II. Necessità di promuovere l'educazione
liturgica e la partecipazione attiva
14. È ardente desiderio
della madre Chiesa che tutti i fedeli vengano formati a quella piena,
consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che è
richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano,
« stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo acquistato » (1 Pt
2,9; cfr 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del battesimo. A tale piena e
attiva partecipazione di tutto il popolo va dedicata una specialissima cura nel
quadro della riforma e della promozione della liturgia. Essa infatti è la prima
e indispensabile fonte dalla quale i fedeli possono attingere il genuino
spirito cristiano, e perciò i pastori d'anime in tutta la loro attività
pastorale devono sforzarsi di ottenerla attraverso un'adeguata formazione. Ma
poiché non si può sperare di ottenere questo risultato, se gli stessi pastori
d'anime non saranno impregnati, loro per primi, dello spirito e della forza
della liturgia e se non ne diventeranno maestri, è assolutamente necessario
dare il primo posto alla formazione liturgica del clero. Pertanto il sacro Concilio
ha stabilito quanto segue.
Gli insegnanti di liturgia
15. Coloro che vengono
destinati all'insegnamento della sacra liturgia nei seminari, negli studentati
religiosi e nelle facoltà teologiche devono ricevere una speciale formazione
per tale compito in istituti a ciò destinati.
L'insegnamento della liturgia
16. Nei seminari e negli
studentati religiosi la sacra liturgia va computata tra le materie necessarie e
più importanti e, nelle facoltà teologiche, tra le materie principali; inoltre
va insegnata sia sotto l'aspetto teologico che sotto l'aspetto storico,
spirituale, pastorale e giuridico. A loro volta i professori delle altre
materie, soprattutto della teologia dommatica, della sacra Scrittura, della
teologia spirituale e pastorale abbiano cura di mettere in rilievo, secondo le
intrinseche esigenze di ogni disciplina, il mistero di Cristo e la storia della
salvezza, in modo che la loro connessione con la liturgia e l'unità della
formazione sacerdotale risulti chiara.
Formazione liturgica dei chierici
17. Nei seminari e nelle
case religiose i chierici ricevano una formazione spirituale a sfondo
liturgico, mediante una opportuna iniziazione che li metta in grado di
penetrare il senso dei sacri riti e di prendervi parte con tutto il loro animo,
mediante la celebrazione stessa dei sacri misteri e mediante altre pratiche di
pietà imbevute di spirito liturgico. Parimenti imparino ad osservare le leggi
liturgiche, di modo che la vita dei seminari e degli istituti religiosi sia
profondamente permeata di spirito liturgico.
Aiuto ai sacerdoti
18. I sacerdoti, sia
secolari che religiosi, che già lavorano nella vigna del Signore, vengano
aiutati con tutti i mezzi opportuni a penetrare sempre più il senso di ciò che
compiono nelle sacre funzioni, a vivere la vita liturgica e a condividerla con
i fedeli loro affidati.
Formazione liturgica dei fedeli
19. I pastori d'anime
curino con zelo e con pazienza la formazione liturgica, come pure la
partecipazione attiva dei fedeli, sia interna che esterna, secondo la loro età,
condizione, genere di vita e cultura religiosa. Assolveranno così uno dei
principali doveri del fedele dispensatore dei misteri di Dio. E in questo campo
cerchino di guidare il loro gregge non solo con la parola ma anche con
l'esempio.
Liturgia e mezzi audiovisivi
20. Le trasmissioni
radiofoniche e televisive di funzioni sacre, specialmente se si tratta della
santa messa, siano fatte con discrezione e decoro, sotto la direzione e la
garanzia di persona competente, destinata a tale ufficio dai vescovi.
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