10. LA CONTRO-RIVOLUZIONE E I NON CATTOLICI
La Contro-Rivoluzione può accettare la collaborazione di non
cattolici? Possiamo parlare di contro-rivoluzionari protestanti, musulmani e
così via? La risposta deve essere molto sfumata. Fuori della Chiesa non esiste
Contro-Rivoluzione autentica63. Ma possiamo ammettere che
determinati protestanti o musulmani, per esempio, si trovino nella condizione
spirituale di chi comincia a percepire tutta la malizia della Rivoluzione e a
prendere posizione contro di essa. Ci si può aspettare che tali persone
arrivino a elevare contro la Rivoluzione barriere talvolta molto importanti: se
corrispondono alla grazia potranno diventare cattolici ottimi e, di
conseguenza, contro-rivoluzionari efficaci. Finché non li sono, s’oppongono
comunque in una certa misura alla Rivoluzione e possono perfino farla
retrocedere. Non sono però contro-rivoluzionari nel senso pieno e vero della
parola. Ma si può, anzi, si deve utilizzare la loro collaborazione con tutta la
precauzione che, secondo le direttive della Chiesa, una tale collaborazione
esige. Particolarmente i cattolici devono tener conto dei pericoli inerenti alle
associazioni interconfessionali, secondo i saggi ammonimenti di san Pio X: “Infatti,
per limitarci a questo punto, sono incontestabilmente gravi i pericoli ai
quali, a cagione di questa specie di associazioni, i nostri espongono o possono
certamente esporre sia l’integrità della loro fede sia la fedele osservanza
delle leggi e dei precetti della Chiesa cattolica”64.
La miglior forma d’apostolato detto “di conquista” deve avere come
oggetto questi non cattolici con tendenze contro-rivoluzionarie.
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