CAPITOLO
II IL MINISTERO DEI PRESBITERI
I. Funzioni dei presbiteri
I presbiteri ministri della parola di
Dio
4. Il popolo di Dio viene
adunato innanzitutto per mezzo della parola del Dio vivente che tutti hanno il
diritto di cercare sulle labbra dei sacerdoti. Dato infatti che nessuno può
essere salvo se prima non ha creduto, i presbiteri, nella loro qualità di
cooperatori dei vescovi, hanno anzitutto il dovere di annunciare a tutti il
Vangelo di Dio seguendo il mandato del Signore: « Andate nel mondo intero e
predicate il Vangelo a ogni creatura » e possono così costituire e incrementare
il popolo di Dio. Difatti, in virtù della parola salvatrice, la fede si accende
nel cuore dei non credenti si nutre nel cuore dei credenti, e con la fede ha
inizio e cresce la comunità dei credenti, secondo quanto ha scritto l'Apostolo:
« La fede è possibile per l'ascolto, e l'ascolto è possibile per la parola di
Cristo » (Rm 10,17). Pertanto i presbiteri sono debitori verso tutti, nel senso
che a tutti devono comunicare la verità del Vangelo di cui il Signore li fa
beneficiare. Quindi, sia che offrano in mezzo alla gente la testimonianza di
una vita esemplare, che induca a dar gloria a Dio sia che annuncino il mistero
di Cristo ai non credenti con la predicazione esplicita; sia che svolgano la
catechesi cristiana o illustrino la dottrina della Chiesa; sia che si
applichino a esaminare i problemi del loro tempo alla luce di Cristo: in tutti
questi casi il loro compito non è di insegnare una propria sapienza, bensì di
insegnare la parola di Dio e di invitare tutti insistentemente alla conversione
e alla santità. Inoltre se la predicazione sacerdotale, che nelle circostanze
attuali del mondo è spesso assai difficile, vuole avere più efficaci risultati
sulle menti di coloro che ascoltano, non può limitarsi ad esporre la parola di
Dio in termini generali e astratti, ma deve applicare la perenne verità del Vangelo
alle circostanze concrete della vita.
In tal modo il ministero della parola viene
esercitato sotto forme diverse, in rapporto alle diverse necessità degli
ascoltatori e secondo i diversi carismi dei predicatori. Nelle regioni o negli
ambienti non cristiani, per mezzo del messaggio evangelico gli uomini vengono
attratti alla fede e ai sacramenti della salvezza; e nella comunità dei
cristiani, soprattutto per quanto riguarda coloro che mostrano di non capire o
non credere abbastanza ciò che praticano, la predicazione della parola è
necessaria per lo stesso ministero dei sacramenti, trattandosi di sacramenti
della fede, la quale nasce e si alimenta con la parola. Ciò vale soprattutto
nel caso della liturgia della parola nella celebrazione della messa, in cui si
realizza un'unità inscindibile fra l'annuncio della morte e risurrezione del
Signore, la risposta del popolo che ascolta e l'offerta con la quale Cristo ha
confermato nel suo sangue la Nuova Alleanza; offerta cui si uniscono i fedeli
sia con i loro voti e preghiere sia con la ricezione del sacramento.
I presbiteri ministri della
santificazione con i sacramenti e l'eucaristia
5. Dio, il quale solo è
santo e santificatore, ha voluto assumere degli uomini come soci e
collaboratori, perché servano umilmente nell'opera di santificazione. Per
questo i presbiteri sono consacrati da Dio, mediante il vescovo, in modo che,
resi partecipi in maniera speciale del sacerdozio di Cristo, nelle sacre
celebrazioni agiscano come ministri di colui che ininterrottamente esercita la
sua funzione sacerdotale in favore nostro nella liturgia, per mezzo del suo
Spirito. Essi infatti, con il battesimo, introducono gli uomini nel popolo di
Dio; con il sacramento della penitenza riconciliano i peccatori con Dio e con
la Chiesa; con l'olio degli infermi alleviano le sofferenze degli ammalati; e
soprattutto con la celebrazione della messa offrono sacramentalmente il
sacrificio di Cristo. Ma ogni volta che celebrano uno di questi sacramenti i
presbiteri--come già ai tempi della Chiesa primitiva attesta S. Ignazio
martire--sono gerarchicamente collegati sotto molti aspetti al vescovo, e in
tal modo lo rendono in un certo senso presente in ciascuna adunanza dei fedeli.
Tutti i sacramenti, come pure tutti i
ministeri ecclesiastici e le opere d'apostolato, sono strettamente uniti alla
sacra eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella santissima eucaristia
è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra
pasqua, lui il pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito
Santo e vivificante dà vita agli uomini i quali sono in tal modo invitati e
indotti a offrire assieme a lui se stessi, il proprio lavoro e tutte le cose
create. Per questo l'eucarestia si presenta come fonte e culmine di tutta
l'evangelizzazione, cosicché i catecumeni sono introdotti a poco a poco a
parteciparvi, e i fedeli, già segnati dal sacro battesimo e dalla
confermazione, ricevendo l'eucarestia trovano il loro pieno inserimento nel
corpo di Cristo.
L'assemblea eucaristica è dunque il centro
della comunità dei cristiani presieduta dal presbitero. I presbiteri insegnano
dunque ai fedeli a offrire la vittima divina a Dio Padre nel sacrificio della
messa, e a fare, in unione con questa vittima, l'offerta della propria vita.
Nello spirito di Cristo pastore insegnano altresì a sottomettere con cuore
contrito i propi peccati alla Chiesa nel sacramento della penitenza , per
potersi così convertire ogni giorno di più al Signore, ricordando le sue
parole: « Fate penitenza perché si avvicina il regno dei cieli » ( Mt 4,17).
Insegnano inoltre ai fedeli a partecipare così intensamente alle celebrazioni
liturgiche, da poter arrivare anche in esse alla preghiera sincera; li spingono
ad avere per tutta la vita uno spirito di orazione sempre più attivo e
perfetto, in rapporto alle grazie e ai bisogni di ciascuno; e invitano tutti a
compiere i doveri del proprio stato, inducendo quelli che hanno fatto maggiori
progressi a seguire i consigli del Vangelo, nel modo che meglio convenga a
ciascuno. Quindi istruiscono i fedeli in modo che possano cantare in cuor loro
al Signore Gesù Cristo.
Le lodi e il ringraziamento che rivolgono a
Dio nella celebrazione eucaristica, i presbiteri li estendono alle diverse ore
del giorno con il divino ufficio, mediante il quale pregano Iddio in nome della
Chiesa e in favore di tutto il mondo.
La casa di preghiera - in cui l'eucarestia è
celebrata e conservata; in cui i fedeli si riuniscono; in cui la presenza del
Figlio di Dio nostro Salvatore, offerto per noi sull'altare del sacrificio,
viene venerata a sostegno e consolazione dei fedeli - dev'essere nitida e
adatta alla preghiera e alle celebrazioni liturgiche. In essa i pastori e i
fedeli sono invitati a rispondere con riconoscenza al dono di colui che di
continuo infonde la vita divina, mediante la sua umanità, nelle membra del suo
corpo. Abbiano cura i presbiteri di coltivare adeguatamente la scienza e l'arte
liturgica, affinché per mezzo del loro ministero liturgico le comunità
cristiane ad essi affidate elevino una lode sempre più perfetta a Dio Padre,
Figlio e Spirito Santo.
I presbiteri, guide ed educatori del
popolo di Dio
6. Esercitando la funzione
di Cristo capo e pastore per la parte di autorità che spetta loro, i
presbiteri, in nome del vescovo, riuniscono la famiglia di Dio come fraternità
viva e unita e la conducono al Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo.
Per questo ministero, così come per le altre funzioni, viene conferita al
presbitero una potestà spirituale, che è appunto concessa ai fini
dell'edificazione, Nell'edificare la Chiesa i presbiteri devono avere con tutti
dei rapporti improntati alla più delicata bontà, seguendo l'esempio del Signore.
E nel trattare gli uomini non devono regolarsi in base ai loro gusti bensì in
base alle esigenze della dottrina e della vita cristiana, istruendoli e anche
ammonendoli come figli carissimi secondo le parole dell'Apostolo: «Insisti a
tempo e fuor di tempo: rimprovera, supplica, esorta con ogni pazienza e
dottrina » (2 Tm 4,2).
Perciò spetta ai sacerdoti, nella loro
qualità di educatori nella fede, di curare, per proprio conto o per mezzo di
altri, che ciascuno dei fedeli sia condotto nello Spirito Santo a sviluppare la
propria vocazione personale secondo il Vangelo, a praticare una carità sincera
e attiva, ad esercitare quella libertà con cui Cristo ci ha liberati. Di ben
poca utilità saranno le cerimonie più belle o le associazioni più fiorenti, se
non sono volte ad educare gli uomini alla maturità cristiana. Per promuovere
tale maturità, i presbiteri sapranno aiutarli a diventare capaci di leggere
negli avvenimenti stessi--siano essi di grande o di minore portata--quali siano
le esigenze naturali e la volontà di Dio. I cristiani inoltre devono essere
educati a non vivere egoisticamente ma secondo le esigenze della nuova legge
della carità, la quale vuole che ciascuno amministri in favore del prossimo la
misura di grazia che ha ricevuto e che in tal modo tutti assolvano
cristianamente propri compiti nella comunità umana. Ma, anche se sono tenuti a
servire tutti, ai presbiteri sono affidati in modo speciale i poveri e i più
deboli, ai quali lo stesso Signore volle dimostrarsi particolarmente unito e la
cui evangelizzazione è presentata come segno dell'opera messianica. Anche i
giovani vanno seguiti con cura particolare, e così pure i coniugi e i genitori;
è auspicabile che tali persone si riuniscano amichevolmente in gruppo, per
potersi aiutare a vicenda a vivere più pienamente come cristiani nelle
circostanze spesso difficili in cui si trovano. Ricordino inoltre i presbiteri
che i religiosi tutti --sia uomini che donne--costituiscono una parte insignita
di speciale dignità nella casa del Signore e meritano quindi particolare
attenzione, affinché progrediscano sempre nella perfezione spirituale per il
bene di tutta la Chiesa. Infine, abbiano cura specialmente dei malati e dei
moribondi, visitandoli e confortandoli nel Signore.
Ma la funzione di pastore non si limita alla
cura dei singoli fedeli: essa va estesa alla formazione di un'autentica
comunità cristiana. Per fomentare opportunamente lo spirito comunitario,
bisogna mirare non solo alla Chiesa locale ma anche alla Chiesa universale. A
sua volta la comunità locale non deve limitarsi a prendersi cura dei propri
fedeli, ma è tenuta anche a sentire lo zelo missionario, che spinge ad aprire a
tutti gli uomini la strada che conduce a Cristo.
In primo luogo poi alla comunità incombe il
dovere di occuparsi dei catecumeni e dei neofiti, che vanno educati
gradualmente alla conoscenza e alla pratica della vita cristiana.
D'altra parte non è possibile che si formi
una comunità cristiana se non assumendo come radice e come cardine la
celebrazione della sacra eucaristia, dalla quale deve quindi prendere le mosse
qualsiasi educazione tendente a formare lo spirito di comunità. A sua volta la
celebrazione eucaristica, per essere piena e sincera, deve spingere sia alle
diverse opere di carità e al reciproco aiuto, sia all'azione missionaria e alle
varie forme di testimonianza cristiana.
Inoltre, mediante la carità, la preghiera,
l'esempio e le opere di penitenza, la comunità ecclesiale esercita una vera
azione materna nei confronti delle anime da avvicinare a Cristo. Essa infatti
viene ad essere, per chi ancora non crede, uno strumento efficace per indicare
o per agevolare il cammino che porta a Cristo e alla sua Chiesa; e per chi già
crede è stimolo, alimento e sostegno per la lotta spirituale.
Infine, nell'edificare la comunità cristiana
i presbiteri non si mettono mai al servizio di una ideologia o umana fazione,
bensì, come araldi del Vangelo e pastori della Chiesa, si dedicano pienamente
all'incremento spirituale del corpo di Cristo.
|