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Padre Thomas de Saint Laurent Libro della Fiducia IntraText CT - Lettura del testo |
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Lo fa in modo conforme alla situazione di ciascuno
Queste parole vanno forse prese alla lettera e intese nel loro senso più stretto? Dio ci dona forse solo lo stretto necessario - il tozzo di pane secco, il bicchiere d'acqua, il lembo di stoffa - di cui la nostra miseria non può fare a meno? No, il Padre celeste non tratta i suoi figli con avara parsimonia. Crederlo, sarebbe bestemmiare la sua infinita Bontà; sarebbe, se così posso esprimermi, misconoscere le sue abitudini. Nell'esercizio della sua Provvidenza, come nella sua opera creatrice, Dio manifesta infatti una certa prodigalità. Quando lancia i mondi attraverso gli spazi, Egli trae dal nulla migliaia di astri. Nella Via Lattea, questa immensa spiaggia non corrisponde a una stella? Quando nutre gli uccelli, li invita all'opulento banchetto della Natura. Egli offre loro il grano che gonfia le spighe, i semi di ogni sorta che maturano sulle piante, le bacche che l'autunno tinge di rosso nei boschi, le messi che il lavoratore affida al solco. Quale scelta infinitamente varia per queste umili bestiole! Quando crea i vegetali, con che lieve grazia riveste i loro fiori! Cesella le loro corolle come gioielli preziosi, versa nei loro calici profumi penetranti, tesse i loro petali con una seta così brillante e delicata che gli artifici della tecnica non ne eguaglieranno mai la bellezza. E quanto all'uomo, il suo capolavoro, il fratello adottivo del suo Verbo Incarnato, Dio non si mostrerà di una generosità ancora più prodiga? Diventerebbe forse avaro solo nei nostri confronti? Questo non è possibile di certo. Consideriamo dunque come verità indiscutibile che la Provvidenza provvede largamente ai bisogni temporali degli uomini. Senza dubbio, vi saranno sempre sulla terra dei ricchi e dei poveri. Mentre gli altri devono lavorare e praticare una saggia economia. Ma il Padre celeste fornisce a tutti i mezzi per vivere con una certa agiatezza, secondo la condizione in cui li ha stabiliti. Torniamo al paragone usato da Gesù. Dio ha rivestito il giglio di splendore, ma questa veste bianca e profumata era reclamata dalla natura del giglio. Più modestamente è stata abbigliata la violetta; Dio le ha donato tuttavia quanto conveniva alla sua natura specifica. E questi due fiori sbocciano dolcemente al sole, senza che manchino di nulla. Così si comporta Dio con gli uomini. Egli ha collocato alcuni nelle classi più alte della società ed altri in una condizione meno brillante: agli uni come agli altri dà però il necessario perché mantengano con dignità il loro rango. Mi si obietterà forse l'instabilità delle condizioni sociali. Nella crisi attuale non è più facile decadere piuttosto che innalzarsi o anche solo mantenere il proprio livello sociale? Senza dubbio. Ma la Provvidenza proporziona esattamente il suo aiuto ai bisogni di ciascuno: a grandi mani procura grandi rimedi. Ciò che ci viene tolto dalle catastrofi economiche, possiamo riguadagnarlo con la nostra industriosità e il nostro lavoro. Nei casi, molto rari, in cui la nostra attività personale si trova ridotta all'impotenza, abbiamo il diritto di aspettarci dall'alto un intervento straordinario. Generalmente, almeno è quel che penso, Dio non crea i "decaduti". Egli vuole, al contrario, che progrediamo, che cresciamo, che ci eleviamo saggiamente. Se qualche volta permette un decadimento, non lo vuole con una decisione antecedente all'azione del nostro libero arbitrio. Il più delle volte, il declino sociale proviene dalle nostre colpe, personali o ereditarie. Sono conseguenze naturali della pigrizia, della prodigalità, delle passioni. Ma l'uomo, anche se decaduto, può risollevarsi e, con l'aiuto della Provvidenza, riconquistare per mezzo dei suoi sforzi la condizione perduta.
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