2. IL GERME DELLA RIVOLUZIONE
Questa tendenza fondamentale alla ribellione può, in un dato
momento, avere il consenso del libero arbitrio. L’uomo decaduto pecca, così,
violando l’uno o l’altro comandamento. Ma la ribellione può andare oltre e
giungere fino all’odio, più o meno inconfessato, contro l’ordine morale stesso
nel suo insieme. Quest’odio, per essenza rivoluzionario, può generare errori
dottrinali e condurre perfino alla professione cosciente ed esplicita di princìpi
contrari alla legge morale e alla dottrina rivelata in quanto tali, e ciò
costituisce un peccato contro lo Spirito Santo. Quando quest’odio cominciò a
guidare le tendenze più profonde della storia dell’Occidente, ebbe inizio la
Rivoluzione, di cui oggi si dispiega il processo e sui cui errori dottrinali
tale odio ha impresso vigorosamente il suo marchio. Quest’odio è la causa più
attiva della grande apostasia dei nostri giorni. Per sua natura è qualcosa che
non può essere ridotto semplicemente a un sistema dottrinale: è la passione
sregolata al più alto grado d’esacerbazione.
Come si può facilmente veder, tale affermazione, relativa a questa
Rivoluzione in concreto, non implica il dire che alla radice di ogni errore vi
sia sempre una passione disordinata.
E non implica la negazione del fatto che molte volte è stato un
errore a scatenare in questa o in quell’anima, o anche in questo o quel gruppo
sociale, il disordine delle passioni.
Intendiamo soltanto affermare che il processo rivoluzionario,
considerato nel suo insieme e anche nei suoi principali episodi, ha avuto come
germe più attivo e più profondo il disordine delle passioni.
|