«O cerco di
santificarmi, o non sarò che un pagliaccio»
Profondo osservatore delle cose, dom Chautard
mise allora il suo vigoroso dito nella piaga e scrisse il libro L’anima di
ogni apostolato. Il titolo rivela già una grande verità: esiste dunque un
apostolato senz’anima, poiché se esiste un’anima di ogni apostolato vuol dire
che quest’ultimo può essere fatto con essa o senza di essa. Dom Chautard
dimostrerà, appunto, che l’apostolato delle «opere pie» non otteneva migliori
frutti proprio perché non aveva anima.
Qual’è, dunque, quest’anima di ogni apostolato?
La risposta a questa domanda m’interessava moltissimo. Infatti, desiderando
realizzare la Contro-Rivoluzione, un’opera eminentemente apostolica, volevo
invitare ed attirare a questo ideale i giovani del mio tempo. Notavo però la
relativa inutilità degli sforzi che, a questo fine, si facevano intorno a me.
Donde il mio immenso interesse nel prender conoscenza della dottrina esposta
dall’abate trappista.
Secondo dom Chautard, la sostanza
dell’apostolato sta nel fatto che l’apostolo sviluppi nella sua anima, in grado
superlativo, la grazia di Dio e la trasmetta agli altri. Quando qualcuno
possiede in sé, in modo intenso ed abbondante, la vita della grazia, l’azione
di Dio si fa sentire – persino involontariamente – attraverso questa persona,
su coloro ch’essa vuole conquistare. Nelle loro anime, tale azione produce
quindi frutti spirituali analoghi a quelli che ha prodotto nell’anima
dell’apostolo. Così, l’apostolato sarà fecondo quando il suo strumento umano
godrà di una elevata partecipazione alla grazia divina; sarà invece sterile
quando questa partecipazione sarà insufficiente.
Dom Chautard insiste però nel dire che, per il
pieno successo, non basta che l’apostolo viva nel semplice stato di grazia;
occorre ch’egli lo abbia con sovrabbondanza, affinché i doni celesti
trabocchino dalla sua anima a quelle dei suoi discepoli.
Questa dottrina, dom Chautard la dimostra con
una ricchezza di argomenti inoppugnabili, illustrandoli con diversi esempi che
egli colse dalle sue polemiche apostoliche.
Dinanzi a questo luminoso insegnamento, io mi
posi il problema: «Quel che dice è perfetto e tutti questi argomenti valgono
pure per il mio apostolato. Quindi, o io cerco di santificarmi, o non sarò che
un pagliaccio. Trascorrere una vita spensierata, piacevole, senza sofferenze,
illudendomi di realizzare nel mondo le trasformazioni che desidero, è pura
fantasticheria! Non otterrò nulla, perché non avrò il grado di fervore
necessario. Dunque, per concretizzare le mie aspirazioni, bisogna che io
miri... alla santità!»
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