Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Dom Jean-Baptiste Gustave Chautard
Anima di ogni Apostolato

IntraText CT - Lettura del testo

  • La vita interiore è condizione della fecondità delle opere
    • 3. La vita interiore produce nell’apostolo l’irraggiamento soprannaturale. Quanto questo sia efficace
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

3. La vita interiore produce nell’apostolo l’irraggiamento soprannaturale. Quanto questo sia efficace

Uno degli ostacoli più gravi alla conversione di un’anima sta nel fatto che il Signore è un Dio nascosto: «Deus absconditus» (Is. 45, 15).

Ma, come effetto della sua bontà, Dio si manifesta in qualche modo per mezzo dei suoi santi e delle anime fervorose. Il soprannaturale traspare così agli occhi dei fedeli, i quali percepiscono qualcosa del mistero di Dio.

Cos’è dunque questa effusione del soprannaturale?

Non sarà forse lo sfolgorìo della santità, lo splendore dell’influsso divino che la teologia chiama spesso grazia santificante, o, meglio ancora, il risultato dell’ineffabile presenza delle Persone divine nelle anime da loro santificate?

San Basilio non la spiegava diversamente: quando lo Spirito Santo si unisce alle anime purificate dalla sua grazia, le rende più spirituali. Come il sole rende più scintillante il cristallo che tocca o penetra col suo raggio, così lo Spirito santificatore rende più luminose le anime in cui abita, e per la sua presenza esse divengono come tanti focolari che diffondono intorno a sé la grazia e la carità7.

Questa manifestazione del divino che trapelava in tutti i gesti e perfino nel riposo dell’Uomo-Dio, noi la percepiamo in certe anime dotate di una più intensa vita interiore. Le meravigliose conversioni operate da certi Santi con la fama delle loro virtù, le schiere di aspiranti alla vita perfetta che venivano a porsi alla loro sequela, manifestano chiaramente il segreto del loro silenzioso apostolato. Al sèguito di sant’Antonio si popolano i deserti dell’Oriente, per l’opera di San Benedetto sorge quell’innumerevole falange di santi monaci che civilizzano l’Europa; una influenza senza pari viene esercitata da san Bernardo nella Chiesa, sui re e sui popoli; al suo passaggio, san Vincenzo Ferreri suscita l’indescrivibile entusiasmo d’innumerevoli moltitudini, determinandone soprattutto la conversione; alla sequela di sant’Ignazio sorge quella schiera di valorosi uno solo dei quali, san Francesco Saverio, basta per rigenerare alla fede un incalcolabile numero di pagani. Soltanto l’irraggiamento della potenza di Dio stesso attraverso umani strumenti può spiegare tali prodigi.

Ma quando tra le persone poste alla testa d’importanti opere non ce n’è nessuna che abbia una vera vita interiore, che sventura! Il soprannaturale sembra eclissato e la potenza di Dio appare incatenata. E’ allora, ci dicono i santi, che una nazione decade e che la Provvidenza sembra concedere ai malvagi ogni potere di nuocere.

Le anime, sappiatelo bene!, percepiscono come per istinto l’irradiazione del soprannaturale, senza neanche poter definire chiaramente ciò che provano. Guardate come va volentieri il peccatore ai piedi del sacerdote ad implorare il perdono, riconoscendo Dio stesso nel suo rappresentante! Al contrario, dal momento in cui l’integrale concezione della santità cessa di essere l’ideale obbligatorio dei ministri di una qualche setta cristiana, non è forse vero che questa si trova immancabilmente costretta a sopprimere la Confessione?

«Giovanni non faceva alcun prodigio» (Gv. 10, 41): san Giovanni Battista attirava le folle senza fare miracoli. Il santo Curato di Ars aveva una voce troppo debole per essere udito dalla folla che gli si assiepava d’intorno. Ma se non lo udivano, lo vedevano: vedevano in quel sacerdote un tabernacolo vivente e bastava questa vista per soggiogare e convertire i presenti. Ad un avvocato che tornava da Ars, domandarono cosa l’aveva colpito di più. Rispose: «Ho visto Dio in un uomo».

Concedetemi di riassumere tutto questo con una similitudine un po’ grossolana. E’ noto il seguente esperimento di fisica: una persona posta sopra un isolatore viene messa in contatto con una macchina elettrica; il suo corpo si carica di elettricità e, se gli si avvicina, scocca una scintilla che la scossa a chi lo tocca. Così è dell’uomo interiore. Una volta staccato dalle creature, si stabilisce tra Gesù e lui un’energia incessante, come una corrente continua. L’apostolo, divenuto un accumulatore di vita soprannaturale, condensa in sé un fluido divino che varia adattandosi alle circostanze e a tutti i bisogni dell’ambiente in cui agisce. «Egli emanava una potenza che guariva tutti» (Lc. 6, 19); parole ed azioni altro non sono in lui che emanazioni di questa forza latente, ma capace di rovesciare tutti gli ostacoli, di ottenere conversioni ed accrescere il fervore.

Quanto più in un cuore albergano le virtù teologali, tanto più tali emanazioni aiutano a far nascere le stesse virtù nelle anime.




7 S. Basilio Magno, De Spiritu Sancto, c. IX, p. 23; trad. it. Lo Spirito Santo, Città Nuova, Roma 1998.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License