A. Opere di carità, di servizio sociale, di
assistenza sociale, associazioni padronali, operaie e così via
a. Nella misura in cui tali opere normalizzano la vita economica e
sociale, pregiudicano lo svolgimento del processo rivoluzionario. E in questo
senso sono, ipso facto, e anche se in modo soltanto implicito e
indiretto, ausiliarie preziose della Contro-Rivoluzione.
b. A questo riguardo, tuttavia, è necessario ricordare alcune verità,
che purtroppo non è raro trovare dimenticate fra quanti si dedicano a queste
opere con abnegazione:
* Certamente tali opere possono alleviare, e in alcuni casi
eliminare, i bisogni materiali generatori di tanta rivolta nelle masse. Ma lo
spirito della Rivoluzione non nasce soprattutto dalla miseria. La sua radice è
morale e quindi religiosa57. Perciò è necessario che nelle
opere di cui trattiamo si fomenti, in tutta la misura in cui la natura speciale
di ciascuna l’esige, la formazione religiosa e morale, con cura speciale per
quanto riguarda la messa in guardia preventiva delle anime contro il virus
rivoluzionario, così forte ai nostri giorni.
* La Chiesa, madre compassionevole, stimola tutto quanto
possa dar sollievo alle miserie umane, ma non nutre l’illusione d’eliminarle
tutte. E predica una santa accettazione della malattia, della povertà e delle
altre privazioni.
* In queste opere si presentano certamente
occasioni preziose per creare un clima di comprensione e di carità fra padroni
e operai e, di conseguenza, si può realizzare una smobilitazione degli spiriti
già pronti per la lotta di classe. Ma sarebbe un errore supporre che la bontà
disarmi sempre la malvagità umana. Neppure i benefici innumerevoli di Nostro
Signore nella sua vita terrena riuscirono a evitare l’odio che gli portavano i
malvagi. Così, sebbene nella lotta contro la Rivoluzione si debba di preferenza
orientare e illuminare amichevolmente gli spiriti, è chiaro che un combattimento
diretto ed esplicito contro le sue varie forme — per esempio il comunismo — con
tutti i mezzi giusti e legittimi è lecito e generalmente perfino
indispensabile.
* In particolare va osservato che queste opere
devono infondere nei loro beneficiati o associati una vera gratitudine per i
favori ricevuti o, quando non si tratti di favori ma di atti di giustizia, un
reale apprezzamento per la rettitudine morale ispiratrice di tali atti.
* Nei paragrafi precedenti abbiamo avuto presente soprattutto il lavoratore.
Bisogna mettere in evidenza che il contro-rivoluzionario non è sistematicamente
favorevole all’una o all’altra classe sociale. Difensore attento e fermo del
diritto di proprietà, deve però ricordare alle classi elevate che non è
sufficiente combattere la Rivoluzione nei campi in cui essa attacca i loro
vantaggi e favorirla paradossalmente — come tante volte si può vedere — con le
parole o con l’esempio in tutti gli altri campi, come nella vita familiare,
sulle spiagge, in piscina e negli altri divertimenti, nelle attività
intellettuali, artistiche e così via. Una classe operaia che segua il loro
esempio e accetti le loro idee rivoluzionarie sarà inevitabilmente utilizzata
dalla Rivoluzione contro le élite “semi-contro-rivoluzionarie”.
* Sarà ugualmente dannoso all’aristocrazia e alla
borghesia involgarirsi nelle maniere e negli abiti per disarmare la
Rivoluzione. Anche un’autorità sociale che si degrada è paragonabile al sale
che non dà più sapore. Serve soltanto per essere buttata sulla strada e
calpestata dai passanti58. Lo faranno, nella maggior parte
dei casi, le moltitudini piene di disprezzo.
* Pur mantenendosi con dignità ed energia nella
loro posizione, le classi elevate devono avere un contatto diretto e benevolo
con le altre. La carità e la giustizia praticate a distanza non bastano per
stabilire fra le classi relazioni d’amore veramente cristiano.
* I proprietari ricordino soprattutto che, se vi
sono molte persone disposte a difendere contro il comunismo la proprietà privata
(chiaramente concepita come un diritto individuale con funzione anche sociale),
questo accade perché essa è voluta da Dio e intrinsecamente conforme alla legge
naturale. Ora, tale principio si riferisce tanto alla proprietà del padrone
quanto a quella dell’operaio. Di conseguenza la stessa ragione fondamentale
della lotta contro il comunismo deve indurre il padrone a rispettare il diritto
del lavoratore a un salario giusto, conforme alle sue necessità e a quelle
della sua famiglia. È opportuno ricordarlo per sottolineare che la
Contro-Rivoluzione non difende soltanto la proprietà padronale, ma quella di
entrambe le classi. Essa non lotta per gl’interessi di gruppi o di categorie
sociali, ma per ragioni di principio.
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