VII. Come bisogna
accogliere coloro che si avvicinano all'ortodossia.
Coloro che dall'eresia
passano alla retta fede nel novero dei salvati, devono essere ammessi come
segue: gli Ariani, i Macedoniani, i Sabaziani, i Novaziani, quelli che si
definiscono i Puri (Catari), i Sinistri, i Quattuordecimani o Tetraditi e gli
Apollinaristi, con l'abiura scritta di ogni eresia, che non s'accorda con la
santa chiesa di Dio, cattolica e apostolica. Essi siano segnati, ossia unti,
col sacro crisma, sulla fronte, sugli occhi, sulle narici, sulla bocca, sulle
orecchie e segnandoli, diciamo: Segno del dono dello Spirito Santo. Gli
Eunomiani, battezzati con una sola immersione, i Montanisti, qui detti Frigi, i
Sabelliani, che insegnano l'identità del Padre col Figlio e fanno altre cose
gravi, e tutti gli altri eretici (qui ve ne sono molti, specie quelli che
vengono dalle parti dei Galati); tutti quelli, dunque, che dall'eresia vogliono
passare alla ortodossia, li riceviamo come dei gentili. E il primo giorno li
facciamo cristiani, il secondo, catecumeni; poi il terzo, li esorcizziamo,
soffiando per tre volte ad essi sul volto e nelle orecchie. E così li
istruiamo, e facciamo che passino il loro tempo nella chiesa, e che ascoltino
le Scritture; e allora li battezziamo.
|