Con la vita interiore, l’apostolo irradia la
speranza
L’uomo di orazione non può fare a meno di
irradiare la speranza: la sua fede l’ha definitivamente confermato nella
convinzione che la felicità non si trova che in Dio e solo in Dio. Com’è
convincente dunque la sua parola quando parla del Cielo! Di quali risorse
dispone per consolare! Il modo migliore di farsi ascoltare dagli uomini sta
nell’offrire a loro il segreto di portare allegramente la Croce, destino comune
ad ogni mortale. Questo segreto sta nella speranza del Paradiso e
nell’Eucaristia.
Com’è viva la parola consolatrice dell’uomo che
può senza mentire applicare a se stesso il detto «La nostra patria sta nei
Cieli»! (Fil. 3, 20). Un altro potrà parlare delle gioie della patria celeste
con frasi più fiorite e con maggior abilità, ma i suoi discorsi resteranno
senza frutto. Invece il primo, con una parola sola, ma convincente e
rivelatrice dell’animo di chi la pronuncia, riuscirà a calmare quel turbamento,
consolare quell’angoscia, fare accettare con rassegnazione un dolore
straziante. La virtù della speranza si è comunicata irresistibilmente da un
uomo interiore ad un’anima che non era mai stata riscaldata e che stava
sprofondando nella disperazione.
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