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Preparazione remota
Fate, o mio buon Salvatore, che il mio desiderio
di vita liturgica si manifesti attraverso un grande spirito di fede per tutto
ciò che si riferisce al culto divino.
I vostri Angeli e i vostri Santi vi vedono
faccia a faccia; nulla può distogliere il loro spirito dalle auguste cerimonie
che costituiscono uno degli elementi della loro indescrivibile gioia. Ma io,
ancora sottoposto a tutte le debolezze della natura umana, come potrò
mantenermi alla vostra presenza, quando vi parlo assieme alla Chiesa, se voi
non sviluppate in me quel dono della fede che ho ricevuto nel Battesimo?
Spero di non considerare mai le funzioni
liturgiche come un servizio da sbrigare il più presto possibile o da sopportare
per incassarne gli onorari. Spero che non oserò mai parlare al Dio tre volte
santo o compiere i riti con quella mancanza di rispetto che avrei vergogna di
manifestare verso il più umile dei servi. Non vorrò mai scandalizzare proprio
con ciò che dovrebbe edificare. Eppure, se cominciassi col non vigilare più su
me stesso riguardo lo spirito di fede, come prevedere dove potrei arrivare?
Mio Dio, se fossi già su questa china, degnatevi
di trattenermi, o piuttosto datemi una fede talmente viva che, colpito
dell’importanza che hanno veramente ai vostri occhi gli atti liturgici, io
abbia la gioia di sentire nuovamente la loro sublimità entusiasmare sempre più
la mia volontà.
Come potrei avere il minimo spirito di fede, se non
avessi nessuno zelo nel conoscere e osservare le Rubriche? I più bei pensieri
sulla Liturgia non potrebbero scusare la mia negligenza davanti a Voi, mio Dio.
Non importa se non provo alcuna attrattiva naturale per quest’opera; mi basta
che la mia obbedienza vi sia gradita e che sappia ch’essa mi sarà di gran
profitto. Nei miei ritiri, non mancherò mai di esaminarmi su questo punto
riguardo al Messale, al Rituale e al Breviario.
La vostra Chiesa, o Gesù, per il suo culto ha
specialmente utilizzato la ricchezza dei Salmi. Se io ho lo spirito liturgico,
nei versetti del Salterio la mia anima saprà vedere Voi, raffigurato
soprattutto nella vostra vita di dolore, saprà che quell’intima parola, quei
sentimenti che il vostro cuore rivolgeva a Dio durante la vostra vita mortale,
si trovano in molte belle composizioni profetiche che voi avete ispirato al
Salmista. In una mirabile sintesi anticipata, io vi troverò i principali
insegnamenti del vostro Vangelo.
Sotto quei veli io intenderò la voce della
Chiesa che continua la vostra vita di prova e, nelle sofferenze e nei trionfi,
manifesta a Dio sentimenti uguali a quelli del suo Sposo divino: sentimenti dei
quali ogni anima, in cui si manifesta la vostra vita, può appropriarsi tanto
nelle tentazioni, nei rovesci, nelle lotte, nelle tristezze, negli
scoraggiamenti, nelle delusioni, quanto nelle vittorie e nelle consolazioni.
Riservando alla Sacra Scrittura una parte delle
mie letture, svilupperò il gusto per la Liturgia e faciliterò la mia attenzione
alle parole55. La riflessione mi permetterà di scoprire in
ogni testo liturgico un’idea centrale intorno alla quale gravitano i diversi
insegnamenti.
In tal modo, o anima mia, quali armi potrai
forgiarti contro l’instabilità della tua immaginazione, soprattutto se saprai
far tesoro dei simboli! La Chiesa li adopera per parlare ai sensi un linguaggio
che li cattura rendendo sensibili le verità rappresentate. Nel giorno della
ordinazione sacerdotale, essa mi ha detto: «Riconoscete quello che fate». Alle
cerimonie, ai tessuti, agli oggetti, alle vesti sacre, a tutto, la Chiesa mia
Madre dà una voce significativa. Se non ho la chiave di questo insegnamento,
come potrò illuminare l’intelligenza e conquistare il cuore dei fedeli che la
Chiesa vuole attirare con un linguaggio tanto semplice quanto grandioso?
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