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Dom Jean-Baptiste Gustave Chautard
Anima di ogni Apostolato

IntraText CT - Lettura del testo

  • III. La vita interiore, base della santità dell’operaio apostolico
    • 1. La vita interiore premunisce l’anima dai pericoli del ministero esterno
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1. La vita interiore premunisce l’anima dai pericoli del ministero esterno

«Quando si ha cura di anime, è più difficile vivere bene, a causa dei pericoli esterni»8. Di questo pericolo abbiamo parlato nel capitolo precedente.

Mentre l’operaio evangelico privo di spirito interiore ignora i pericoli derivanti dalle opere e assomiglia al viaggiatore che attraversa disarmato una foresta infestata da briganti, il vero apostolo teme questi pericoli ed ogni giorno prende le debite precauzioni con un serio esame di coscienza che gli scopre i suoi punti deboli.

Se la vita interiore non facesse altro che mettere l’anima in guardia dal continuo pericolo, contribuirebbe già potentemente a preservare dalle sorprese del cammino, perché pericolo preavvisato è mezzo scampato. Ma essa ha ben altra utilità. Essa diventa per l’uomo d’azione un’armatura completa: «Induite armaturam Dei, ut possitis stare adversus insidias diaboli» (Ef. 6, 11-17).

Quest’armatura divina non solo gli permette di resistere alle tentazioni e di evitare le insidie del diavolo – «ut possitis resistere in die malo» – ma anche di santificare tutte le azioni: «et in omnibus perfecti stare».

Essa lo cinge con la purezza d’intenzione, che concentra in Dio i pensieri, i desideri, gli affetti, e gl’impedisce di deviare nella ricerca delle comodità, dei piaceri e delle distrazioni: «Succincti lumbos vestros in veritate».

Essa lo riveste con la corazza della carità, che gli coraggio virile e lo difende dalle seduzioni delle creature, dello spirito del mondo e degli assalti del demonio: «Induti loricam iustitiae».

Essa lo calza con la discrezione e la modestia, affinché in tutti i suoi passi sappia unire la semplicità della colomba con la prudenza del serpente: «Calceati pedes in preparatione Evangelii».

Satana e il mondo cercheranno di abusare della sua intelligenza con i sofismi delle false dottrine, di snervare la sua energia con l’allettamento di massime permissive. A queste menzogne, la vita interiore oppone lo scudo della fede, che fa brillare agli occhi dell’anima lo splendore dell’ideale divino: «In omnibus sumentes scutum fidei in quo possitis omnia tela nequissimi ignea extinguere».

La coscienza del proprio nulla, la sollecitudine per la propria salvezza, la convinzione di non poter fare nulla senza il soccorso della grazia, e quindi la preghiera insistente, supplice e frequente, tanto più efficace quanto più fiduciosa: tutto ciò è per l’anima un elmo di acciaio, su cui si spezzeranno i colpi dell’orgoglio: «Galeam salutis assumite».

Così armato da capo a piedi, l’apostolo può dedicarsi senza timore alle opere, e il suo zelo infiammato dalla meditazione del Vangelo, fortificato dal Pane eucaristico, diventerà una spada con cui potrà sbaragliare i nemici della sua anima e conquistare numerose anime a Cristo: «Gladium spiritus quod est verbum Dei».




8 S. Tommaso d’Aquino, Summa theologica, II-IIae. q. 181, a. 8. «Quanto più l’azione del sacerdote è ampia e diffusa, tanto più gli è pericolosa e dannosa, se non è sostenuta dallo spirito di contemplazione » (Card. Fischer, Opusculum de vita contemplativa).






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