Commento 7
“DEMONARCHIZZAZIONE” DELLE AUTORITÀ
ECCLESIASTICHE
In questa prospettiva, che ha qualcosa di storico e di
congetturale, certi mutamenti di loro estranei a questo processo potrebbero
essere visti come momenti di transizione dallo statu quo preconciliare
all’estremo opposto qui indicato.
Per esempio, la tendenza alla collegializzazione come modo d’essere
obbligatorio di ogni potere all’interno della Chiesa e come espressione di una
certa “demonarchizzazione” dell’autorità ecclesiastica, la quale rimarrebbe ipso
facto, in ogni grado, molto più condizionata di prima dal gradino
immediatamente inferiore.
Tutto questo, portato alle estreme conseguenze, potrebbe tendere
all’instaurazione stabile e universale, all’interno della Chiesa, del suffragio
popolare, che in altri tempi fu talora adottato dalla Chiesa per ricoprire
determinate cariche gerarchiche; e, in un passaggio finale, potrebbe portare,
nel quadro immaginato dai tribalisti, a un’insostenibile dipendenza della
Gerarchia dal laicato, presunto portavoce necessario della volontà di Dio.
Proprio della “volontà di Dio”, che lo stesso laicato tribalista
conoscerebbe attraverso le rivelazioni “mistiche” di qualche stregone, guru
pentecostalista o fattucchiero; così, ubbidendo al laicato, la Gerarchia
adempirebbe alla propria supposta missione di ubbidire alla volontà di Dio
stesso.
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