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II Concilio di Nicea 787

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XV. Un chierico non dev'essere addetto a due chiese.

D'ora in poi, un chierico non potrà essere addetto a due chiese: ciò, infatti, è proprio di chi desidera far commercio e turpe guadagno, ed è alieno dalle consuetudini ecclesiastiche. Abbiamo ascoltato, infatti, dalla stessa voce del Signore che uno non può servire due padroni,- o odierà uno e amerà l'altro, ovvero sarà favorevole all'uno, disprezzando l'altro 41. Quindi ognuno, conforme alla voce dell'apostolo: in ciò a cui fu chiamato, in questo rimanga 42, deve servire in una sola chiesa: quanto, infatti, nelle cose ecclesiastiche viene fatto per turpe guadagno è alieno da Dio. Per le necessità della vita, vi sono molte occupazioni: da queste, se uno vuole, si procuri ciò che è necessario alla vita. Dice, infatti, l'apostolo: Alle mie necessità e a quelle di coloro che sono con me, hanno provveduto queste mani 43.

Queste disposizioni valgono per questa città, che Dio ha in custodia. Per gli altri luoghi, considerata la penuria di soggetti, si sia più indulgenti.




41 Mt 6, 24


42 I Cor 7, 20


43 At 20, 34





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