2. Che cos’è la
vita liturgica?
Le leggi della vostra Chiesa, o Signore, esigono
a rigore da me solo la fedele osservanza dei riti e l’esatta pronunzia delle
parole.
Ma senza dubbio Voi desiderate che la mia buona
volontà vi offra di più. Volete che la mia mente e il mio cuore approfittino
delle ricchezze nascoste nella Liturgia per unirmi più intimamente alla vostra
Chiesa e per giungere quindi ad unirmi più strettamente a Voi.
Attirato dall’esempio dei vostri servi più
fedeli, o mio Buon Maestro, voglio sedere con sollecitudine nel ricco banchetto
al quale la Chiesa m’invita, sicuro di trovare nell’Ufficio divino, nelle
formule, nelle cerimonie, collette, epistole, Vangeli eccetera, che
accompagnano l’augusto Sacrificio della Messa e l’amministrazione dei
Sacramenti, un nutrimento tanto sano quanto abbondante per lo sviluppo della
mia vita interiore.
Alcune riflessioni sull’idea-madre che abbraccia
gli elementi liturgici e sui frutti dai quali si riconosceranno i miei
progressi, mi preserveranno dall’illusione.
* * *
Ogni rito sacro può essere paragonato ad una
pietra preziosa; ma quei riti che si riferiscono alla Messa e all’ufficio, a
qual valore e splendore vengono innalzati, se io so incastonarli in quel
meraviglioso insieme formato dal ciclo liturgico!13
Mantenuta per tutto un periodo sotto l’influsso
di un Mistero, nutrita da ciò che la Scrittura e la Tradizione hanno di più
istruttivo e di più affettivo su questo soggetto, orientata costantemente verso
un medesimo ordine di idee, la mia anima deve necessariamente subire
l’influenza di una tale attenzione e trovare, nei sentimenti suggeritile dalla
Chiesa, un nutrimento tanto sostanziale quanto saporito per approfittare della
grazia speciale che Dio riserva ad ogni periodo, ad ogni festa di questo ciclo.
Il mistero non soltanto giunge a penetrarmi come
una verità che viene assimilata con la meditazione, ma afferra tutto quanto il
mio essere, coinvolgendo anche le mie facoltà sensibili per eccitare il mio
cuore e determinare la mia volontà. Non si tratta più di un semplice memoriale
del passato, un semplice anniversario, ma di un fatto che ha il carattere di un
avvenimento presente di cui la Chiesa fa un’attuale applicazione e al quale
partecipa realmente.
Nel tempo natalizio, per esempio, festeggiando
presso l’altare la venuta del Divino Infante, la mia anima può ripetere: «Oggi
Cristo è nato, oggi è apparso il Salvatore; oggi cantano gli Angeli sulla
terra»14.
In ogni periodo del ciclo liturgico, il Messale
ed il Breviario mi manifestano un nuovo raggio dell’amore di Colui che è per
noi ad un tempo Re, Maestro, Medico, Consolatore, Salvatore e Amico. All’altare
come a Betlemme, a Nazaret come sulle sponde del lago di Tiberiade, Gesù vi si
manifesta come Luce, Amabilità, Tenerezza, Misericordia, ma vi si mostra
soprattutto come Amore personificato perché è la sofferenza personificata,
l’agonizzante del Getsemani e il Riparatore del Calvario.
Così la liturgia dà alla vita eucaristica il suo
pieno sviluppo e la vostra Incarnazione, o Gesù, che ha ravvicinato Dio a noi,
mostrandocelo visibile in Voi, continua a renderci l’identico servizio ad ogni
mistero che festeggiamo.
In tal modo, per mezzo della Liturgia, io
partecipo alla vita della Chiesa e a quella vostra, o Gesù. Con essa assisto
ogni anno a tutti i misteri della vostra vita nascosta, pubblica, sofferente e
gloriosa, con essa ne raccolgo i frutti. Inoltre, le feste periodiche della
Madonna e dei Santi che meglio hanno imitato la vostra vita interiore,
mettendomi sott’occhio i loro esempi, mi danno un aumento di luce e di forza
per riprodurre in me le vostre virtù e infondere nelle anime dei fedeli lo
spirito del vostro Vangelo.
Come potrei io realizzare nel mio apostolato
quel desiderio di san Pio X, cioè far sì che, con la mia azione, i fedeli giungano
a partecipare attivamente ai santi Misteri ed alla preghiera pubblica e solenne
della Chiesa, che è, come dice questo Papa, la «sorgente principale ed
indispensabile» del vero spirito cristiano15, se io stesso
passo accanto ai tesori della Liturgia, senza nemmeno sospettarne le
meraviglie?
Per dare maggiore unità alla mia vita spirituale
e unirmi sempre più alla vita della Chiesa, tenderò a collegare alla Liturgia,
per quanto è possibile, i miei altri esercizi di pietà. Per esempio, per la mia
meditazione sceglierò un soggetto che si riferisce al periodo o alla festa del
ciclo liturgico; a seconda dei tempi, nelle mie visite al Ss.mo Sacramento
m’intratterrò più volentieri con Gesù Bambino, Gesù sofferente, Gesù glorioso,
Gesù vivente nella sua Chiesa, eccetera. Anche le letture private sul Mistero o
sulla vita del santo di cui si onora la memoria, daranno il loro contributo a
questo piano di spiritualità liturgica.
O Maestro adorabile, preservatemi dalle
contraffazioni della vita liturgica; esse sono dannose ad ogni vita interiore,
soprattutto perché diminuiscono la lotta spirituale.
Preservatemi da una pietà che faccia consistere
questa vita liturgica soltanto in godimenti poetici o in un affascinante studio
di archeologia religiosa, oppure che tenda al quietismo e ai suoi derivati,
cioè all’indebolimento di tutto ciò che muove la vita interiore: timore,
speranza, desiderio della salvezza e della perfezione, lotta contro i difetti e
lavoro per acquistare la virtù.
Datemi la convinzione, o Signore, che in questo
secolo di occupazioni assorbenti e pericolose, la vita liturgica, per quanto
perfetta essa sia, non può dispensare dall’orazione mattutina.
Allontanate da me il sentimentalismo ed la
bigotteria che fanno consistere la vita liturgica nelle impressioni e nelle
emozioni, lasciando quindi la volontà in balìa della fantasia e della
sensibilità.
Certo, voi non volete affatto che io rimanga
insensibile a tutto quanto la Liturgia contiene di bello e di poetico. Tutto il
contrario! Con i suoi canti e le sue cerimonie, la Chiesa infatti si rivolge
appunto alle facoltà sensibili col fine di penetrare più profondamente le anime
dei suoi figli, di presentare meglio alle loro volontà i veri beni, e di
innalzarli più sicuramente, più facilmente e più completamente verso Dio.
Posso dunque assaporare tutta l’inalterabile e
salutare freschezza dei dogmi messi in rilievo dalla Liturgia; posso lasciarmi
commuovere dinanzi allo spettacolo pieno di maestà di una Messa solenne; posso
gustare le preghiere dell’assoluzione o i riti così commoventi del Battesimo,
dell’Estrema Unzione, delle esequie, eccetera.
Ma non devo mai dimenticare che tutte le risorse
offerte dalla sacra Liturgia non sono altro che mezzi per giungere al fine
unico dell’intera vita interiore: far morire l’uomo vecchio, perché al suo
posto possiate vivere e regnare Voi, o Gesù.
Avrò pertanto la vera vita liturgica quando,
penetrato di spirito liturgico, utilizzerò la Messa, le preghiere e i riti
ufficiali per aumentare la mia unione con la Chiesa, e così progredire nella
partecipazione alla vita interiore di Gesù Cristo, e perciò alle sue virtù,
riflettendola meglio agli occhi dei fedeli.
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