Sezione 2: La costruzione della comunità
internazionale
83. Le cause di discordia e i loro
rimedi
L'edificazione della pace
esige prima di tutto che, a cominciare dalle ingiustizie, si eliminino le cause
di discordia che fomentano le guerre. Molte occasioni provengono dalle
eccessive disparità economiche e dal ritardo con cui vi si porta il necessario
rimedio. Altre nascono dallo spirito di dominio, dal disprezzo delle persone e,
per accennare ai motivi più reconditi, dall'invidia, dalla diffidenza,
dall'orgoglio e da altre passioni egoistiche. Poiché gli uomini non possono
tollerare tanti disordini avviene che il mondo, anche quando non conosce le
atrocità della guerra, resta tuttavia continuamente in balia di lotte e di
violenze. I medesimi mali si riscontrano inoltre nei rapporti tra le nazioni.
Quindi per vincere e per prevenire questi mali, per reprimere lo scatenamento
della violenza, è assolutamente necessario che le istituzioni internazionali
sviluppino e consolidino la loro cooperazione e la loro coordinazione e che,
senza stancarsi, si stimoli la creazione di organismi idonei a promuovere la
pace.
84. La comunità delle nazioni e le
istituzioni internazionali
Dati i crescenti e stretti
legami di mutua dipendenza esistenti oggi tra tutti gli abitanti e i popoli
della terra, la ricerca adeguata e il raggiungimento efficace del bene comune
richiedono che la comunità delle nazioni si dia un ordine che risponda ai suoi
compiti attuali, tenendo particolarmente conto di quelle numerose regioni che
ancor oggi si trovano in uno stato di intollerabile miseria.
Per conseguire questi fini, le istituzioni
internazionali devono, ciascuna per la loro parte, provvedere ai diversi
bisogni degli uomini, tanto nel campo della vita sociale (cui appartengono
l'alimentazione, la salute, la educazione, il lavoro), quanto in alcune
circostanze particolari che sorgono qua e là: per esempio, la necessità di
aiutare la crescita generale delle nazioni in via di sviluppo, o ancora il
sollievo alle necessità dei profughi in ogni parte del mondo, o degli emigrati
e delle loro famiglie.
Le istituzioni internazionali, tanto
universali che regionali già esistenti, si sono rese certamente benemerite del
genere umano. Esse rappresentano i primi sforzi per gettare le fondamenta
internazionali di tutta la comunità umana al fine di risolvere le più gravi
questioni del nostro tempo: promuovere il progresso in ogni luogo della terra e
prevenire la guerra sotto qualsiasi forma. In tutti questi campi, la Chiesa si
rallegra dello spirito di vera fratellanza che fiorisce tra cristiani e non
cristiani, e dello sforzo d'intensificare i tentativi intesi a sollevare
l'immane miseria.
85. La cooperazione internazionale sul
piano economico
La solidarietà attuale del
genere umano impone anche che si stabilisca una maggiore cooperazione internazionale
in campo economico. Se infatti quasi tutti i popoli hanno acquisito
l'indipendenza politica, si è tuttavia ancora lontani dal potere affermare che
essi siano liberati da eccessive ineguaglianze e da ogni forma di dipendenza
abusiva, e che sfuggano al pericolo di gravi difficoltà interne.
Lo sviluppo d'un paese dipende dalle sue
risorse in uomini e in denaro. Bisogna preparare i cittadini di ogni nazione,
attraverso l'educazione e la formazione professionale, ad assumere i diversi
incarichi della vita economica e sociale. A tal fine si richiede l'opera di
esperti stranieri, i quali nel prestare la loro azione, si comportino non come
padroni, ma come assistenti e cooperatori. Senza profonde modifiche nei metodi
attuali del commercio mondiale, le nazioni in via di sviluppo non potranno
ricevere i sussidi materiali di cui hanno bisogno. Inoltre, altre risorse
devono essere loro date dalle nazioni progredite, sotto forma di dono, di
prestiti e d'investimenti finanziari: ciò si faccia con generosità e senza
cupidigia, da una parte, e si ricevano, dall'altra, con tutta onestà.
Per instaurare un vero ordine economico
mondiale, bisognerà rinunciare ai benefici esagerati, alle ambizioni nazionali,
alla bramosia di dominazione politica, ai calcoli di natura militaristica e
alle manovre tendenti a propagare e imporre ideologie. Vari sono i sistemi
economici e sociali proposti; è desiderabile che gli esperti possano trovare in
essi un fondamento comune per un sano commercio mondiale. Ciò sarà più facile
se ciascuno, rinunciando ai propri pregiudizi, si dispone di buon grado a
condurre un sincero dialogo.
86. Alcune norme opportune
In vista di questa
cooperazione, sembra utile proporre le norme seguenti:
a) Le nazioni in via di sviluppo tendano
soprattutto ad assegnare, espressamente e senza equivoci, come fine del
progresso la piena espansione umana dei cittadini. Si ricordino che questo
progresso trova innanzi tutto la sua origine e il suo dinamismo nel lavoro e nella
ingegnosità delle popolazioni stesse, visto che esso deve sl far leva sugli
aiuti esterni, ma, prima di tutto, sulla valorizzazione delle proprie risorse
nonché sulla propria cultura e tradizione. In questa materia, quelli che
esercitano sugli altri maggiore influenza devono dare l'esempio.
b) È dovere gravissimo delle nazioni evolute
di aiutare i popoli in via di sviluppo ad adempiere i compiti sopraddetti.
Perciò esse procedano a quelle revisioni interne, spirituali e materiali,
richieste da questa cooperazione universale. Così bisogna che negli scambi con
le nazioni più deboli e meno fortunate abbiano riguardo al bene di quelle che
hanno bisogno per la loro stessa sussistenza dei proventi ricavati dalla
vendita dei propri prodotti.
c) Spetta alla comunità internazionale
coordinare e stimolare lo sviluppo, curando tuttavia di distribuire con la
massima efficacia ed equità le risorse a ciò destinate. Salvo il principio di
sussidiarietà, ad essa spetta anche di ordinare i rapporti economici mondiali secondo
le norme della giustizia.
Si fondino istituti capaci di promuovere e
di regolare il commercio internazionale, specialmente con le nazioni meno
sviluppate, e destinati pure a compensare gli inconvenienti che derivano
dall'eccessiva disuguaglianza di potere fra le nazioni. Accanto all'aiuto
tecnico, culturale e finanziario, un simile ordinamento dovrebbe mettere a
disposizione delle nazioni in via di sviluppo le risorse necessarie ad ottenere
una crescita soddisfacente della loro economia.
d) In molti casi è urgente procedere a una
revisione delle strutture economiche e sociali. Ma bisogna guardarsi dalle
soluzioni tecniche premature, specialmente da quelle che, mentre offrono
all'uomo certi vantaggi materiali, si oppongono al suo carattere spirituale e
alla sua crescita. Poiché « non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che
esce dalla bocca di Dio » (Mt 4,4). Ogni parte della famiglia umana reca in sé
e nelle sue migliori tradizioni qualcosa di quel tesoro spirituale che Dio ha
affidato all'umanità, anche se molti ignorano da quale fonte provenga.
87. La cooperazione internazionale e
l'accrescimento demografico
La cooperazione
internazionale è indispensabile soprattutto quando si tratta dei popoli che,
fra le molte altre difficoltà, subiscono oggi in modo tutto speciale quelle
derivanti da un rapido incremento demografico. È urgente e necessario ricercare
come, con la cooperazione intera ed assidua di tutti, specie delle nazioni più
favorite, si possa procurare e mettere a disposizione dell'intera comunità
umana quei beni che sono necessari alla sussistenza e alla conveniente
istruzione di ciascuno. Alcuni popoli potrebbero migliorare seriamente le loro
condizioni di vita se, debitamente istruiti, passassero dai vecchi metodi di
agricoltura ai nuovi procedimenti tecnici di produzione, applicandoli con la
prudenza necessaria alla situazione propria e se instaurassero inoltre un
migliore ordine sociale e attuassero una più giusta distribuzione della
proprietà terriera.
Nei limiti della loro competenza, i governi
hanno diritti e doveri per ciò che concerne il problema demografico della
nazione; come, ad esempio, per quanto riguarda la legislazione sociale e
familiare, le migrazioni dalla campagna alle città, o quando si tratta
dell'informazione relativa alla situazione e ai bisogni del paese. Oggi gli
animi sono molto agitati da questi problemi. Si deve quindi sperare che
cattolici competenti in tutte queste materie, in particolare nelle università,
proseguano assiduamente gli studi già iniziati e li sviluppino maggiormente.
Poiché molti affermano che l'accrescimento
demografico nel mondo, o almeno in alcune nazioni, debba essere frenato in
maniera radicale con ogni mezzo e con non importa quale intervento
dell'autorità pubblica, il Concilio esorta tutti ad astenersi da soluzioni
contrarie alla legge morale, siano esse promosse o imposte pubblicamente o in
privato. Infatti, in virtù del diritto inalienabile dell'uomo al matrimonio e
alla generazione della prole, la decisione circa il numero dei figli da mettere
al mondo dipende dal retto giudizio dei genitori e non può in nessun modo
essere lasciata alla discrezione dell'autorità pubblica. Ma siccome questo
giudizio dei genitori suppone una coscienza ben formata, è di grande importanza
dare a tutti il modo di accedere a un livello di responsabilità conforme alla
morale e veramente umano, nel rispetto della legge divina e tenendo conto delle
circostanze. Tutto ciò esige un po' dappertutto un miglioramento dei mezzi
pedagogici e delle condizioni sociali, soprattutto una formazione religiosa o
almeno una solida formazione morale. Le popolazioni poi siano opportunamente
informate sui progressi della scienza nella ricerca di quei metodi che potranno
aiutare i coniugi in materia di regolamentazione delle nascite, una volta che
sia ben accertato il valore di questi metodi e stabilito il loro accordo con la
morale.
88. Il compito dei cristiani
nell'aiuto agli altri paesi
I cristiani cooperino
volentieri e con tutto il cuore all'edificazione dell'ordine internazionale,
nel rispetto delle legittime libertà e in amichevole fraternità con tutti.
Tanto più che la miseria della maggior parte del mondo è così grande che il
Cristo stesso, nella persona dei poveri reclama come a voce alta la carità dei
suoi discepoli. Si eviti questo scandalo: mentre alcune nazioni, i cui abitanti
per la maggior parte si dicono cristiani, godono d'una grande abbondanza di
beni, altre nazioni sono prive del necessario e sono afflitte dalla fame, dalla
malattia e da ogni sorta di miserie. Lo spirito di povertà e d'amore è infatti
la gloria e il segno della Chiesa di Cristo.
Sono, pertanto, da lodare e da incoraggiare
quei cristiani, specialmente i giovani, che spontaneamente si offrono a
soccorrere gli altri uomini e le altre nazioni. Anzi spetta a tutto il popolo
di Dio, dietro la parola e l'esempio dei suoi vescovi, sollevare, nella misura
delle proprie forze, la miseria di questi tempi; e ciò, secondo l'antico uso
della Chiesa, attingendo non solo dal superfluo, ma anche dal necessario.
Le collette e la distribuzione dei soccorsi
materiali, senza essere organizzate in una maniera troppo rigida e uniforme,
devono farsi secondo un piano diocesano, nazionale e mondiale; ovunque la cosa
sembri opportuna, si farà in azione congiunta tra cattolici e altri fratelli
cristiani. Infatti lo spirito di carità non si oppone per nulla all'esercizio
provvido e ordinato dell'azione sociale e caritativa; anzi l'esige. È perciò
necessario che quelli che vogliono impegnarsi al servizio delle nazioni in via
di sviluppo ricevano una formazione adeguata in istituti specializzati.
89. Efficace presenza della Chiesa
nella comunità internazionale
La Chiesa, in virtù della
sua missione divina, predica il Vangelo e largisce i tesori della grazia a
tutte le genti. Contribuisce così a rafforzare la pace in ogni parte del mondo,
ponendo la conoscenza della legge divina e naturale a solido fondamento della
solidarietà fraterna tra gli uomini e tra le nazioni. Perciò la Chiesa
dev'essere assolutamente presente nella stessa comunità delle nazioni, per
incoraggiare e stimolare gli uomini alla cooperazione vicendevole. E ciò, sia
attraverso le sue istituzioni pubbliche, sia con la piena e leale
collaborazione di tutti i cristiani animata dall'unico desiderio di servire a
tutti.
Per raggiungere questo fine in modo più
efficace, i fedeli stessi, coscienti della loro responsabilità umana e
cristiana, dovranno sforzarsi di risvegliare la volontà di pronta
collaborazione con la comunità internazionale, a cominciare dal proprio
ambiente di vita. Si abbia una cura particolare di formare in ciò i giovani,
sia nell'educazione religiosa che in quella civile.
90. La partecipazione dei cristiani
alle istituzioni internazionali
Indubbiamente una forma
eccellente d'impegno per i cristiani in campo internazionale è l'opera che si
presta, individualmente o associati, all'interno degli istituti già esistenti o
da costituirsi, con il fine di promuovere la collaborazione tra le nazioni.
Inoltre, le varie associazioni cattoliche internazionali possono servire in
tanti modi all'edificazione della comunità dei popoli nella pace e nella
fratellanza. Perciò bisognerà rafforzarle, aumentando il numero di cooperatori
ben formati, con i necessari sussidi e mediante un adeguato coordinamento delle
forze. Ai nostri giorni, infatti, efficacia d'azione e necessità di dialogo
esigono iniziative collettive. Per di più simili associazioni giovano non poco
a istillare quel senso universale, che tanto conviene ai cattolici, e a formare
la coscienza di una responsabilità e di una solidarietà veramente universali.
Infine è auspicabile che i cattolici si
studino di cooperare, in maniera fattiva ed efficace, sia con i fratelli
separati, i quali pure fanno professione di carità evangelica, sia con tutti
gli uomini desiderosi della pace vera. Adempiranno così debitamente al loro
dovere in seno alla comunità internazionale. Il Concilio, poi, dinanzi alle
immense sventure che ancora affliggono la maggior parte del genere umano,
ritiene assai opportuna la creazione d'un organismo della Chiesa universale, al
fine di fomentare dovunque la giustizia e l'amore di Cristo verso i poveri.
Tale organismo avrà per scopo di stimolare la comunità cattolica a promuovere
lo sviluppo delle regioni bisognose e la giustizia sociale tra le nazioni.
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