CAPITOLO
VI I RELIGIOSI
I consigli evangelici nella Chiesa
43. I consigli evangelici
della castità consacrata a Dio, della povertà e dell'obbedienza, essendo
fondati sulle parole e sugli esempi del Signore e raccomandati dagli apostoli,
dai Padri e dai dottori e pastori della Chiesa, sono un dono divino che la
Chiesa ha ricevuto dal suo Signore e con la sua grazia sempre conserva. La
stessa autorità della Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, si è data
cura di interpretarli, di regolarne la pratica e anche di stabilire sulla loro
base delle forme stabili di vita. Avvenne quindi che, come un albero che si
ramifica in modi mirabili e molteplici nel campo del Signore a partire da un
germe seminato da Dio, si sviluppassero varie forme di vita solitaria o comune
e varie famiglie, il cui capitale spirituale contribuisce al bene sia dei
membri di quelle famiglie, sia di tutto il corpo di Cristo. Quelle famiglie
infatti forniscono ai loro membri gli aiuti di una maggiore stabilità nella
loro forma di vita, di una dottrina provata per il conseguimento della
perfezione, della comunione fraterna nella milizia di Cristo, di una libertà
corroborata dall'obbedienza, così che possano adempiere con sicurezza e
custodire con fedeltà la loro professione religiosa, avanzando nella gioia
spirituale sul cammino della carità.
Un simile stato, se si riguardi la divina e
gerarchica costituzione della Chiesa, non è intermedio tra la condizione
clericale e laicale, ma da entrambe le parti alcuni fedeli sono chiamati da Dio
a fruire di questo speciale dono nella vita della Chiesa e ad aiutare, ciascuno
a suo modo, la sua missione salvifica.
Natura e importanza dello stato
religioso
44. Con i voti o altri
impegni sacri simili ai voti secondo il modo loro proprio, il fedele si obbliga
all'osservanza dei tre predetti consigli evangelici; egli si dona totalmente a
Dio amato al di sopra di tutto, così da essere con nuovo e speciale titolo
destinato al servizio e all'onore di Dio. Già col battesimo è morto al peccato e
consacrato a Dio; ma per poter raccogliere in più grande abbondanza i frutti
della grazia battesimale, con la professione dei consigli evangelici nella
Chiesa intende liberarsi dagli impedimenti che potrebbero distoglierlo dal
fervore della carità e dalla perfezione del culto divino, e si consacra più
intimamente al servizio di Dio. La consacrazione poi sarà più perfetta, in
quanto legami più solidi e stabili riproducono di più l'immagine del Cristo
unito alla Chiesa sua sposa da un legame indissolubile.
Siccome quindi i consigli evangelici, per
mezzo della carità alla quale conducono congiungono in modo speciale coloro che
li praticano alla Chiesa e al suo mistero, la loro vita spirituale deve pure
essere consacrata al bene di tutta la Chiesa. Di qui deriva il dovere di
lavorare, secondo le forze e la forma della propria vocazione, sia con la
preghiera, sia anche con l'attività effettiva, a radicare e consolidare negli
animi il regno di Cristo e a dilatarlo in ogni parte della terra. Per questo la
Chiesa difende e sostiene l'indole propria dei vari istituti religiosi. Perciò
la professione dei consigli evangelici appare come un segno, il quale può e
deve attirare efficacemente tutti i membri della Chiesa a compiere con slancio
i doveri della vocazione cristiana. Poiché infatti il popolo di Dio non ha qui
città permanente, ma va in cerca della futura, lo stato religioso, il quale
rende più liberi i suoi seguaci dalle cure terrene, meglio anche manifesta a
tutti i credenti i beni celesti già presenti in questo tempo, meglio testimonia
l'esistenza di una vita nuova ed eterna, acquistata dalla redenzione di Cristo,
e meglio preannunzia la futura resurrezione e la gloria del regno celeste.
Parimenti, lo stato religioso imita più fedelmente e rappresenta continuamente
nella Chiesa la forma di vita che il Figlio di Dio abbracciò venendo nel mondo
per fare la volontà del Padre e che propose ai discepoli che lo seguivano.
Infine, in modo speciale manifesta l'elevazione del regno di Dio sopra tutte le
cose terrestri e le sue esigenze supreme; dimostra pure a tutti gli uomini la
preminente grandezza della potenza di Cristo-Re e la infinita potenza dello
Spirito Santo, mirabilmente operante nella Chiesa.
Lo stato di vita dunque costituito dalla
professione dei consigli evangelici, pur non concernendo la struttura
gerarchica della Chiesa, appartiene tuttavia inseparabilmente alla sua vita e
alla sua santità.
La gerarchia e lo stato religioso
45. Essendo ufficio della
gerarchia ecclesiastica di pascere il popolo di Dio e condurlo a pascoli
ubertosi (cfr. Ez 34,14), spetta ad essa di regolare sapientemente con le sue
leggi la pratica dei consigli evangelici, strumento singolare al servizio della
carità perfetta verso Dio e verso il prossimo 6, Essa inoltre, seguendo
docilmente gli impulsi dello Spirito Santo, accoglie le regole proposte da
uomini e donne esimi, e, infine dopo averle messe a punto più perfettamente, dà
loro una approvazione autentica; con la sua autorità vigile e protettrice viene
pure in aiuto agli istituti, dovunque eretti per l'edificazione del corpo di
Cristo, perché abbiano a crescere e fiorire secondo lo spirito dei fondatori.
Perché poi sia provveduto il meglio
possibile alle necessità dell'intero gregge del Signore, il sommo Pontefice
può, in ragione del suo primato sulla Chiesa universale e in vista
dell'interesse comune esentare ogni istituto di perfezione e ciascuno dei suoi
membri dalla giurisdizione dell'ordinario del luogo e sottoporli a sé solo.
Similmente essi possono essere lasciati o affidati alle proprie autorità
patriarcali. Da parte loro i membri nel compiere i loro doveri verso la Chiesa
secondo la loro forma particolare di vita, devono, conforme alle leggi
canoniche, prestare riverenza e obbedienza ai vescovi, a causa della loro
autorità pastorale nelle Chiese particolari e per la necessaria unità e
concordia nel lavoro apostolico.
La Chiesa non solo erige con la sua sanzione
la professione religiosa alla dignità dello stato canonico, ma con la sua azione
liturgica la presenta pure come stato di consacrazione a Dio. La stessa Chiesa
infatti, in nome dell'autorità affidatagli da Dio, riceve i voti di quelli che
fanno la professione, per loro impetra da Dio gli aiuti e la grazia con la sua
preghiera pubblica, li raccomanda a Dio e impartisce loro una benedizione
spirituale, associando la loro offerta al sacrificio eucaristico.
Grandezza della consacrazione
religiosa
46. I religiosi pongano
ogni cura, affinché per loro mezzo la Chiesa abbia ogni giorno meglio da
presentare Cristo ai fedeli e agli infedeli: sia nella sua contemplazione sul
monte, sia nel suo annuncio del regno di Dio alle turbe, sia quando risana i
malati e gli infermi e converte a miglior vita i peccatori, sia quando benedice
i fanciulli e fa del bene a tutti, sempre obbediente alla volontà del Padre che
lo ha mandato.
Tutti infine abbiano ben chiaro che la
professione dei consigli evangelici, quantunque comporti la rinunzia di beni
certamente molto apprezzabili, non si oppone al vero progresso della persona
umana, ma al contrario per sua natura le è di grandissimo profitto. Infatti i
consigli, volontariamente abbracciati secondo la personale vocazione di ognuno,
contribuiscono considerevolmente alla purificazione del cuore e alla libertà
spirituale, stimolano in permanenza il fervore della carità e soprattutto come
è comprovato dall'esempio di tanti santi fondatori, sono capaci di assicurare
al cristiano una conformità più grande col genere di vita verginale e povera
che Cristo Signore si scelse per sé e che la vergine Madre sua abbracciò. Né
pensi alcuno che i religiosi con la loro consacrazione diventino estranei agli
uomini o inutili nella città terrestre. Poiché, se anche talora non sono direttamente
presenti a fianco dei loro contemporanei, li tengono tuttavia presenti in modo
più profondo con la tenerezza di Cristo, e con essi collaborano spiritualmente,
affinché la edificazione della città terrena sia sempre fondata nel Signore, e
a lui diretta, né avvenga che lavorino invano quelli che la stanno edificando.
Perciò il sacro Concilio conferma e loda
quegli uomini e quelle donne, quei fratelli e quelle sorelle, i quali nei
monasteri, nelle scuole, negli ospedali e nelle missioni, con perseverante e
umile fedeltà alla loro consacrazione, onorano la sposa di Cristo e a tutti gli
uomini prestano generosi e diversissimi servizi.
Esortazione alla perseveranza
47. Ognuno poi che è
chiamato alla professione dei consigli, ponga ogni cura nel perseverare e
maggiormente eccellere nella vocazione a cui Dio l'ha chiamato, per una più
grande santità della Chiesa e per la maggior gloria della Trinità, una e
indivisa, la quale in Cristo e per mezzo di Cristo è la fonte e l'origine di
ogni santità.
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