1. Che cos’è la
Liturgia?
O Gesù, siete Voi quello che io adoro come
centro della Liturgia; siete Voi che date unità a questa Liturgia che posso
così definire: «il culto pubblico, sociale e ufficiale reso dalla Chiesa a Dio»,
oppure: «l’insieme dei mezzi che la Chiesa ci ha dato – specialmente nel
Messale, nel Rituale e nel Breviario – e di cui essa si serve per esprimere la
sua religione verso l’adorabile Trinità, come pure per istruire e santificare
le anime».
O anima mia, è nel seno stesso dell’adorabile
Trinità che tu devi contemplare l’eterna Liturgia con la quale le tre Persone
si celebrano a vicenda la vita divina e la santità infinita, in quell’inno
ineffabile della generazione del Verbo e della processione dello Spirito Santo:
Sicut erat in principio...
Ma Iddio ha voluto esser glorificato anche fuori
di sé. Crea gli Angeli ed il Cielo risuona delle loro acclamazioni: «Sanctus,
Sanctus, Sanctus»; crea il mondo visibile e questo manifesta la sua potenza: «I
cieli narrano la gloria di Dio».
Apparve Adamo; in nome della creazione, egli
cominciò l’inno della lode, eco dell’eterna Liturgia. Abele, Noè, Melchisedech,
Abramo, Mosè, il Popolo di Dio, Davide e tutti i santi dell’antica Legge la
cantano a gara. La Pasqua israelitica, i sacrifici e gli olocausti, il culto
solenne reso a Jahvé nel suo tempio, le danno una forma ufficiale. Ma tutto
questo non fu che un inno imperfetto, soprattutto dopo la caduta: «Non è
affatto bella la lode pronunciata dal peccatore» (Eccl. 15, 9).
Voi solo, o Gesù, Voi solo siete l’inno
perfetto, poiché Voi siete la gloria vera del Padre. Nessuno può glorificare
degnamente il Padre vostro se non per mezzo vostro: «Per Lui, con Lui e in Lui,
a Te Dio Padre onnipotente, sia reso ogni onore e gloria»12.
Voi siete l’anello di congiunzione tra la Liturgia terrena e la Liturgia
celeste, alla quale associate più direttamente i vostri eletti. La vostra
incarnazione è giunta ad unire, in un modo sostanziale e vivente, l’umanità e
l’intera creazione alla Liturgia divina. E’ un Dio che loda Dio: lode piena e
perfetta che ha il suo vertice nel Sacrificio del Calvario.
Prima di abbandonare la terra, o Divino
Salvatore, avete istituito il Sacrificio della Nuova Legge per rinnovare la
vostra immolazione ed avete anche istituito i Sacramenti per poter comunicare
la vostra vita alle anime.
Ma avete lasciato alla vostra Chiesa la cura di
circondare questo Sacrificio e questi Sacramenti con simboli, cerimonie,
esortazioni, preghiere, eccetera, perché meglio onorasse il mistero della
Redenzione, ne facilitasse la comprensione ai suoi figli, li aiutasse a trarne
maggior profitto ed eccitasse nelle loro anime un rispetto misto a timore.
A questa stessa Chiesa avete dato la missione di
continuare fino alla fine dei secoli la preghiera e la lode che il vostro Cuore
non ha mai cessato d’innalzare al Padre vostro durante la vita mortale e che
incessantemente gli offre tuttora nel Tabernacolo e negli splendori della
gloria celeste.
Con l’amore di Sposa che ha per Voi e con la
sollecitudine di Madre che il vostro Cuore ha trasfuso in Lei per noi, la
Chiesa ha soddisfatto a questo suo duplice compito. Così si sono formate quelle
meravigliose raccolte che contengono tutti i tesori della Liturgia.
D’altronde, la Chiesa unisce la sua lode a
quella resa a Dio in Cielo dagli Angeli e dagli eletti; in tal modo essa si
prepara a quella che sarà la sua eterna occupazione.
Questa lode e questa preghiera della Chiesa si
divinizza unendosi a quella dell’Uomo-Dio e la liturgia della terra si fonde
con quella delle Gerarchie celesti nel Cuore di Gesù, facendo eco a
quell’eterna lode che scaturisce da quel focolare di amore infinito che è la
Ss.ma Trinità.
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