazione all'amore può concretizzarsi nei quattro 'principi operativi'.

122. 1. La sessualità umana è un mistero sacro che deve essere presentato secondo l'insegnamento dottrinale e morale della Chiesa, tenendo sempre in conto gli effetti del peccato originale'.
Informato dalla riverenza e dal realismo cristiano, questo principio dottrinale deve guidare ogni momento dell'educazione all'amore. In un'epoca in cui è stato tolto il mistero dalla sessualità umana, i genitori devono essere attenti, nel loro insegnamento e nell'aiuto offerto dagli altri, ad evitare la banalizzazione della sessualità umana. In particolare si deve conservare il rispetto profondo della differenza fra uomo e donna che rispecchia l'amore e la fecondità di Dio stesso.

123. Allo stesso tempo, nell'insegnamento della dottrina e della morale cattolica circa la sessualità, si devono tenere in conto 'gli effetti durevoli del peccato originale', cioè la debolezza umana e il bisogno della grazia di Dio per superare le tentazioni ed evitare il peccato. A tale riguardo, si deve 'formare la coscienza' di ogni individuo in un modo chiaro, preciso e in sintonia con i valori spirituali. La morale cattolica, però, non si limita mai ad insegnare ad evitare il peccato; si tratta anche della crescita nelle virtù cristiane e dello sviluppo della capacità di donare se stesso nella vocazione della propria vita.

124. 2. 'Devono essere presentate ai bambini e ai giovani solo informazioni proporzionate ad ogni fase del loro sviluppo individuale'.
Questo 'principio di tempestività' è già stato fatto presente nello studio delle diverse fasi dello sviluppo dei bambini e dei giovani. I genitori e tutti coloro che li aiutano devono essere sensibili: a) alle diverse fasi di sviluppo, in particolare agli "anni dell'innocenza" e alla pubertà, b) al modo in cui ogni bambino o giovane fa esperienza delle diverse tappe della vita, c) ai problemi particolari associati con queste tappe.

125. Alla luce di questo principio, si può indicare anche la rilevanza della tempestività in relazione ai problemi specifici.
a) Nella tarda adolescenza, i giovani devono essere introdotti prima alla conoscenza degli indici di fertilità e poi alla 'regolazione naturale della fertilità', ma solo nel contesto dell'educazione all'amore, della fedeltà matrimoniale, del piano di Dio per la procreazione e per il rispetto della vita umana.
b) 'L'omosessualità' non va discussa prima dell'adolescenza a meno che non sorga qualche grave problema specifico in una situazione particolare151. Quest'argomento deve essere presentato solo nei termini della castità, della salute e "della verità sulla sessualità umana nel suo rapporto con la famiglia, come insegna la Chiesa"152.
c) 'Le perversioni sessuali', che sono relativamente rare, non devono essere trattate se non attraverso consigli individuali, che sono la risposta dei genitori a veri problemi.

126. 3. 'Nessun materiale di natura erotica deve essere presentato a bambini o a giovani di qualsiasi età, individualmente o in gruppo'.
Questo 'principio della decenza' deve salvaguardare la virtù della castità cristiana. Perciò, nel comunicare l'informazione sessuale nel contesto dell'educazione all'amore, l'istruzione deve essere sempre "positiva e prudente"153 e "chiara e delicata"154. Queste quattro parole, usate dalla Chiesa Cattolica, escludono ogni forma di 'contenuto inaccettabile dell'educazione sessuale'155.
Inoltre, rappresentazioni grafiche e realistiche del 'parto', per esempio in un film, anche se non sono erotiche, devono essere portate alla conoscenza in modo graduale, sì da non creare paura e atteggiamenti negativi verso la procreazione nelle ragazze e nelle giovani donne.

127. 4. 'Nessuno deve essere mai invitato, tanto meno obbligato, ad agire in qualsiasi modo che possa offendere oggettivamente la modestia o che soggettivamente possa ledere la propria delicatezza o senso di "privacy"'.
Tale 'principio di rispetto' per il fanciullo esclude tutte le forme improprie di coinvolgimento dei bambini e dei giovani. Al riguardo si possono includere, fra altri, i seguenti 'metodi di abuso dell'educazione sessuale': a) ogni rappresentazione "drammatizzata", mimi o "ruoli", che descrivono questioni genitali o erotiche, b) la realizzazione di immagini, tabelloni, modelli, ecc. di questo genere, c) la richiesta di fornire informazioni personali circa questioni sessuali156 o di divulgare informazioni familiari, d) gli esami, orali o scritti, circa questioni genitali o erotiche.




151 Cfr. Orientamenti educativi sull'amore umano, nn. 101-103.



152 La cura pastorale delle persone omosessuali, n. 17.



153 Gravissimum educationis, n. 1.



154 Familiaris consortio, n. 37.



155 Per esempio: a) materiali erotici visibili, b) prestazioni erotiche scritte o verbali (cfr. Orientamenti educativi sull'amore umano, 76), c) linguaggio osceno o grossolano, d) umorismo indecente, e) la denigrazione della castità e f) tentativi di minimizzare la gravità del peccato contro questa virtù.



156 Escludendo il contesto dell'insegnamento prudente ed appropriato circa la regolazione naturale della fertilità.






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