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Plinio Corrêa de Oliveira
Rivoluzione e Contro-Rivoluzione

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  • Premessa
    • Plinio Corrêa de Oliveira maestro del pensiero contro-rivoluzionario
      • UN CROCIATO DEL XX SECOLO
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UN CROCIATO DEL XX SECOLO

 

Plinio Corrêa de Oliveira nasce a San Paolo del Brasile, il 13 dicembre 1908, da due illustri famiglie. Dal lato paterno, i Corrêa de Oliveira sono Senhores de Engenho, ossia membri dell’aristocrazia rurale dello Stato di Pernambuco. Dal lato materno, i Ribeiro dos Santos appartengono alla classe dei “paulisti di quattrocento anni”, provenienti dai fondatori o dai primi abitanti della città di San Paolo.

Dopo i primi anni di formazione sotto lo sguardo premuroso dei suoi genitori e la sicura guida d’una istitutrice bavarese, all’età di dieci anni Plinio Corrêa de Oliveira entra nel Liceo San Luigi, retto dai padri gesuiti.

Ben presto, posto di fronte al contrasto tra il casto, tradizionale, aristocratico e tranquillo ambiente del focolare materno — con il quale sente una naturale affinità — e i tratti di sregolatezza morale, volgarità, egualitarismo e frenesia in molti dei suoi compagni, il giovane Plinio prende la precoce decisione di consacrare interamente la propria vita alla difesa della Chiesa e alla restaurazione della civiltà cristiana.

Questo impegno si concretizza già nel 1928 col suo ingresso nelle Congregazioni Mariane, delle quali presto diventa leader. Inizia allora l’epopea della sua vita pubblica. Affascinante oratore ed uomo d’azione, Plinio Corrêa de Oliveira diventa l’esponente più in vista del Movimento cattolico brasiliano, come era allora genericamente chiamato l’insieme delle associazioni laicali, imprimendogli rinnovato vigore e un indirizzo decisamente tradizionalista. Massicce manifestazioni pubbliche danno al Movimento cattolico una crescente visibilità nella vita nazionale.

Nel 1929 fonda l’Azione Universitaria Cattolica, che si estende a molte scuole superiori, spezzando l’egemonia liberal-positivista che fino ad allora contraddistingueva gli ambienti accademici.

Alcuni anni dopo, nel 1932, ispiratosi all’esempio della Fédération Nationale Catholique, fondata dal leader cattolico e eroe di guerra francese, il generale de Castelnau, Plinio Corrêa de Oliveira promuove la formazione della Liga Eleitoral Católica (LEC), che nell’anno seguente lo fa eleggere deputato all’Assamblea Federale Costituente. È il più giovane e il più votato del Paese.

Plinio Corrêa de Oliveira si rivela allora come il leader più influente del gruppo parlamentare cattolico. In quell’assise costituzionale, il gruppo cattolico ottiene l’approvazione non solo delle “Rivendicazioni Minime” della LEC, ma anche della maggior parte del suo “Programma Massimale”.

Secondo l’insospettabile testimonianza dell’ex-ministro della Giustizia e presidente della Corte Suprema, Paulo Brossard, “la LEC fu l’organizzazione extrapartitica che nella storia del Brasile ha esercitato la maggiore influenza politica” (Jornal de Minas, 03-07-86).

Questa felice incursione dei cattolici in politica, condotta da Plinio Corrêa de Oliveira, ha molteplici e profonde conseguenze.

Anzitutto, serve di decisivo freno alla montante minaccia social-comunista, che non pochi consideravano ineluttabile, visto lo “spirito dei tempi”. Osvaldo Aranhatitolare dal 1930 al 1940 di diversi portafogli e presidente, nel 1947, dell’Assemblea Generale dell’ONUgiunse a dire: “Se i cattolici non si fossero uniti per intervenire nelle elezioni del 1933, il Brasile sarebbe oggi definitivamente deviato a sinistra” (Legionário, 20-12-1936).

Inoltre, l’avvento d’un robusto movimento cattolico, tradizionalista e militante, induce ad una notevole diminuzione del tonus laicista nella vita pubblica brasiliana, in un’epoca in cui, sulla scia del positivismo novecentesco, la pratica religiosa era sdegnata come bigotteria. L’elezione di tanti deputati della LEC e il loro successo parlamentare è così una dimostrazione della immensa forza politica dei cattolici. Una forza che — nell’intento di Plinio Corrêa de Oliveira — avrebbe reso possibile la piena restaurazione della civiltà cristiana.

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Scaduto il suo mandato parlamentare, Plinio Corrêa de Oliveira assume la cattedra di Storia della Civiltà nella Facoltà di Diritto dell’Università di San Paolo e, più tardi, di Storia Moderna e Contemporanea nella Facoltà Sedes Sapientiae e nella Facoltà Sao Bento, ambedue della Pontificia Università Cattolica di San Paolo.

Nel 1933 diventa direttore del Legionário, trasformandolo nel maggiore settimanale cattolico del Paese, con ripercussioni anche internazionali. Intorno al periodico si forma una dinamica corrente informalmente conosciuta come “Gruppo del Legionario”, che l’impulso all’insieme del movimento cattolico. In America e anche in Europa si comincia a parlare di Plinio Corrêa de Oliveira come una speranza per la civiltà cristiana.

Privi, in molti casi, d’un indirizzo politico di segno anticomunista, non pochi cattolici negli anni 1920-1930 si lasciano sedurre dalle dottrine nazi-fasciste, che all’ideale di restaurazione cristiana sostituiscono il culto dello Stato.

Nel momento in cui il nazi-fascismo è una moda davanti alla quale tanti vacillano, Plinio Corrêa de Oliveira mantiene il Legionário su posizioni cattolico-tradizionaliste, radicalmente contrarie al nazismo e al fascismo. Quando gli stessi oppositori del nazismo considerano il movimento di Hitler un avversario del comunismo, Plinio Corrêa de Oliveira denuncia la comune radice dottrinale dei due movimenti, di stampo gnostico, egualitario e socialista.

Nel 1942 Plinio Corrêa de Oliveira è uno dei principali oratori nel IV Congresso Eucaristico Nazionale, portando il saluto ufficiale dell’Episcopato brasiliano al rappresentante del Presidente della Repubblica. La folla, calcolata in oltre mezzo milione di persone, acclama piena di entusiasmo il suo nome. La sua fama è allo zenit.

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Intanto, spunta all’orizzonte una nuova realtà: l’Azione Cattolica. Voluta da Pio XI per agevolare la “partecipazione dei laici all’apostolato gerarchico della Chiesa”, secondo la definizione allora in uso, l’Azione Cattolica si espande rapidamente in Europa ed in America.

Nominato nel 1940 presidente della Giunta Arcidiocesana dell’Azione Cattolica di San Paolo, Plinio Corrêa de Oliveira subito nota, in certi settori di questo movimento, una cospicua influenza della corrente cattolico-democratica nonché di quella neomodernista, condannate da S. Pio X trent’anni prima. Tale influenza giungeva soprattutto dalla Francia.

Fuorviati da pensatori come Maritain e Mounier, e da teologi come Chenu e Lubac, attivisti della sinistra progressista s’infiltrano nelle organizzazioni di Azione Cattolica, servendosene come veicoli per la diffusione dei loro errori.

Per fermare quest’infiltrazione nel seno del laicato cattolico, nel 1943 Plinio Corrêa de Oliveira scrive il suo primo libro, In Difesa dell’Azione Cattolica. In particolare l’autore vi denuncia l’esistenza d’un movimento tendente a sminuire gradualmente il principio di autorità nella Chiesa. Nel campo sociale, questo movimento si caratterizzava per il rifiuto delle giuste e armoniche disuguaglianze sociali e per l’incoraggiamento della lotta di classe.

Il prologo è scritto dall’allora nunzio apostolico in Brasile, mons. Benedetto Aloisi Masella. Venti vescovi plaudono all’opera e il Provinciale gesuita si schiera a favore.

Nonostante questi autorevoli sostegni, ai quali si aggiunge nel 1949 una lettera di decisa approvazione a Plinio Corrêa de Oliveira scritta a nome di Pio XII da mons. Giovanbattista Montini, allora sostituto alla Segretaria di Stato della Santa Sede, è addirittura dall’ambiente cattolico che provengono le opposizioni più dure alle tesi esposte nel libro.

Una terribile bufera di calunnie si abbatte allora sul Gruppo del Legionario. Il numero di parrocchie che diffondono il periodico cala. Plinio Corrêa de Oliveira, finora oratore molto in voga, non viene più invitato e nel 1945 perde la carica di presidente dell’Azione Cattolica di San Paolo. Infine il suo principale mezzo di propaganda, il Legionário, gli è sottratto. L’ostracismo è totale.

Benché le apparenze possano indurre a trarre una conclusione in senso contrario, l’obiettivo del libro è però pienamente raggiunto: il progressismo è definitivamente smascherato in Brasile e non potrà più camuffarsi da pietà.

La storia ha successivamente confermato le profetiche ammonizioni di Plinio Corrêa de Oliveira. Basti ricordare che la cosiddetta teologia della liberazione nasce proprio negli ambienti dell’Azione Cattolica latino-americana, come sbocco diretto delle tendenze da lui denunciate nel lontano 1943.

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L’ostracismo dura tre anni. Nel 1951 Plinio Corrêa de Oliveira ispira il mensile di cultura Catolicismo, del quale fu l’anima fino alla morte. Come per il Legionário, anche intorno al nuovo periodico si coagula una corrente d’opinione che presto diventa un polo del pensiero nazionale. Nasce il “Gruppo di Catolicismo”, nel quale trovano naturale collocazione coloro che, in contrasto col corso sempre più rivoluzionario degli avvenimenti, vi vogliono opporre un’energica reazione. Lo stendardo della restaurazione cristiana torna di nuovo a sventolare con fierezza.

Rinvigorito dalle polemiche dottrinali colla sinistra, sia politica che religiosa, Catolicismo si diffonde in tutto il territorio nazionale. I convegni del movimento si moltiplicano, fino a radunare centinaia di partecipanti. Tra gli aderenti si contano personaggi illustri come il Principe Dom Pedro Henrique de Orleans e Bragança, allora Capo della Casa Imperiale del Brasile, e i suoi figli ed eredi, Dom Luiz e Dom Bertrand. Ha inizio allora l’espansione internazionale. Lunghi soggiorni in Europa — nel 1950, 1952 e 1959offrono a Plinio Corrêa de Oliveira l’occasione di contattare le correnti tradizionaliste europee, creando legami di amicizia e collaborazione che tuttora persistono. In diversi Paesi dell’America Latina, germogliano nuclei di simpatizzanti.

Allo scopo di dare una maggiore solidità dottrinale a questa crescente schiera di discepoli, Plinio Corrêa de Oliveira scrive, nel 1959, il suo capolavoro Rivoluzione e Contro-Rivoluzione.

Un anno dopo nasce la Società Brasiliana per la Difesa della Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP).

Ispirandosi al pensiero e all’esempio di vita di Plinio Corrêa de Oliveira, fioriscono altre TFP autonome e bureau TFP, oggi presenti in 27 Paesi: la più vasta rete di associazioni d’ispirazione cattolica dedite a contrastare gli errori del cosiddetto progressismo. Plinio Corrêa de Oliveira è ormai, a livello mondiale, maestro del pensiero contro-rivoluzionario. A differenza di tanti altri intellettuali, egli non rimane confinato nell’ambito dello studio, ma si fa apostolo delle sue idee, l’uomo coerente che vuole incarnarle cercandone l’attuazione con tutti i mezzi alla sua portata.

Oggi possiamo dire che dal Brasile all’Australia, dalla Scozia all’Africa del Sud, dalla Francia alle Filippine, il sole non tramonta sull’opera di Plinio Corrêa de Oliveira.

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Ormai identificata con la storia delle TFP, la vita di Plinio Corrêa de Oliveira si svolge in continua opposizione agli errori rivoluzionari. I suoi interventi negli avvenimenti brasiliani ed internazionali sono numerosi e significativi. Ne sottolineiamo due:

In Francia nel 1981 François Mitterrand è eletto presidente. Il suo “socialismo autogestionario”, accolto con giubilo dai progressisti di ogni sfumatura, è subito messo alla ribalta dai mass media, che lo esaltano come unica via d’uscita dalla crisi del cosiddettosocialismo reale”, ormai moribondo.

Per sbarrare il passo a questo pericolo, Plinio Corrêa de Oliveira scrive il manifesto “Il socialismo autogestionario di fronte al comunismo: barriera o testa di ponte?”. Pubblicato su 155 giornali di 55 nazioni, con tiratura complessiva di 33.500.000 copie, questo manifesto costituisce uno dei motivi, forse fra i maggiori, che avviano al declino il socialismo autogestionario “dal volto umano”, come affermano opinionisti e storici.

Nel 1990 Plinio Corrêa de Oliveira lancia la TFP brasiliana nella campagna “Pro Lituania Libera”, ricevendo immediatamente l’adesione delle altre TFP. In tre mesi si raccolgono 5.212.580 firme a favore dell’indipendenza della Lituania. Il Guiness dei Primati la registra come la maggiore raccolta di firme nella storia. Gli opinionisti la ritengono come uno dei fattori che ebbero una decisiva influenza nel processo di liberazione dei Paesi baltici dal giogo sovietico, con la conseguente disintegrazione dell’URSS.

Questa intensa attività non ci deve però far dimenticare la profondità dottrinale di Plinio Corrêa de Oliveira. Diciotto libri, più di 2.500 saggi ed articoli, più di ventimila conferenze ed interventi in commissioni di studio, riportate in oltre un milione di pagine, attestano la sorprendente prolificità di questo pensatore ed uomo d’azione brasiliano.

L’ultimo libro di Plinio Corrêa de Oliveira è Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII (1993). In quest’opera l’autore commenta le quattordici allocuzioni rivolte dal compianto Pontefice al patriziato e alla nobiltà romana, con l’appello a preservare, nei Paesi a tradizione nobiliare, le rispettive aristocrazie. Plinio Corrêa de Oliveira mette in rilievo l’importante compito che tocca alle élite, quelle antiche come pure quelle di origine più recente, anche al giorno di oggi, sottolineando il valore religioso e culturale delle tradizioni che incarnano, così come la loro ardua missione al servizio del bene comune spirituale e temporale nel turbolento mondo d’oggi.

Plinio Corrêa de Oliveira muore a San Paolo del Brasile il 3 ottobre 1995, confortato dai sacramenti della Santa Chiesa e avendo ricevuto l’apostolica benedizione. Il suo corteo funebre è accompagnato da 5.000 persone giunte da ogni parte del mondo, compresa l’Italia, per rendere l’ultimo omaggio al compianto maestro.

 

 




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