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Doc. del Concil. Ecum. Vaticano II IntraText CT - Lettura del testo |
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I. Speciale considerazione delle Chiese orientali Carattere e storia propria degli orientali Non si deve parimenti dimenticare che le Chiese d'Oriente hanno fin dall'origine un tesoro dal quale la Chiesa d'Occidente ha attinto molti elementi nel campo della liturgia, della tradizione spirituale e dell'ordine giuridico. Né si deve sottovalutare il fatto che i dogmi fondamentali della fede cristiana sulla Trinità e sul Verbo di Dio incarnato da Maria vergine, sono stati definiti in Concili ecumenici celebrati in Oriente e come, per conservare questa fede, quelle Chiese hanno molto sofferto e soffrono ancora. L'eredità tramandata dagli apostoli è stata accettata in forme e modi diversi e, fin dai primordi stessi della Chiesa, qua e là variamente sviluppata, anche per le diversità di carattere e di condizioni di vita. Tutte queste cose, oltre alle cause esterne e anche per mancanza di mutua comprensione e carità, diedero ansa alle separazioni. Perciò il santo Concilio esorta tutti, ma specialmente quelli che intendono lavorare al ristabilimento della desiderata piena comunione tra le Chiese orientali e la Chiesa cattolica, a tenere in debita considerazione questa speciale condizione della nascita e della crescita delle Chiese d'Oriente, e la natura delle relazioni vigenti fra esse e la Sede di Roma prima della separazione, e a formarsi un equo giudizio su tutte queste cose. Questa regola, ben osservata, contribuirà moltissimo al dialogo che si vuole stabilire. Tradizione liturgica e spirituale degli orientali In questo culto liturgico gli orientali magnificano con splendidi inni Maria sempre vergine, solennemente proclamata santissima madre di Dio dal Concilio ecumenico Efesino, perché Cristo conforme alla sacra Scrittura fosse riconosciuto, in senso vero e proprio, Figlio di Dio e figlio dell'uomo; similmente tributano grandi omaggi a molti santi, fra i quali vi sono Padri della Chiesa universale. Siccome poi quelle Chiese, quantunque separate, hanno veri sacramenti--e soprattutto, in virtù della successione apostolica, il sacerdozio e l'eucaristia --che li uniscono ancora a noi con strettissimi vincoli, una certa « communicatio in sacris », presentandosi opportune circostanze e con l'approvazione dell'autorità ecclesiastica, non solo è possibile, ma anche consigliabile. In Oriente si trovano pure le ricchezze di quelle tradizioni spirituali che sono espresse specialmente dal monachismo. Ivi infatti fin dai gloriosi tempi dei santi Padri fiorì quella spiritualità monastica che si estese poi all'Occidente, e dalla quale, come da sua fonte, trasse origine la regola monastica dei latini e in seguito ricevette di tanto in tanto nuovo vigore. Perciò caldamente si raccomanda che i cattolici con maggior frequenza accedano a queste ricchezze de Padri orientali, che elevano tutto l'uomo alla contemplazione delle cose divine. Tutti sappiano che il conoscere, venerare, conservare e sostenere il ricchissimo patrimonio liturgico e spirituale degli orientali è di somma importanza per la fedele custodia dell'integra tradizione cristiana per la riconciliazione dei cristiani d'Oriente e d'occidente. Disciplina degli orientali Carattere proprio degli orientali nell'esporre i misteri Questo sacro Concilio, ringraziando Dio che molti orientali figli della Chiesa cattolica, i quali custodiscono questo patrimonio e desiderano viverlo con maggior purezza e pienezza, vivano già in piena comunione con i fratelli che seguono la tradizione occidentale, dichiara che tutto questo patrimonio spirituale e liturgico, disciplinare e teologico, nelle diverse sue tradizioni, appartiene alla piena cattolicità e apostolicità della Chiesa. Conclusione
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