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Dom Jean-Baptiste Gustave Chautard
Anima di ogni Apostolato

IntraText CT - Lettura del testo

  • III. La vita liturgica, sorgente di vita interiore e perciò di apostolato
    • 5. Pratica della vita liturgica
      • a) Preparazione remota
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a) Preparazione remota

Fate, o mio buon Salvatore, che il mio desiderio di vita liturgica si manifesti attraverso un grande spirito di fede per tutto ciò che si riferisce al culto divino.

I vostri Angeli e i vostri Santi vi vedono faccia a faccia; nulla può distogliere il loro spirito dalle auguste cerimonie che costituiscono uno degli elementi della loro indescrivibile gioia. Ma io, ancora sottoposto a tutte le debolezze della natura umana, come potrò mantenermi alla vostra presenza, quando vi parlo assieme alla Chiesa, se voi non sviluppate in me quel dono della fede che ho ricevuto nel Battesimo?

Spero di non considerare mai le funzioni liturgiche come un servizio da sbrigare il più presto possibile o da sopportare per incassarne gli onorari. Spero che non oserò mai parlare al Dio tre volte santo o compiere i riti con quella mancanza di rispetto che avrei vergogna di manifestare verso il più umile dei servi. Non vorrò mai scandalizzare proprio con ciò che dovrebbe edificare. Eppure, se cominciassi col non vigilare più su me stesso riguardo lo spirito di fede, come prevedere dove potrei arrivare?

Mio Dio, se fossi già su questa china, degnatevi di trattenermi, o piuttosto datemi una fede talmente viva che, colpito dell’importanza che hanno veramente ai vostri occhi gli atti liturgici, io abbia la gioia di sentire nuovamente la loro sublimità entusiasmare sempre più la mia volontà.

Come potrei avere il minimo spirito di fede, se non avessi nessuno zelo nel conoscere e osservare le Rubriche? I più bei pensieri sulla Liturgia non potrebbero scusare la mia negligenza davanti a Voi, mio Dio. Non importa se non provo alcuna attrattiva naturale per quest’opera; mi basta che la mia obbedienza vi sia gradita e che sappia ch’essa mi sarà di gran profitto. Nei miei ritiri, non mancherò mai di esaminarmi su questo punto riguardo al Messale, al Rituale e al Breviario.

La vostra Chiesa, o Gesù, per il suo culto ha specialmente utilizzato la ricchezza dei Salmi. Se io ho lo spirito liturgico, nei versetti del Salterio la mia anima saprà vedere Voi, raffigurato soprattutto nella vostra vita di dolore, saprà che quell’intima parola, quei sentimenti che il vostro cuore rivolgeva a Dio durante la vostra vita mortale, si trovano in molte belle composizioni profetiche che voi avete ispirato al Salmista. In una mirabile sintesi anticipata, io vi troverò i principali insegnamenti del vostro Vangelo.

Sotto quei veli io intenderò la voce della Chiesa che continua la vostra vita di prova e, nelle sofferenze e nei trionfi, manifesta a Dio sentimenti uguali a quelli del suo Sposo divino: sentimenti dei quali ogni anima, in cui si manifesta la vostra vita, può appropriarsi tanto nelle tentazioni, nei rovesci, nelle lotte, nelle tristezze, negli scoraggiamenti, nelle delusioni, quanto nelle vittorie e nelle consolazioni.

Riservando alla Sacra Scrittura una parte delle mie letture, svilupperò il gusto per la Liturgia e faciliterò la mia attenzione alle parole55. La riflessione mi permetterà di scoprire in ogni testo liturgico un’idea centrale intorno alla quale gravitano i diversi insegnamenti.

In tal modo, o anima mia, quali armi potrai forgiarti contro l’instabilità della tua immaginazione, soprattutto se saprai far tesoro dei simboli! La Chiesa li adopera per parlare ai sensi un linguaggio che li cattura rendendo sensibili le verità rappresentate. Nel giorno della ordinazione sacerdotale, essa mi ha detto: «Riconoscete quello che fate». Alle cerimonie, ai tessuti, agli oggetti, alle vesti sacre, a tutto, la Chiesa mia Madre una voce significativa. Se non ho la chiave di questo insegnamento, come potrò illuminare l’intelligenza e conquistare il cuore dei fedeli che la Chiesa vuole attirare con un linguaggio tanto semplice quanto grandioso?




55 «Ottiene più colui prega anche con l’intelletto che non colui che prega solo con le labbra. Infatti colui che anche capisce si rianima sia nell’intelletto che nel sentimento» (S. Tommaso, In I Epistula ad Corintios commentarium, l. XIV, c. 14).






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