1. APOGEO DELLA III RIVOLUZIONE
Poiché la Rivoluzione è un processo, la III Rivoluzione ha
ovviamente continuato, dal 1917 a oggi, il suo cammino. In questo momento
[1976] si trova a un autentico apogeo (vedi Commento 1, in appendice).
Prendendo in considerazione i territori e le popolazioni soggette a regimi
comunisti, essa dispone d’un impero mondiale senza precedenti nella storia.
Questo impero costituisce un fattore di continua insicurezza e di disunione fra
le principali nazioni non comuniste. Inoltre i capi della III Rivoluzione
tirano i fili che muovono, in tutto il mondo non comunista, i partiti
dichiaratamente comunisti e l’enorme rete di cripto-comunisti, di
para-comunisti e di utili idioti, infiltrati non soltanto nei partiti non
comunisti, socialisti e altri, ma anche nelle Chiese70,
nelle organizzazioni professionali e culturali, nelle banche, nella stampa,
nella televisione, nella radio, nel cinema, e così via. E come se tutto questo
non bastasse, la III Rivoluzione si serve in modo terribilmente efficace delle
tecniche di conquista psicologica di cui parleremo più avanti. Per mezzo di
queste il comunismo sta riuscendo a ridurre in una condizione di torpore, causa
di disimpegno e d’istupidimento, enormi settori dell’opinione pubblica non
comunista. Queste tecniche permettono alla III Rivoluzione d’aspettarsi, su
questo terreno, risultati per essa ancor più vantaggiosi e sconcertanti per gli
osservatori che analizzano i fatti dall’esterno.
L’inerzia, quando non l’ostentata e sostanziale collaborazione con
il comunismo — così potente — di tanti governi borghesi dell’Occidente,
configura un terribile quadro d’insieme di fronte al quale vive il mondo
attuale.
Stando così le cose, se il corso del processo rivoluzionario
continua a svolgersi come si è svolto fino a questo punto, è umanamente
inevitabile che il trionfo generale della III Rivoluzione finisca per imporsi
al mondo intero. Fra quanto tempo? Molti si spaventeranno se, a titolo di pura
ipotesi, suggeriamo tra vent’anni. Forse il termine parrà loro eccezionalmente
ridotto. In realtà, chi potrebbe garantire che questo epilogo non sopravvenga
entro dieci anni, o cinque, o ancor prima?
La vicinanza, la possibile imminenza di questa grande catastrofe è
senza dubbio uno dei caratteri che, paragonando gli orizzonti del 1959 e del
1976, sono indizio d’una grandissima trasformazione della situazione mondiale.
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