CAPITOLO
I LA DOTTRINA DELLA CHIESA
Compiti della Chiesa
3. La Chiesa cattolica,
essendo stata fondata da Cristo Signore per portare la salvezza a tutti gli
uomini, ed essendo perciò spinta dall'obbligo di diffondere il messaggio
evangelico, ritiene suo dovere servirsi anche degli strumenti di comunicazione
sociale per predicare l'annuncio di questa salvezza ed insegnare agli uomini il
retto uso di questi strumenti. Compete pertanto alla Chiesa il diritto innato di
usare e di possedere siffatti strumenti, nella misura in cui essi siano
necessari o utili alla formazione cristiana e a ogni altra azione pastorale.
Così pure è dovere dei sacri pastori istruire e guidare i fedeli perché essi,
anche con l'aiuto di questi strumenti, perseguano la salvezza e perfezione
propria e di tutta la famiglia umana. Peraltro è compito anzitutto dei laici
animare di valori umani e cristiani tali strumenti, affinché rispondano
pienamente alla grande attesa dell'umanità e ai disegni di Dio.
Legge morale
4. Per usare rettamente
questi strumenti è assolutamente necessario che coloro i quali se ne servono
conoscano le norme della legge morale e le osservino fedelmente in questo
settore. Tengano perciò presente il contenuto, comunicato secondo la natura
propria di ciascuno strumento; considerino inoltre tutto il contesto --come, ad
esempio, il fine, le persone, il luogo, il tempo ecc.-- nel quale si attua la
comunicazione stessa, perché il contesto è capace di modificarne, o addirittura
di cambiare totalmente, il valore morale. A questo proposito segnaliamo in
particolare il modo di agire proprio di ogni strumento, cioè la sua forza di
suggestione, che può essere tale che gli uomini, soprattutto se
insufficientemente preparati, riescano con difficoltà ad avvertirla, a
dominarla e, quando occorresse, a respingerla.
Diritto all'informazione
5. È anzitutto necessario
che tutti gli interessati si formino una retta coscienza circa l'uso di questi
strumenti, soprattutto a proposito di alcune questioni oggi particolarmente
controverse. La prima di queste riguarda l'informazione, cioè la ricerca e la
diffusione di notizie.
Non c'è dubbio che l'informazione, dato il
progresso raggiunto dalla società moderna, ed attese le sempre più strette
relazioni d'interdipendenza tra i suoi membri, è diventata utilissima ed anzi,
per lo più, una necessità. Infatti la pubblica e tempestiva comunicazione degli
avvenimenti e dei fatti offre ai singoli uomini quella più adeguata e costante
conoscenza, che permette loro di contribuire efficacemente al bene comune e di
promuovere tutti insieme più agevolmente la prosperità e il progresso di tutta
la società. È perciò inerente alla società umana il diritto all'informazione su
quanto, secondo le rispettive condizioni, interessa gli uomini, sia come
individui che come membri di una società. Tuttavia il retto esercizio di questo
diritto esige che la comunicazione sia sempre verace quanto al contenuto e,
salve la giustizia e la carità, completa; inoltre, per quanto riguarda il modo,
sia onesta e conveniente, cioè rispetti rigorosamente le leggi morali, i
diritti e la dignità dell'uomo, sia nella ricerca delle notizie, sia nella loro
diffusione. Non ogni conoscenza infatti giova, «mentre la carità è costruttiva»
(1 Cor 8,1).
Arte e morale
6. La seconda questione
riguarda le relazioni tra i diritti dell'arte--come si suol dire--e le norme
della legge morale. Poiché il moltiplicarsi di controversie su questo argomento
non di rado trae origine da dottrine erronee in materia di etica e di estetica,
il Concilio proclama che il primato dell'ordine morale oggettivo deve essere
rispettato assolutamente da tutti. Questo ordine è il solo a superare e
armonizzare tutte le diverse forme dell'attività umana, per quanto nobili esse
siano, non eccettuata quella dell'arte. Solo l'ordine morale, infatti, investe
l'uomo nella totalità del suo essere creatura di Dio dotata di intelligenza e
chiamata ad un fine soprannaturale; e lo stesso ordine morale, se integralmente
e fedelmente osservato, porta l'uomo a raggiungere la perfezione e la pienezza
della felicità.
Trattazione del male morale
7. Infine, l'esposizione,
la descrizione o la rappresentazione del male morale possono indubbiamente,
anche per il tramite degli strumenti di comunicazione sociale, servire per una
più approfondita conoscenza ed analisi dell'uomo, ad illustrare e ad esaltare
lo splendore della verità e del bene, mediante appropriati effetti drammatici.
Tuttavia, se non si vuole che rechino più danno che vantaggio alle anime, è
necessario attenersi fedelmente alla legge morale, soprattutto quando si tratta
di cose che richiedono il dovuto rispetto o che si prestano a favorire le
disordinate passioni dell'uomo, ferito dalla colpa originale.
Opinioni pubbliche
8. Poiché le opinioni
pubbliche esercitano oggi un enorme influsso nella vita privata e pubblica dei
cittadini di ogni categoria sociale, è necessario che tutti i membri della
società compiano, anche in questo campo, i loro doveri di giustizia e di
carità. Perciò tutti si adoperino, anche mediante l'uso di questi strumenti,
alla formazione e diffusione di rette opinioni pubbliche.
Doveri degli utenti
9. Particolari doveri
hanno tutti gli utenti --vale a dire i lettori, gli spettatori, gli uditori--
che con scelta personale e libera ricevono le comunicazioni diffuse da questi
strumenti. Infatti, una scelta retta richiede che essi favoriscano in ogni modo
quanto presenta un reale valore morale, culturale e artistico; che evitino,
invece, quanto costituisce per loro causa o occasione di danno spirituale,
oppure con il cattivo esempio induce altri in pericolo, o contribuisce a
ostacolare le buone comunicazioni e a incoraggiare quelle cattive. Questo
ultimo caso solitamente si verifica quando si versa il proprio denaro a quanti adoperano
tali strumenti unicamente a scopo di lucro. Perciò gli utenti, per agire
moralmente bene, non trascurino il loro dovere d'informarsi tempestivamente dei
giudizi che a questo proposito vengono dati dalla competente autorità, e di
attenervisi secondo le norme della retta coscienza. Al fine poi di resistere
più facilmente alle suggestioni meno oneste e di favorire sicuramente quelle
buone, procurino di formare e di orientare la propria coscienza con i mezzi
adatti.
Doveri dei giovani e dei genitori
10. Gli utenti,
particolarmente i giovani, si addestrino ad un uso moderato e disciplinato di
questi strumenti; cerchino inoltre di approfondire le cose viste, udite, lette;
ne discutano con i loro educatori e con persone competenti, e imparino a
formarsi un giudizio retto. Dal canto loro i genitori ricordino che è loro
dovere vigilare diligentemente perché spettacoli, stampa e simili, che siano
contrari alla fede e ai buoni costumi, non entrino in casa e che i loro figli
ne siano preservati altrove.
Doveri degli autori
11. Speciali
responsabilità morali circa il retto uso degli strumenti di comunicazione
sociale incombono sui giornalisti, gli scrittori, gli attori, i registi, gli
editori e i produttori, i programmisti, i distributori, gli esercenti e i
venditori, i critici e quanti altri in qualsiasi modo partecipano alla
preparazione e trasmissione delle comunicazioni. È evidente, infatti, quali e
quanto grandi responsabilità pesino su di loro nell'evolversi della società
odierna, avendo essi la possibilità di indirizzare al bene o al male l'umanità
con le loro informazioni e pressioni.
Dovranno pertanto conciliare i propri
interessi economici, politici ed artistici in modo da evitare ogni opposizione
al bene comune. Per raggiungere più facilmente questo intento, faranno bene a
dare la loro adesione a quelle associazioni professionali capaci di imporre ai
loro membri --se necessario anche impegnandosi all'osservanza di un «codice
morale»-- il rispetto dell'onestà nelle loro attività e doveri professionali.
Inoltre ricordino sempre che gran parte dei
lettori e degli spettatori è costituita da giovani, i quali hanno bisogno di
una stampa e di spettacoli che offrano un sano divertimento e che orientino il
loro spirito a nobili ideali. Procurino inoltre che le comunicazioni che
riguardano la religione vengano affidate a persone degne e preparate e che
siano attuate con il dovuto rispetto.
Doveri dell'autorità civile
12. Particolari doveri in
questo settore incombono all'autorità civile in vista del bene comune, al quale
questi strumenti sono ordinati. È infatti compito di tale autorità, nel proprio
suo ambito, difendere e proteggere -- specialmente riguardo alla stampa--la
vera e giusta libertà d'informazione che è indispensabile alla odierna società
per il suo progresso; favorire i valori religiosi, culturali e artistici;
assicurare agli utenti il libero uso dei loro legittimi diritti. È anche
compito dell'autorità civile appoggiare quelle iniziative che, per quanto siano
di grande utilità, specialmente alla gioventù, non potrebbero altrimenti essere
realizzate. Infine lo stesso potere pubblico, che giustamente si interessa del
benessere dei cittadini, ha il dovere di provvedere con giustizia e diligenza,
mediante la promulgazione di leggi e l'efficace loro applicazione, che dal
cattivo uso di questi strumenti non derivino gravi danni alla moralità pubblica
e al progresso della società. Con tale attenta vigilanza non viene conculcata
la libertà dei singoli e dei gruppi associati, soprattutto nel caso in cui
mancassero sicure garanzie da parte di coloro che per professione utilizzano
questi strumenti. Una speciale attenzione, inoltre, sia usata nel difendere gli
adolescenti dalla stampa e dagli spettacoli nocivi alla loro età.
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