6. GLI AGENTI DELLA RIVOLUZIONE: LA MASSONERIA E
LE ALTRE FORZE SEGRETE
Dal momento che stiamo studiando le forze propulsive della
Rivoluzione, è opportuno dire una parola sui suoi agenti.
Non crediamo che il semplice dinamismo delle passioni e degli errori
degli uomini possa unire mezzi così diversi per il raggiungimento d’un unico
fine, cioè la vittoria della Rivoluzione.
Produrre un processo così coerente, così continuo, come quello
della Rivoluzione, attraverso le mille vicissitudini di secoli interi, pieni d’imprevisti
di ogni specie, ci sembra impossibile senza l’azione di successive generazioni
di cospiratori, dotati di un’intelligenza e d’una potenza straordinarie.
Pensare che la Rivoluzione sarebbe giunta allo stato in cui si trova senza tale
azione equivale ad ammettere che centinaia di lettere dell’alfabeto gettate da
una finestra possano disporsi spontaneamente al suolo, in modo da formare un’opera
qualsiasi, per esempio il Inno a Satana di Carducci.
Le forze propulsive della Rivoluzione sono state manovrate fino a
oggi da agenti astutissimi, che se ne sono serviti come di mezzi per realizzare
il processo rivoluzionario.
In modo generale si possono qualificare agenti della Rivoluzione
tutte le sette, di qualunque natura, da essa generate dalla sua nascita fino a
oggi, per la diffusione del pensiero o per l’articolazione delle trame
rivoluzionarie. Però la setta madre, attorno alla quale si articolano tutte le
altre come semplici forze ausiliarie — talora consapevolmente, talaltra
inconsapevolmente — è la massoneria, come si rileva chiaramente dai documenti
pontifici e specialmente dall’enciclica Humanum genus di Leone XIII, del
20 aprile 188417.
Il successo finora ottenuto da questi cospiratori, e specialmente
dalla massoneria, è dovuto non solo al fatto di possedere un’incontestabile
capacità d’organizzarsi e di cospirare, ma anche alla loro lucida conoscenza di
quanto costituisce l’essenza profonda della Rivoluzione e del modo di
utilizzare le leggi naturali — parliamo di quelle della politica, della
sociologia, della psicologia, dell’arte, dell’economia e così via — per far
procedere la realizzazione dei loro piani.
In questo senso gli agenti del caos e della sovversione fanno come
lo scienziato che, invece d’agire con le sue sole forze, studia e mette in
azione quelle, mille volte più potenti, della natura.
Questo fatto, oltre a spiegare in gran parte il successo della
Rivoluzione, costituisce un’indicazione importante per i soldati della
Contro-Rivoluzione.
|