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Paulus PP. VI
Ecclesiam suam

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"Credo Domine!"

24. Potremmo esprimere in altro modo questo Nostro invito, che rivolgiamo tanto alle singole anime di coloro che vogliano accoglierlo; a quelle di ciascuno di voi, perciò, Venerabili Fratelli, e di coloro che con voi sono alla Nostra e alla vostra scuola, quanto all’intera congregatio fidelium, collettivamente considerata ch’è la Chiesa. E cioè potremmo tutti invitare a compiere un vivo, un profondo, un cosciente atto di fede in Gesù Cristo Signor Nostro. Noi dovremmo caratterizzare questo momento della nostra vita religiosa con questa forte e convinta, se pur sempre umile e trepidante, professione di fede, simile a quella che leggiamo nel Vangelo, emessa dal cieco nato, a cui Gesù Cristo aveva con bontà pari alla potenza aperto gli occhi: "Credo, Signore!", ovvero a quella di Marta, nello stesso Vangelo: "Sì, Signore, io ho creduto che tu sei il Messia, il Figlio di Dio, che sei venuto in questo mondo"; oppure a quella, a Noi così cara, di Simone, poi tramutato in Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente".

25. Perché osiamo Noi invitarvi a questo atto di coscienza ecclesiastica? a questo esplicito, se pur interiore, atto di fede?

26. Molte sono le ragioni, a Nostro avviso, e tutte derivate da esigenze profonde ed essenziali del momento speciale in cui si trova la vita della Chiesa.




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