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Plinio Corrêa de Oliveira Rivoluzione e Contro-Rivoluzione IntraText CT - Lettura del testo |
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1. LA RIVOLUZIONE NEGA IL PECCATO E LA REDENZIONE La Rivoluzione, come abbiamo visto, è figlia del peccato. Ma, se lo riconoscesse, si toglierebbe la maschera e si ribellerebbe contro la sua stessa causa. Si spiega, così, perché la Rivoluzione tenda non solo a passare sotto silenzio la radice di peccato dalla quale è sbocciata, ma a negare la nozione stessa del peccato. Negazione radicale, che include tanto la colpa originale quanto quella attuale e che si realizza principalmente: l Attraverso sistemi filosofici o giuridici che negano la validità e l’esistenza di qualsiasi legge morale o le danno i fondamenti vani e ridicoli del laicismo. l Attraverso mille procedimenti propagandistici che creano nelle moltitudini una condizione spirituale in cui, senza affermare direttamente che la morale non esiste, si fa astrazione da essa e in cui tutta la venerazione dovuta alla virtù è tributata a idoli come l’oro, il lavoro, l’efficienza, il successo, la sicurezza, la salute, la bellezza fisica, la forza muscolare, il godimento dei sensi, e così via. La Rivoluzione sta distruggendo nell’uomo contemporaneo la nozione stessa di peccato, la distinzione stessa fra il bene e il male. E, ipso facto, essa nega la Redenzione di Nostro Signore Gesù Cristo, che, senza il peccato, diventa incomprensibile e perde qualsiasi relazione logica con la storia e con la vita.
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