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Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace
Per una migliore distribuzione della terra

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Conseguenze delle politiche economiche relative alla proprietà fondiaria

Conseguenze economiche

18. Gli squilibri nella ripartizione della proprietà della terra e le politiche che li generano e li alimentano sono fonte di gravi ostacoli allo sviluppo economico.

Tali squilibri e tali politiche possono generare conseguenze economiche che ricadono sulla maggioranza della popolazione. Se ne possono segnalare almeno cinque:
a) le distorsioni nel mercato della terra. Le politiche di intervento sui mercati favoriscono spesso le grandi proprietà terriere, in modo implicito od esplicito, attraverso sussidi indiretti e trattamenti fiscali e creditizi privilegiati. Tali vantaggi producono nuovi investimenti nel valore della terra e, pertanto, l'aumento del suo prezzo. I piccoli coltivatori vedono così ridursi la loro capacità di acquistare terra e, pertanto, la loro possibilità di accrescere, attraverso le normali operazioni di compravendita, l'efficienza e l'equità del mercato fondiario;
b) la riduzione della produzione agricola complessiva del Paese. Nei Paesi con una economia agricola poco sviluppata, esiste, di norma, una relazione inversa tra dimensione dell'impresa agricola e produttività. La produzione per unità di superficie realizzata dai piccoli coltivatori è più elevata di quella ottenuta dai grandi proprietari terrieri. Quella ottenuta invece dai grandi proprietari terrieri, i quali posseggono la maggior parte della terra, è inferiore con la conseguente riduzione della produzione agricola complessiva del Paese;
c) il contenimento dei salari agricoli a livelli bassi. Tale contenimento è dovuto alla crescita dell'offerta e alla contemporanea riduzione della domanda di lavoro in agricoltura e alla mancanza delle condizioni che assicurino ai lavoratori la possibilità di negoziare, a livello collettivo e individuale, il loro lavoro;
d) la ridotta redditività delle piccole imprese. Quando la redditività delle piccole imprese si riduce, risultano difficili gli investimenti necessari per il loro sviluppo. Si tratta, pertanto, di un processo a spirale, di segno negativo;
e) la sottrazione dei risparmi accumulati nel settore agricolo. Essi non sono utilizzati proficuamente per investimenti produttivi in infrastrutture e tecnologie utili all'agricoltura, ma le vengono sottratti per essere destinati al consumo o ad altri settori dell'economia.

Conseguenze sociali e politiche

19. Elevate e gravi sono le conseguenze sociali. Il mondo agricolo è fagocitato in un processo che accresce e diffonde la povertà 13. Là dove essa domina e non esistono né sicurezza sociale né assicurazioni per la vecchiaia, i figli rappresentano per i genitori una garanzia per il proprio futuro. I tassi di aumento della popolazione, pertanto, sono molto alti, mentre i problemi dell'educazione e di tutela della salute non trovano risposte adeguate.

Il tradizionale equilibrio nella distribuzione spaziale della popolazione è spezzato, nelle comunità rurali, da processi di destrutturazione, che sono all'origine di un movimento migratorio verso le periferie delle grandi città, sempre più megalopoli, dove più gravi diventano i contrasti sociali, la violenza e la criminalità.
I popoli indigeni, sottoposti a continue pressioni che mirano ad allontanarli dalle loro terre, devono assistere alla dissoluzione delle loro istituzioni economiche, sociali, politiche e culturali e alla distruzione dell'equilibrio ambientale dei loro territori.

20. Per molti Paesi, anche molto dotati di terreni coltivabili e di risorse naturali, sono ancora la fame e la malnutrizione a rappresentare il problema principale 14. La fame è, oggi, un fenomeno di crescenti dimensioni. Essa non dipende soltanto dalle carestie, ma anche da scelte politiche che non migliorano la capacità delle famiglie ad accedere alle risorse. La difesa dei privilegi di una minoranza porta spesso ad ostacolare e ad impedire di fatto, se non legalmente, lo sviluppo della produzione agricola. La destinazione delle terre a produzioni da esportare, mentre riduce i costi dell'alimentazione nei Paesi ad economia sviluppata, può avere effetti anche molto negativi sulla maggior parte delle famiglie che vivono di agricoltura. Questo paradosso è intollerabile per ogni intelligenza e coscienza.

L'accumulazione dei problemi economici e sociali accresce la complessità di quelli politici, provocando instabilità e conflitti che rallentano lo sviluppo democratico. Tutto ciò penalizza l'agricoltura e rappresenta un gravissimo ostacolo per ogni programma di crescita economica.

Conseguenze ambientali

21. Le disuguaglianze nella distribuzione della proprietà della terra innescano, infine, un processo di degrado ambientale difficilmente reversibile 15, a cui concorrono la degradazione del suolo, la riduzione della sua fertilità, l'elevata esposizione al rischio di alluvioni, l'abbassamento delle falde freatiche, l'interramento dei fiumi e dei laghi, ed altri problemi ecologici.

È frequentemente incentivata, con agevolazioni fiscali e creditizie, la deforestazione di ampie aree per far posto a forme di allevamento estensive e ad attività minerarie o alla lavorazione delle masse legnose, ma non sono previsti piani di risistemazione ambientale oppure non sono
attuati, qualora esistano.
Anche la povertà si collega al degrado ambientale in un circolo vizioso quando i piccoli coltivatori, espropriati dalla grande proprietà, ed i poveri senza terra sono costretti, nella loro ricerca di nuove terre, ad occupare quelle strutturalmente fragili, come le terre in pendio, e ad erodere il patrimonio forestale per esercitarvi l'agricoltura.




13 Cfr. UNDP, World Human Development Report 1990, New York.



14 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Discorso al Vertice mondiale sull'Alimentazione organizzato dalla FAO, 13-17 novembre 1996, L'Osservatore Romano, 14 novembre 1996; FAO, Rome Declaration on World Food Security and World Food Summit Plan of Action, Rome 1996; PONT. CONS. COR UNUM, La fame nel mondo. Una sfida per tutti: lo sviluppo solidale, Città del Vaticano 1996; FAO, Dimensions of Need: An Atlas of Food and Agriculture, Rome 1995, p. 16; WORLD BANK, Poverty and Hunger, Washington D.C. 1986.



15 Sui rapporti tra concentrazione della proprietà fondiaria, povertà delle campagne e degrado dell'ambiente, cfr. WORLD BANK, World Development Report 1990, cit., pp. 71-73; WORLD BANK, World Development Report 1992, Washington D.C., pp. 134-138, 149-153; FAO, Sustainable Development and the Environment, FAO Policies and Actions, Rome 1992.






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